Più di una volta è capitato di constatare come il rapporto fra scienza e opinione pubblica non sia del tutto lineare. Si veda, ad esempio, nel sito FGB i risultati del sondaggio promosso dalla Fondazione Giannino Bassetti, in collaborazione con Poster, Opinione pubblica, biotecnologie e “società del rischio”.
Insieme alla speranza nelle “magnifiche sorti e progressive” la scienza suscita anche diffidenze, specialmente nel caso delle bioscienze, quando i mass-media concentrano l’attenzione su progetti fantasiosi e pseudo-scientifici come, ad esempio la clonazione raeliana (vedi nel sito FGB: Rassegna stampa gennaio 2003), oppure se vengono portate avanti sperimentazioni che, pur condotte secondo i protocolli della scientificità, oltre a scontrarsi con valori etici ampiamente condivisi, e che non paiono aprire l’orizzonte né a nuove conoscenze né a nuove terapie.
Scrive Edoardo Boncinelli sul Corriere della Sera del 4 luglio nell’articolo “Un embrione e due sessi L’autogol della scienza”.
‘Non abbiamo bisogno di questa scienza, inutile oltre che inopportuna. Ci sono ancora tante altre belle cose da fare che non presentano problemi di sorta […] O che presentano qualche problema ma aprono al contempo fantastiche prospettive. Purtroppo esistono moltissimi esempi di scienza inutile, soprattutto nel campo della riproduzione umana e delle cosiddette cellule staminali.
Boncinelli si riferisce a un esperimento presentato a Madrid, al congresso della Società europea di riproduzione umana.
‘Un paio di gruppi di ricerca statunitensi hanno unito le loro forze per produrre un embrione umano che contiene cellule di due tipi diversi e che sono anche di sesso diverso. Hanno prodotto cioè un ermafrodito, un organismo che contiene tanto cellule maschili che femminili, anche se in potenza. L’embrione non è stato fatto crescere oltre un certo stadio e non condurrà a nessun neonato’.
Al di là delle implicazioni etiche che un simile esperimento è destinato a suscitare, Boncinelli afferma:
‘Si tratta di un imbarazzante esempio di scienza inutile, un tipo di scienza di cui si parla poco, ma che appesta tutti i laboratori del mondo’.
‘La produzione di un embrione ibrido, ottenuto fondendo cellule di due diversi embrioni, non è una novità. E’ stata ripetutamente ottenuta in diversi mammiferi e non si vede perché replicarla utilizzando embrioni umani’.
Il caso citato da Boncinelli ci obbliga, più che a chiederci cui prodest, a riflettere su a chi spetti la responsabilità di individuare la direzione della ricerca.
Su quest’ultimo tema può essere utile il rimando a una rassegna stampa precedente: Una “Camera Alta” per la responsabilità della scienza. La proposta di Veronesi e le osservazioni di Bassetti.