La Stampa, nel suo inserto TuttoScienze dell’8 aprile 2009, ha pubblicato un articolo di Francesco Moscatelli intitolato “A Silicon Valley la scuola per gli sciamani del futuro” in cui si presenta la Singularity University di Ray Kurzweil.
Di Kurzweil e di Singolarità si è già parlato più volte in questo sito. Nel 2004, in particolare, sono stati avviati cinque articoli collaborativi (le wiki stavano facendo capolino in Italia) in cui sono state messe a confronto tre tesi sul futuro: quelle di Bill Joy, di Raymond Kurzweil e di Michael Dertouzos.
L’avvio della Singularity University è un importante passo per diffondere una visione del futuro che ai più potrebbe sembrare ancora troppo fantascientifica. Ma i sostenitori del progetto, la NASA e Google, sono due grandi istituzioni che più di altre partecipano attivamente a dare forma al “futuro prossimo”.
L’articolo di Moscatelli ci racconta quali sono le materie della Singularity University e la figura professionale che vi si vuole formare: un esperto di convivenza con le macchine con vocazione a fondare nuove società e a collaborare con i governi.
Dal sito della Singularity University:
What is the mission of SU?
Singularity University aims to assemble, educate and inspire a cadre of leaders who strive to understand and facilitate the development of exponentially advancing technologies and apply, focus and guide these tools to address humanity’s grand challenges.
What is the vision of SU?
A number of exponentially growing technologies (bio, nano, AI, info, etc.) will massively increase human intelligence and capability and fundamentally reshape our future. This concept, known as the technological Singularity, as advanced by Ray Kurzweil, warrants the creation of an academic institution whose students and faculty will study these technologies, with an emphasis on their interactions, and help to guide the process for the benefit of humanity and its environment.
Come ho scritto nel precedente post, ci sono interessanti parallelismi tra questo articolo e l’intervista a Gianmarco Veruggio pubblicata nella medesima pagina di TuttoScienze.
Il primo punto è, evidentemente, la segnalazione che lo sviluppo vertiginoso delle macchine avrà (e in realtà sta già avendo) un impatto sulla nostra vita quotidiana difficilmente immaginabile.
Kurzweil sostiene che “In pochi decenni le tecnologie basate sull’informazione racchiuderanno tutta la conoscenza e includeranno l’intelligenza emotiva e morale del cervello“; Veruggio è dell’idea che “un robot sarà sempre di più in grado di analizzare e simulare l’emotività, ma sarà solo un interprete“. Sono dichiarazioni che sembrano in contrasto ma non lo sono. In definitiva quel che si coglie è che avremo a che fare con macchine così complesse che saranno vere e proprie entità con cui confrontarci piuttosto che “semplici” oggetti high-tech, qualcosa che entrerà nella nostra sfera di frequentazioni personali ed emotive.
In questo senso vanno anche gli studi sull’Artificial Empathy portati avanti presso la Core Ethics and Frontier Sciences di Kyoto, dal prof. Dumouchel e Luisa Damiano che pubblicano nella sezione Roboethics del nostro sito.
Altro punto di parallelismo è la considerazione che un tale sviluppo delle macchine può essere chiamato evoluzione.
Veruggio sottolinea che si può parlare di evoluzione nel senso di adattamento all’ambiente secondo tecniche di apprendimento in rete. La visione di Kurzweil racconta che lo sviluppo delle macchine sarà tale che si inserirà nell’evoluzione della specie umana mischiandosi o sostituendola, oppure dando vita a qualcosa che potrà essere paragonabile a una specie vivente pur essendo qualcosa di completamente differente, di difficile comprensione, frutto di un evento di singolarità nella evoluzione della vita.
Qualcosa di simile all’Homo Technologicus e al Simbionte di cui parla Giuseppe Longo nel suo breve saggio Tecnoscienza e globalizzazione.
Per approfondire:
Due degli articoli collaborativi citati più sopra: La questione della responsabilità secondo Joy e secondo Kurzweil e Al di là della mancanza di consenso sui valori
Sempre in questo sito: Ray Kurzweil: tecnosviluppo esponenziale.
Il sito della Singularity University
L’articolo di David Orban (advisor della SU) pubblicato su Nova24 del Sole24ore Nove settimane nel futuro dove trovate, oltre ad una esaustiva panoramica del progetto e al video che ho inserito in questa pagina, anche le slide che Kurzweil usa per presentare l’università.
L’articolo di Virginio Sala pubblicato in ApogeOnline Nasce la Singularity University
In Estropico LA SINGOLARITA’ E’ VICINA: Quando gli esseri umani trascendono la biologia di Raymond Kurzweil.
La voce “Singolarità tecnologica” in Wikipedia