La scienza in rete1 è un sito aperto dal Gruppo 2003 per la ricerca scientifica2, una associazione che riunisce ricercatori e scienziati italiani tra i più citati nella letteratura scientifica.
Al sito sono anche collegati alcuni canali nei principali social networks (Facebook3, Twitter4, Youtube5, iTunes6…), attraverso cui seguire l’attività di divulgazione, promozione e sviluppo del pensiero scientifico operato dal Gruppo.
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Molto alta la qualità dei contenuti, che risultano essere in molti casi tangenti a quelli prediletti dalla Fondazione Bassetti.
Segnaliamo infatti una serie di articoli scritti da Giuseppe O. Longo7 nella categoria "Filosofia" in cui lo studioso, scienziato e artista propone una approfondita riflessione sulle problematiche poste dallo sviluppo della robotica.
Longo mantiene i confini del suo ragionamento entro lo specifico dei robot, "una mente artificiale in un corpo artificiale8" come recita il titolo del primo articolo, proprio per affrontare in modo nitido tre domande chiave (senza "confondere le acque" con commistioni con cyborg o androidi):
"1. Fino a che punto siamo disposti a convivere coi robot, ad affidarci a loro nella vita quotidiana, nell’accudimento e nelle cure?
2. Se i robot dovessero un giorno diventare intelligenti e sensibili (quasi) quanto gli umani, potremmo continuare a considerarli macchine, come le lavatrici o le automobili? O dovremmo adottare atteggiamenti empatici e comprensivi come nei confronti degli animali domestici? Dovremmo arrivare ad attribuire loro dignità etica?
3. E viceversa: quali comportamenti dei robot dovremmo tollerare, incoraggiare o vietare? E di chi sarebbero le responsabilità di un loro eventuale comportamento dannoso?"
Una delle tematiche più vicine ai nostri argomenti è quella relativa alla necessità di sviluppare un atteggiamento etico. Una emergenza che deve essere applicata a processo di progettazione, produzione, sviluppo, governance, policy… per fare in modo che non solo i robot rispettino le famose Leggi della robotica9 postulate da Asimov negli anni 40 del secolo scorso, ma che l’atteggiamento umano verso le entità robotiche più evolute sia coerente nei suoi principi filosofici e, appunto etici.
La roboetica, al di là delle domande postulate nell’articolo citato, risulta essere uno dei fili conduttori di tutto il percorso proposto da Longo. Infatti, dopo alcuni articoli sulla storia della robotica, il capitolo che introduce il vero corpo della riflessione si intitola Roboetica, l’urgenza di una riflessione10. Urgenza di cui, in questo sito, hanno parlato già sia Gianmarco Veruggio11, che Fiorella Operto12 della Scuola di Robotica di Genova13.
Longo scrive: "E’ abbastanza singolare che il dibattito etico si accenda intorno alle innovazioni biologiche, genomiche e procreative, mentre sul fronte delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, come la robotica, si osserva un’accettazione passiva delle possibili conseguenze. Ma gli effetti delle macchine intelligenti sono di vasta portata ed esercitano una forte pressione sull’etica. Il problema etico, già di per sé arduo nel mondo di oggi, viene complicato da questi nuovi attori che sono i robot: è importante capire che cosa si fa, come lo si fa e perché lo si fa, tenendo conto, per quanto possibile, delle conseguenze delle scelte compiute oggi, conseguenze che potrebbero dimostrarsi irreversibili. E’ un richiamo alla nostra responsabilità, che a sua volta deriva da una consapevolezza che ormai si fa strada tra i ricercatori più avvertiti."
E la complessità della questione si coglie in questo altro passo: "sempre più le innovazioni assumono un carattere imperativo. Cioè si diffondono in base a una motivazione implicita e intrinseca, di carattere tecnico-economico, e non perché una discussione aperta e democratica tra i vari soggetti e attori sociali abbia stabilito che sono vantaggiose, magari dopo un periodo di assestamento in cui certi settori potrebbero risultare danneggiati."
Due giorni fa Longo ha pubblicato il capitolo Il robot e il senso14, che si chiude con questa frase: "Forse, per perpetuare la follia creativa dell’uomo, ci sarebbe bisogno di una macchina schizofrenica. Ma chi saprebbe costruirla, e chi, sapendola costruire, se ne assumerebbe la responsabilità?"
Questi i titoli degli articoli fin’ora pubblicati in questo ciclo di La scienza in rete:
– Il robot, una mente artificiale in un corpo artificiale15
– Golem, Frankenstein & Co.16
– Dagli automi all’intelligenza artificiale17
– L’altra metà del robot: il corpo18
– Roboetica, l’urgenza di una riflessione19
– Perchè si fabbricano i robot?20
– Etica, estetica e libero arbitrio21
– Le leggi di Asimov, riscritte dal robot22
– La legge del robot soldato23
– Se i robot diventano “macchine dolenti”24
– Emozioni artificiali25
– Il robot e il senso26
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