Nella Rassegna Stampa ho pubblicato "Medicina: arte o scienza", dove viene riportata una recensione di Giorgio Cosmacini al libro "L’Etica medica nello Stato liberale" di Giovanni Felice Azzone, medico, patologo generale, promotore di ricerca biologica, accademico linceo.
Al centro della recensione di Cosmacini è il tema del paziente inteso come oggetto e, contemporaneamente, soggetto della pratica medica. Se come oggetto va riguardato scientificamente, come soggetto va trattato con l’opportuna attenzione alla persona. Ippocrate ha parlato di téchne iatriké, l’arte di curare gli uomini, sintetizzando con questo la stretta connessione fra la conoscenza tecnico-scientifica e l’intuizione artistica necessaria a comprendere più compiutamente il paziente come uomo.
In questa sezione Argomenti, all’item "Due parole sulla Evidence based medicine" è menzionato, mediante un link, un certo numero di articoli di e su Ivan Cavicchi. Paricolarmente significativi mi paiono i seguenti.
- "Il fordismo fa bene alla sanità" (Il Sole 24 Ore del 16 dicembre 2001), recensione di Cinzia Caporale al libro di Ivan Cavicchi "Salute e Federalismo. Forma e contenuti dell’emancipazione" (Bollati Boringhieri, Torino 2001, pagg. 252), in cui viene criticato l’appoggio tecnocratico, basato sull’evidence based medicine. Infatti, se è vero che si ottengono economie di spesa e una maggiore efficienza, non viene risolto il problema fondamentale del mismatching tra aspettative crescenti e risorse limitate.
- Non del tutto convinto della critica di Cavicchi all’evidence based medicine è Sebastiano Maffettone in "Una crisi con l’evidenziatore" (Il Sole 24 Ore del 19 novembre 2000), recensione del libro "La medicina della scelta" (Bollati Boringhieri, Torino 2000, pagg. 454). In particolare, Maffettone si preoccupa del fatto che dietro la critica di Cavicchi si nasconda il retaggio di una cultura crociana refrattaria ai numeri e alle statistiche, anche se non nasconde il possibile rischio di un abuso pratico della nuova metodologia. Si confronti il contributo di Margherita Fronte "Due parole sulla Evidence based medicine".
- In "Il malato della porta accanto" (Il Sole 24 Ore del 26 marzo 2000), Ivan Cavicchi critica il fatto che l’abuso di dati statistici abbia portato ad una medicina amministrata dove le direttive burocratiche contano più della "scienza e coscienza del medico".
Sul tema dell’innovazione in medicina segnalo l’intervista a Umberto Veronesi di Pietro Greco (Tempo medico, 1 novembre 2000), "Cenerentola abita tra storte e provette"