Il Laboratorio SCSM dell’Università degli Studi di Brescia sta conducendo un progetto di ricerca patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico finalizzato ad indagare lo stato di conoscenza e di diffusione, all’interno delle aziende manifatturiere italiane, di alcune delle più dirompenti tecnologie digitali, potenzialmente in grado di innescare una nuova Rivoluzione Industriale.
La procedura di analisi coprirà tre dimensioni rilevanti del fenomeno del Digital Manufacturing: 1. l’area aziendale impattata dall’introduzione di nuove tecnologie digitali (acquisti, produzione, vendite, marketing, ricerca e sviluppo, …); 2. il tipo di innovazione generato da queste tecnologie: di prodotto (fare prodotti con funzionalità e caratteristiche differenti), di processo (realizzare gli stessi prodotti ma con metodologie e procedure differenti e più vantaggiose), ed infine l’innovazione di modello di business (realizzare prodotti differenti grazie alla possibilità di sfruttare procedure e metodologie prima non applicabili o non vantaggiose); 3. A queste prime due dimensioni del fenomeno ne verrà legata una terza, relativa appunto alle tecnologie digitali abilitanti.
Si è deciso di puntare l’attenzione su 6 differenti tecnologie, citate come potenzialmente disruptive sul mondo industriale da diverse fonti (McKinsey Global Institute, The Economist):
– Internet delle cose: Connessione di oggetti e di cose alla rete di Internet con la quale scambiano informazioni e dati;
– Stampa 3D: Processo di realizzazione di prodotti per aggiunta di strati di materiale e non per asportazione ;
– Realtà Aumentata: Aggiunta e sovrapposizione di informazioni sulla realtà circostante per una maggiore comprensione della stessa;
– Realtà Virtuale: Creazione di una mondo virtuale nel quale l’utente si trova completamente immerso e distaccato dalla realtà;
– Nanotecnologie: Manipolazione della materiale a livello atomico per realizzare materiali con proprietà fisco/chimiche ottimizzate;
– Intelligenza Artificiale: Realizzazione di robot e macchine più sofisticate e avanzate in grado di comunicare con l’uomo in modo diretto e naturale, con tempi di programmazione ridotti e di apprendere dal mondo circostante.
La ricerca si snoderà lungo un orizzonte di due anni, in cui si susseguiranno attività di carattere esplorativo piuttosto che di elaborazione e costruzione di teorie.
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(foto: A 3D Printed Strandbeest Being Cleaned After Emerging From the 3D Printer di Shapeways da Flickr)
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