E’ uscito in libreria il saggio di Massimiano Bucchi “Scegliere il mondo che vogliamo. Cittadini, politica, tecnoscienza” per la casa editrice Il Mulino, nella collana Contemporanea.
Sul Corriere della Sera del 23 maggio il volume di Bucchi è stato recensito da Giulio Giorello nell’articolo E l’uomo comune divenne tecnoscienziato.
Dal sito della casa editrice: “Energia nucleare, cellule staminali, treni ad alta velocità: quanto più la scienza e la tecnologia avanzano, tanto più la società sembra fare resistenza. Temi come il cibo geneticamente modificato, lo smaltimento di scorie e rifiuti, la ricerca sugli embrioni sono oggetto di accese polemiche e conflitti. Siamo davvero di fronte a uno scontro radicale tra scienza e società? Istituzioni e cittadini sono sufficientemente equipaggiati per discutere e affrontare le sfide poste dalla ricerca e dall’innovazione? Questo libro sostiene con forza che simili questioni non sono più risolvibili né con una “risposta tecnocratica” (la delega agli esperti), né con una “risposta etica” (il rinvio ai valori morali dell’individuo). Quella che si rende necessaria è piuttosto una “risposta politica”: poiché ogni tecnologia incorpora una visione dell’uomo, della natura e della società, diventano indispensabili sedi, istituzioni e procedure trasparenti e affidabili attraverso cui giungere a una scelta pubblica tra alternative possibili. Riscoprendo in questo modo la democrazia come confronto aperto tra diverse idee del nostro futuro. Che ci piaccia o no, forse è arrivato il momento di chiederci in quale mondo vogliamo vivere.”
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