“Il nostro primo contributo al blog contiene un breve schema del progetto di ricerca, il protocollo d’intervista che stiamo utilizzando e un breve riassunto del nostro primo incontro coi ricercatori contattati.” (da: Artificial Empathy : diario di un’esplorazione)
Queste le domande che strutturano le nostre interviste ai ricercatori incontrati.
Obiettivi:
Lo scopo di questa ricerca è l’esplorazione della natura e delle funzioni (attuali e possibili) di agenti artificiali (quali robots e virtual agents) e cercare di capire le loro implicazioni sociali nonché i problemi etici che possono emergere dall’interazione con questi attori artificiali.
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– Per quali usi sociali è stato progettato quest’artefatto?
– Cosa intende suscitare quest’agente artificiale nell’interlocutore umano a livello emozionale o affettivo?
– Che competenze cognitive deve avere un agente artificiale per attivare questa reazione emotiva in un umano?
– È importante la capacità dell’agente virtuale di comportarsi come un agente umano (per es. imitare) per attivare questa reazione?
– È importante che dietro l’agente artificiale ci sia un agente umano che controlli l’interazione (ci riferiamo per es. ai robot semi-autonomi, o ai dialoghi pre-programmati negli agenti artificiali)?
– Questi vincoli sono puramente tecnici o corrispondono a una dimensione essenziale del progetto?
– Cosa è secondo Lei una relazione emozionale o affettiva tra attore umano e agente artificiale?
– È una simulazione dei rapporti emozionali o affettivi umani o qualcosa di diverso, di nuovo?
– Possiamo pensare a una relazione empatica tra attore umano e attore artificiale? In che termini: finzione (simulazione dell’empatia umana) o generazione di una relazione specifica, con caratteristiche proprie?
– Per la creazione degli artefatti vi riferite a teorie filosofiche o scientifiche delle emozioni (o dell’empatia) e, se sì, a quali?
– Quali sono i vostri riferimenti teorici in intelligenza artificiale e/o robotica? E in scienza cognitiva?
– Avete (altre) fonti di ispirazione esterne al vostro campo?
– Voi lavorate sugli agenti artificiali invece che sui robots (o vice versa) per creare agenti capaci di interazione sociale. Questa scelta è più di un risultato di una storia di vita (ovvero, vi è capitato di lavorare in questo dominio) o pensate che ci siano ragioni tecniche, teoriche o d’altro tipo che giustificano questa preferenza per un tipo di agenti artificiali invece che per l’altro?
– Come immagina il futuro di questo tipo di ricerca? Immagina nel futuro un ampio di questi agenti tanto ampio da avere un impatto siggnificativo sulla vita umana? E sull’ambiente, sociale e naturale?
– Come immagina il futuro della relazione uomo-macchina?