A seguito degli articoli di Maggio e Giugno riguardanti il Principio di precauzione (si vedano gli archivi della sezione “Argomenti” dei mesi di Maggio e Giugno) è emerso chiaramente che, nel sito della Fondazione Bassetti, il Principio viene trattato come una declinazione del tema “Governance dell’innovazione scientifica e tecnologica“. Su quest’ultima tematica si è svolto nel corso dell’estate un dialogo a più voci che, avviato da Gian Maria Borrello, ha coinvolto Daniele Navarra, Gavino Zucca e Luciano Butti. Lo spunto per affrontare l’argomento è venuto dagli ultimi tre articoli pubblicati da Navarra nel suo blog “Innovation, Risk and Governance“, ai quali ha fatto seguito una serie di considerazioni da parte di Borrello nel suo blog nel sito “Tout se tient” (che per quanto riguarda i temi trattati è spesso vicino al sito della Fondazione Bassetti).
Tutti gli interventi hanno fatto particolare riferimento alle decisioni politiche, al coinvolgimento in esse degli esperti scientifici e alla partecipazione del pubblico; questo è stato lo spunto per un articolo in cui Borrello ha raggruppato 33 Rassegne stampa pubblicate nel sito dal 2001 a oggi, sintetizzandone il contenuto, anche mediante un buon numero di citazioni, allo scopo di porre all’attenzione dei lettori i diversi punti di vista che, sul tema, erano presenti negli articoli di giornali e riviste presi in esame da Vittorio Bertolini, curatore della Rassegna.
Di recente, Bertolini ha anche recensito e segnalato alcuni libri, riviste e articoli: l’articolo di Ernesto Galli della Loggia “Scienziati: un’opinione di troppo” (Corriere della Sera del 31 maggio); l’articolo di Silvio Garattini “Un terzo degli scienziati imbroglia” e quello di Federico Mereta “Lavori truccati a causa del conflitto di interesse” (entrambi su Il Sole 24 Ore del 9 giugno); “Ti amo maiale”, di François Schuiten e Benoit Peeters (Il Sole 24 Ore del 17 luglio); “Eresie ambientali”, di Stewart Brand (Technology Review, luglio-agosto 2005); la rivista Kos e il saggio in essa pubblicato di Giuseppe O. Longo, “Una pulce sottopelle”; i libri Verso l’immortalità, di Edoardo Boncinelli e Galeazzo Sciarretta e Nanotecnologie, ambiente e percezione del rischio, di Luciano Butti e Luca De Biase. La recensione di Verso l’immortalità è da ricondurre al tema, centrale nel corso dell’ultimo anno di attività della Fondazione, della responsabilità per l’innovazione in campo medico: la tematica della vita e della morte viene affrontata sia sotto gli aspetti storico-antropologici, sia nell’ottica tecnico-scientifica delle moderne scienze biologiche, dove le prospettive di estensione della vita e di miglioramento della sua qualità possono portare a diverse scelte e a decisioni radicali. La recensione di Nanotecnologie, ambiente e percezione del rischio riguarda un libro che ha come oggetto un’ottica ben nota ai lettori del sito della Fondazione, quella di una nuova alleanza fra politici e scienziati, affinché ‘la scienza della responsabilizzazione si affianchi alla scienza delle cause’ (L. Butti, L. De Biase). La riflessione che Butti e De Biase svolgono in questo libro si articola attorno al Principio di precauzione e, sulla scorta di quanto detto all’inizio di questo Diario in merito al tema della Governance, risulta quindi evidente il motivo che ha condotto a recensire il loro saggio.
Per gli altri articoli sopra indicati, si vedano le Rassegne pubblicate nei mesi di Giugno, Agosto e Settembre e la Segnalazione del 31 agosto.
Altre due recensioni, queste a cura di Claudio Tugnoli, hanno riguardato il libro L’evoluzione della cultura. Proposte concrete per studi futuri, di Luigi Luca Cavalli Sforza, e la raccolta di saggi Antropocentrismo e biocentrismo. Due paradigmi a confronto, a cura di Maria Antonietta La Torre.La prima pone fra l’altro in evidenza che, a parere di Cavalli Sforza, sulle innovazioni interverrebbe una doppia selezione: ‘La selezione culturale presenta due livelli. Il primo è la decisione se accettare o respingere una certa innovazione in rapporto ai nostri valori e desideri. Ma il secondo livello è quello in cui interviene la selezione naturale, la quale decide in base alla nostra sopravvivenza e riproduzione il peso che avranno presso le generazioni successive le decisioni assunte. La selezione naturale ha l’ultima parola nella scelta e nella decisione riguardo al comportamento della specie nel lungo periodo. Al carattere disastroso delle nostre scelte attuali potrà essere posto rimedio esclusivamente da parte della selezione naturale.’ (C. Tugnoli).
In parallelo alla recensione è possibile leggere un dialogo tra Gian Maria Borrello e Claudio Tugnoli, dove viene sottolineata la distinzione concettuale tra “invenzione” e “innovazione” (‘Interessante il tipo di distinzione concettuale fra “innovazione” e “invenzione”: la prima corrisponde a un processo volontaristico, mentre la seconda risponde a un processo meccanicistico. L’innovazione alla volontà, l’invenzione a un bisogno. La minigonna di Mary Quant non rispondeva a un “bisogno” della società, ma ha generato mutazioni “relazionali” nel tessuto sociale.’ — G.M. Borrello) e dove, con riferimento alla selezione naturale, si accenna una riflessione sul libero arbitrio, citando anche un passaggio del seminario che Giuseppe O. Longo tenne on-line, nel sito della Fondazione, nel Febbraio 2003. La recensione della raccolta su antropocentrismo e biocentrismo prende in esame alcuni saggi che riguardano il paradigma del rapporto fra l’uomo e la biosfera: ‘La riflessione sui danni ambientali provocati dallo sviluppo della scienza e della tecnica, nonché dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse energetiche del pianeta, ha contribuito negli ultimi decenni a una revisione del rapporto tra l’uomo e la natura e alla ricerca di un nuovo paradigma.’ (C. Tugnoli).
Un’altra recensione, questa volta a cura di Cristina Grasseni nel suo blog dedicato all’Antropologia dell’innovazione, riguarda la raccolta di saggi Audit Cultures, a cura di Marilyn Strathern, sulla ‘cultura delle new accountabilities –cioè l’introduzione di protocolli standard per rendere “accountable” (valutabili e perciò responsabili) determinati tipi di performance’ (C. Grasseni) e fa ampi riferimenti alle “culture della valutazione” e ai loro riflessi sociali. L’articolo ha ricevuto i commenti di Giacomo Correale e Mario Castellaneta.
Ultimamente, nello stesso blog è stato pubblicato un articolo di Valentina Porcellana, “Antropologia, arte e responsabilità sociale”, che inaugura una serie di interventi con lo scopo di definire i punti di contatto tra arte “responsabile” e antropologia, e di dare spazio a mostre, appuntamenti, libri a carattere interdisciplinare.
Da evidenziare anche che gli ultimi item nel blog di “Segnalazioni” (“ObiettivoUomoAmbiente: prima Biennale internazionale di fotografia e dibattiti tra scienza e cultura”, “Nanotecnologie, ambiente e percezione del rischio”, “L’ ONU sul futuro: controllare le tecnologie”) hanno in comune con il corso dei recenti articoli qui indicati la tematica dell’Ambiente, vista attraverso lo sguardo delle problematiche poste dalla Governance dell’innovazione scientifica e tecnologica. A proposito di questo blog ricordiamo che esso dà notizia, anche su segnalazione degli interessati, di eventi, iniziative, recensioni, siti web che possono interessare il pubblico del sito della Fondazione.