In un item precedente, “Democrazia e OGM: un’intervista alla biologa Mae-Wan Ho“, si è parlato di un articolo sull’iniziativa britannica GM Nation.
‘Per sei settimane uomini e donne della porta accanto dovrebbero discutere tra loro per poi compilare un questionario che dovrebbe contribuire alla decisione del governo dì aprire o meno le porte agli organismi transgenici’.
Così descrive l’iniziativa del governo britannico Anna Meldolesi su Il Riformista del 20 giugno nell’articolo “La scienza partecipativa ? Un bluff”.
A differenza di Mae-Wan Ho, le cui critiche erano più che altro rivolte al modo in cui l’iniziativa si è svolta, le critiche della Meldolesi investono la filosofia stessa dell’iniziativa:
‘D’accordo, la gente deve avere voce in capitolo. Ma tanto per cominciare siamo sicuri che abbia davvero voglia di dire qualcosa? Se si presta fede ai resoconti della stampa britannica i cittadini qualsiasi non hanno fatto la fila per partecipare agli incontri, segno che l’interesse dell’opinione pubblica per il dibattito sugli Ogm è sovrastimato. A questo riguardo l’Economist ricorda che nel 2002 il 41 % dei britannici ha affermato di condividere l’affermazione: “La distinzione tra prodotti Gm e Gm free non mi interessa”. E chi conosce i sondaggi sulle biotecnologie [ndr: si veda l’esempio (*) qui in calce] sa che non si tratta di dati anomali né per la Gran Bretagna né per l’Europa. Se [da un lato] casalinghe e impiegati hanno disertato l’appuntamento, [dall’altro lato] si sono puntualmente presentati i militanti anti-Ogm di professione, decisi a rappresentare l’opinione pubblica.
Ma questo è un classico del genere “scienza e democrazia”, si finge di discutere dei dubbi della gente comune, mentre in realtà si parla delle tesi dei gruppi di pressione’ […] E poi siamo davvero sicuri che questo genere di consultazioni siano il sale della democrazia? In questo caso le persone coinvolte hanno dimostrato di avere le idee confuse al punto da non distinguere scienza e fiction.
D’altra parte, alla fine del proprio articolo la Meldolesi deve ammettere che in assenza di appropriati metodi di consultazione dell’opinione pubblica, il decisore politico opera sotto l’influenza dei gruppi di pressione, siano essi di derivazione ideologica o facciano riferimento ad interessi economici:
‘Hanno ragione Greenpeace e Friends of the Earth: la consultazione nazionale è una commedia, perché le decisioni saranno prese altrove, a Downing Street e a Bruxelles’.
Riguardo al coinvolgimento dell’opinione pubblica su questioni abbastanza complesse dal punto di vista tecnico scientifico riportiamo, qui un intervento apparso nel forum recentemente promosso nell’ambito della trasmissione di Radio 24 “Il volo delle Oche”, raggiungibile nel sito del programma (il tema è quello della sperimentazione sulle cellule staminali e l’autore dell’intervento è Aroldo Mariani – titolo “Wittgenstein”):
‘Ma, ora mi chiedo, che senso ha voler conoscere l’opinione di un ignorante? Ovvero: perché stare ad ascoltare la voce di un non addetto ai lavori? Per l’amor d’iddìo, non è che voglia riservare agli happy few il diritto a manifestare opinioni, solo che preferisco di gran lunga stare ad ASCOLTARE chi ha scienza e validi argomenti, e a mia volta eventualmente parlare delle cose di cui mi occupo e che conosco’.
In ultima analisi per avviare una discussione consapevole è necessario conoscere. Con ciò intendo dire, però, un qualcosa di più che l’einaudiano “conoscere per deliberare”. Infatti in una democrazia rappresentativa deve essere chiaro il rapporto tra “sapere e democrazia”. Il decisore politico deve assumere a pieno titolo le proprie responsabilità, ma è altresì moralmente obbligato ad attivare tutti gli strumenti necessari affinchè ci sia convergenza fra le sue decisioni e e il sapere condiviso nell’opinione pubblica.
Sui modi di favorire una conoscenza pubblica condivisa si veda, in questa Rassegna, “Democrazia e sondaggi. Il ‘metodo Fishkin’“.
(*) Si veda il sondaggio Poster/Fondazione Giannino Bassetti “Opinione pubblica, biotecnologie e società del rischio” (nel Percorso sulle Biotecnologie).
[Nel sito della FGB è presente una pagina interamente dedicata al libro di Anna Meldolesi, “Organismi geneticamente modificati. Storia di un dibattito truccato” – 21 luglio 2003, G.M. Borrello]