‘La maturità del business è il “declinar crescendo” dell’impresa,
dove, mentre la curva del fatturato, non sempre degli utili, sale, quella della vitalità è già scesa. Tra il bilancio economico-finanziario e quello della forza vitale, le curve si incontrano in un solo punto, quando ormai è troppo tardi. Ma da qui può ricominciare l’avventura della creatività, quando un manipolo di coraggiosi inascoltati prende in mano il potere, per trovare altre strade, per creare una nuova vita, un nuovo business. Le imprese, come le persone, devono nascere e risorgere più volte nel corso del tempo. Ma è, per tutti, molto difficile’.
La tensione fra necessità dell’organizzazione e libertà della creatività è al centro dell’articolo “Genio e sregolatezza soffocati in azienda” di Walter Passerini sulla creatività (in “Nova”, il supplemento che Il Sole 24 Ore dedica a Scienza, Innovazione e Tecnologia: v. i due item precedenti in questa Rassegna).
Per un certo aspetto le considerazioni di Passerini si legano con le osservazioni finali della Philips contro il riduttivismo biologico della creatività.
‘Il creativo vuole essere valutato, chiede un riconoscimento, non l’indifferenza che trasuda da certi sistemi premianti e remunerativi. Perché il creativo sguazza nell’informalità. Ma vuole vedere premiato, e non solo con il denaro, il suo merito’.
[v. il precedente item in questa Rassegna]