Chiudendo questo call for comments sullo statuto corrente della responsabilità dell’innovazione, ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e si sono interrogati sulle questioni poste.
Gli interventi – come era naturale prevedere – lungi dall’esaurire la discussione, aprono ulteriori prospettive di interrogazione e ricerca rispetto a quelle che avevamo immaginato e proposto. Per citarne solo alcune: la connessione intrinseca della responsabilità con le pratiche e il loro senso (Michele Castelli, Luigi Cepparrone, Martino Doni); la governance dei processi di innovazione tecno-scientifica (Mario Castellaneta), per esempio in settori cruciali nella società odierna come l’ambito medico (Stefano Tomelleri); fino al tema della irresponsabilità congenita della “responsabilità individuale” e degli opposti estremismi (Paul Dumouchel). Una tematica che emerge trasversalmente a molti interventi è quella della crisi del concetto di responsabilità e della necessità di affrontare la tematica della responsabilità nel contesto di scenari politici ed epistemologici complessi. Sergio Manghi per esempio propone la nozione di risonanza partecipe o responsiveness, altri sottolineano la necessità di trovare formule di responsabilizzazione delle dinamiche di mercato (Giuseppe Belleri, Daniel Callahan, Martin Dumas, Clemente Iannotta). Bruno Latour sottolinea la dimensione epistemologicamente nuova di una scienza che deve imparare a negoziare le proprie verità nei contesti d’uso. Roberto Panzarani sottolinea la necessità di una politica più partecipata per dare sufficiente respiro all’innovazione e alla considerazione dei suoi effetti.
Osservazioni, suggerimenti ed esempi che saranno materiale di lavoro prezioso per la direzione scientifica di questa Fondazione.
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