L’esperienza della Comunità di Pratiche della Camera di Commercio Como-Lecco avviata con Fondazione Bassetti.
L’inserzione della società civile nei processi di innovazione è il campo di gioco nel quale Fondazione Bassetti ha incontrato la Camera di Commercio di Como-Lecco. Fin dalla sua costituzione avviata nel 2022, l’obiettivo della Comunità di Pratiche tra imprese lariane del Terzo Settore impegnate nella transizione digitale e partner territoriali nel campo dell’innovazione sociale, digitale, tecnologica e scientifica, è stato quello di consolidare il rapporto reciproco e favorire uno scambio di competenze. E se, nella prima fase, il gruppo di venti imprese si è reso disponibile a seguire un percorso di analisi e ricerca guidata da esperti; nella seconda fase, svoltasi nei mesi di aprile e maggio 2023, il confronto delle diverse esperienze in atto ha mirato, preso atto delle istanze e dei bisogni emersi, alla messa a territorio del modello proposto dalla Camera di Commercio per generare concrete proposte progettuali a vantaggio del sistema stesso delle imprese del Terzo Settore.
«Cavalcare l’onda dell’innovazione inclusiva nel Terzo Settore ha significato cogliere le opportunità e fronteggiare i rischi», ha detto il segretario di Fondazione Bassetti Francesco Samorè nel suo intervento introduttivo durante l’incontro finale del 16 giugno a Lecco (>>> vedi il video). «Rischi dal lato delle istituzioni, impegnate a fronteggiare l’approccio top-down che caratterizza le Big della tecnologia, la necessità di più potere attuativo e la lusinga di approcci tecnocratici. E rischi dal lato della società civile che, nella messa in discussione dei corpi intermedi, nella svalorizzazione dell’autorevolezza delle professionalità mature, sempre meno riconosce il ruolo dei saperi esperti.
Anche per questo, la costituzione di questa Comunità di Pratiche ha rappresentato, tanto più nella fase storica drammatica che stiamo vivendo, un elemento qualificante le politiche camerali rivolte al sostegno dell’economia sociale. E noi abbiamo bisogno dell’economia civile, poiché l’economia regge se esiste il sociale, se esiste il welfare di comunità: è questa la chiave di volta».
I soggetti attuatori del percorso collettivo costituito da incontri di approfondimento e seminari itineranti con il supporto di professionisti, sono stati, oltre ai già citati, il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano – che presso i suoi laboratori sviluppa linee di ricerca sul benessere delle persone: riabilitazione, active ageing, biomeccanica, robotica collaborativa clinica e industriale (Sensibilab, per lo sviluppo di dispositivi wearable, We-Cobot Lab per esoscheletri e service-robot e Human Performance Lab per lo studio dell’effetto delle vibrazioni sul corpo umano); il CNR – STIIMA (Istituto per i Sistemi e Tecnologie Industriali Intelligenti per il Manifatturiero Avanzato) che, nella persona della tecnologa Chiara Tagliaferri, ha fortemente creduto nella necessità di consolidamento delle relazioni tra le imprese cooperative del Terzo Settore e le attività di ricerca scientifica (basti pensare al contributo nelle fasi di ideazione, validazione, trasferimento delle conoscenze e disseminazione, legate a studio e realizzazione di soluzioni digitali e meccatroniche per la riabilitazione motoria e cognitiva o l’assistenza al domicilio); e ComoNExt, con l’Innovation manager Alex Curti, che, come ha ricordato lo stesso Samorè: «In questo Digital Innovation Hub situato all’interno dell’antico Cotonificio Somaini a Lomazzo, nato nel 2010 per volontà della Camera di Commercio di Como con il contributo di Fondazione Cariplo, la close innovation, ha lasciato posto all’open innovation, un’innovazione armonica dove non si parla più di network ma di comunità, e dove il bene comune è il “valore”. Il che rafforza il convincimento che sia proprio il Terzo Settore l’interlocutore naturale per questo processo che incrocia economia civile, enti di ricerca e innovazione».
Nel ripercorrere il cammino collettivo, iniziamo dall’incontro presso Fondazione Bassetti con Emanuele Polizzi, professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Bicocca, e Daniele Chapellu, docente di Diritto del Lavoro e Previdenza Sociale all’Università Cattolica, incontro che si è concentrato sulle modalità normative che consentono la collaborazione tra enti. Eppure, anche Polizzi ha riconosciuto che, al di là dei nuovi Codici e delle Leggi quadro, che pure oggi sostengono le pratiche collaborative costituendone un’opportunità importante, per innovare non è sufficiente cambiare le leggi, e che quella della Comunità di Pratiche è soprattutto un’occasione di apprendimento reciproco, per mettere a punto forme di amministrazione condivise, partecipate, co-programmate e co-progettate. Una formula a cui si è ambito ciclicamente dagli anni Settanta, con l’aspirazione alla creazione di un welfare costruito insieme al territorio e non calato dall’alto, e per cui, a essere pioniere di innovazione, è ancora il Terzo Settore, capace di fare delle sue sperimentazioni un patrimonio condiviso e di innervarle nelle istituzioni.
Gli incontri che si sono susseguiti presso le cooperative confermano quindi l’aspetto premiante dell’elemento “collaborazione e inclusione”, della capacità di fare rete e della partnership, e naturalmente la centralità di chi opera nel Terzo Settore. Alla cooperativa Il Seme di Como per esempio il 4 maggio 2023 si sono dati appuntamento, per uno dei seminari itineranti, Maria Cristina Ferradini, direttrice generale Fondazione Amplifon, Lorenzo De Bartolomeis, co-fondatore Ddp studio, Francesco Rodighiero, presidente Design for All Italia, Elena Bardi del Laboratorio WeCobot del Politecnico di Milano, Karin Latino e Alessio Corcio designer dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra. All’interno di questa Training Factory 4.0, che garantisce supporto educativo e tecnico-formativo attraverso strumenti tecnologici facilitanti come visori di realtà aumentata per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, si sono affrontati temi come la progettazione di tecnologie abilitanti esportabili anche in contesti diversi dal terzo settore; come la necessità di un approccio human centered a partire dal design (De Bartolomeis), di un Design fo All che prevede il coinvolgimento di tutti gli utenti e attori interessati (Rodighiero); e come l’urgenza di costruire una narrazione diversa intorno al lavoro e alle professionalità del Terzo Settore.
Il tema delle nuove professionalità è stato approfondito anche durante l’incontro avvenuto presso la cooperativa Simpatia in Valmorea, nata per rispondere a un bisogno di welfare non soddisfatto dagli enti territoriali. Presenti Rossella Sacco, portavoce del forum del terzo settore Milano, Francesco Franz Purpura, fondatore dello spazio di inclusione lavorativa per fragilità psichiche Rob de Matt, si è sottolineata la mancanza di competenze tecnologiche/digitali, di posizioni finance, marketing, ingegnerizzazione del prodotto. Ma concentrarsi sulle professionalità significa anche provare a cambiare la percezione dell’impresa di Terzo Settore. Un cambiamento di narrazione sollecitato da diversi interlocutori durante il percorso: da Alessandra Favretti della Cooperativa Lavoratori Ortomercato a Gaia Bolognini della cooperativa Due Mani, e che, oltre alla percezione, come suggerito da Daniele Chapellu, può avere ricadute persino sul disegno delle politiche ad alto livello. Gaia Bolognini, direttore generale della cooperativa lecchese che con cento persone impiegate da quarant’anni si occupa di inserire nel mondo del lavoro persone svantaggiate, ha comunque sottolineato l’efficacia del percorso intrapreso dalla Camera di Como-Lecco attraverso la Comunità di Pratiche.
Quello che emerge, in definitiva, è la rinnovata consapevolezza delle ricchezze a cui si può attingere dal territorio. La cooperativa Simpatia, secondo le parole della presidente Irma Missaglia, grazie alla Comunità di Pratiche, ha stretto legami con il Politecnico, una start up e la cooperativa Il Seme che lavora su temi vicini, mentre Gaia Bolognini della cooperativa Due Mani, individua il beneficio della logica del “far rete” anche nella replicabilità di questo modello virtuoso in altri comuni. Nella convincimento che “pubblico” e “privato” sono in vero sistemi interconnessi, e che è nella connessione che tutti gli attori di un territorio possono potenziare le loro imprese sociali, l’obiettivo finale indicato da Immacolata Tina della CCIIA di Lecco, «scrivere un “protocollo di intesa” che sia uno strumento per progettare insieme e dia l’opportunità di partecipare, per esempio, a una manifestazione di interesse regionale e accedere a contributi» può ritenersi raggiunto.
————————