[29 luglio 2002] Dal sondaggio FGB-Poster "Biotecnologie e opinione pubblica" (nel Percorso sulle Biotecnologie)... ...all' articolo "Domande sbagliate sulle staminali" (Sole 24 Ore, 28 aprile 2002)... ...al Dialogo on-line tra Vittorio Bertolini e Gilberto Corbellini"... ...alla lettera di risposta all'articolo scritta dai curatori del sondaggio ________________ |
Sul Domenicale de Il Sole 24 Ore del 28 aprile è uscito un articolo di Gilberto Corbellini Domande sbagliate sulle staminali, in cui vengono criticati due sondaggi, luno realizzato dal Censis per il Movimento per la vita da cui risulta che il 67,3% degli italiani «si dichiara contrario all'utilizzo degli embrioni per qualsiasi motivo», laltro della Fondazione Giannino Bassetti-Poster [ndr: pubblicato, in questo sito, nel Percorso sulle Biotecnologie], che registra un 58% di italiani contro l'utilizzazione di «embrioni umani per la ricerca scientifica anche solo nei primissimi giorni del loro sviluppo».
La critica di Corbellini si svolge su due livelli. Al primo livello si lamenta che le domande sono state poste in modo sbagliato. Ora che i risultati dei sondaggi siano influenzati dal modo in cui sono poste le domande è cosa più che risaputa; si veda larticolo di Alberto Oliverio Quei sondaggi "truccati" su Avvenire (28 settembre 2000). Nonostante ciò la critica di Corbellini si basa su un'argomentazione metodologicamente viziata. Infatti quando suggerisce che la domanda andrebbe formulata in modo diverso: "è privo di senso . [non] specificare che si tratterebbe di embrioni donati dai genitori e altrimenti destinati alla distruzione, e che da quelle sperimentazioni deriverebbero conoscenze e tecniche utili per curare gravi malattie", ricade nello stesso errore che si vorrebbe correggere. Se nel chiedere se la ricerca sugli embrioni è utile aggiungiamo le specifiche suggerite, implicitamente si indirizza la risposta in una direzione precostituita.
Veniamo alla critica di secondo livello. In sostanza Corbellini fa notare, e qui non si può non essere daccordo, che lo strumento sondaggio viene molte volte usato impropriamente, più con lintenzione di convincere che per conoscere (anche se in modo grossolano) le tendenze dellopinione pubblica. Per esempio, il Movimento per la vita perché ha pubblicizzato i risultati con "un comunicato a pagamento su uno dei principali quotidiani italiani"?. Si tratta di un artificio retorico simile a quello della profezia che si autoconferma. In anni abbastanza lontani la pubblicità di un dentifricio recitava "Nove americani su 10...".
Delluso improprio del sondaggio, della sua carica deresponsabilizzante e dei possibili correttivi, si è discusso il 3 giugno a Palazzo San Macuto a Roma nel corso di un forum organizzato dalla rivista "Reset" sul tema: "Nuovi esperimenti di democrazia: l'antisondaggio", e cui hanno partecipato politici come Giuliano Amato, Carlo Rognoni, Enrico Letta, Claudio Petruccioli, costituzionalisti come Massimo Luciani e Antonio Baldassarre e sondaggisti come Renato Mannheimer.
Alcune considerazioni sul convegno sono state pubblicati da Repubblica nellarticolo di Silvio Buzzanca Troppi sondaggi muore lopinione e su Avvenire Dopo i sondaggi, l'antisondaggio con i «focus group» di Roberto Zanini.
Anche se i sondaggi a cui fa riferimento il convegno riguardano il mondo della politica, le considerazione svolte, a cominciare dalla provocatoria definizione: « Il sondaggio registra quel che la gente pensa quando non pensa» sono facilmente trasferibili in altri contesti.
Al centro del convegno vi è stato la proposta dell'americano James Fishkin, docente all'Università del Texas e ideatore di un progetto di "assemblee deliberative " (deliberative polling).
Le "assemblee deliberative" derivate dal marketing aziendale sono strumenti sul tipo dei focus group e delle consensus conference all'interno delle quali si formano i cittadini: seminari, scambio di opinioni, confronto diretto. «Proviamo ad immaginare - spiega Bosetti - che si selezionino, secondo i noti criteri di rappresentatività statistica 500 persone e le si convochi come per un congresso. Si sceglie un tema, per esempio le politiche sulla criminalità e si faccia confrontare i convocati prima con gli esperti, poi fra di loro e, infine con i politici per quattro giorni. E alla fine si verifichino i cambiamenti di opinione».
(2 luglio 2002)
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[*]Vittorio Bertolini (Scheda biografica) collabora con
la Fondazione Giannino Bassetti
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