Nel precedente item di questa rassegna, La responsabilità collettiva di fronte alla Industrializzazione e alla rete globale si è visto, riprendendo un articolo di Derrick De Kerckove, come la diffusione della rete globale, porti alla crescita di una conoscenza condivisa, e si era posto l’accento sulla difficoltà di conciliare la responsabilità individuale in processi aperti alla collaborazione collettiva, con la necessità di realizzare un progetto generale. Per non parlare dei problemi etici, ormai cronaca quotidiana, dovuti al proliferare di siti spazzatura dove la regola sembra quella della Semiramide dantesca che “libito fé licito in sua lege”. Restando comunque nell’ambito dei prodotti seri, su Il Sole del 18 febbraio Tullio Gregory nell’articolo Il sapere a portata di clic smonta, con dovizia di particolari, il progetto Wikipedia, uno dei tanti da cui avevano preso le mosse le considerazioni su responsabilità collettiva e responsabilità individuale.
La critica di Gregory si basa sul fatto che molte delle voci di Wikipedia sono trattate in modo superficiale, non hanno un criterio omogeneo di classificazione ed inoltre sono inserite in maniera causale.
L’articolo di Gregory è accompagnato da uno del filosofo cognitivo Roberto Casati, “La vera sfida è migliorarla” e da un “Citizendium di supervisori” di Chiara Somajni, che cura, sul supplemento culturale del quotidiano milanese, una rubrica dedicata alla rete.
Casati, pur non contestando le critiche di Gregory, critiche però estendibili anche a prodotti cartacei, affronta il problema da un punto di vista pragmatico. Ormai Wikipedia è nell’uso comune, perciò più che demonizzarla occorre saperla cogliere nelle sue potenzialità.
La Somajni concentra la sua attenzione sui progetti alternativi a Wikipedia e poi, con una lunga intervista a Frieda Brioschi, responsabile di Wikipedia Italia, illustra i nuovi progetti in atto.
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