Negli ultimi mesi lo sviluppo delle tematiche del sito si è mosso lungo tre filoni.
Il primo ha come filo conduttore la relazione di Daniele Navarra “Modern Biotechnology in LDCs: Governing Innovation in India’s Agricultural Markets” scritta nel corso di una ricerca per conto della FGB durata tre mesi.
La ricerca ha comportato anche un viaggio per incontrare persone e luoghi in India, cioè in un paese in cui l’agricoltura è un’industria preponderante e che è quindi anche al centro della rivoluzione delle biotecnologie agricole. Navarra ha raccolto testimonianze in merito alla decisione di ricorrere, o meno, ad organismi geneticamente modificati, che sono casi concreti con cui confrontare le proprie opinioni in merito a scelte e responsabilità della gestione politica dello sviluppo.
Il secondo filone lungo il quale il sito si è mosso in questi mesi, ha come linea portante un Dialogo on line tra Gian Maria Borrello e Fiorella Operto (che collabora con il Robotlab di Genova –Reparto Robotica del CNR-IAN di Genova– e fa parte del Consiglio direttivo della Scuola di robotica) a cui si è successivamente unito Tommaso Correale Santacroce.
Tema iniziale per il dialogo era il rapporto fra arte e robotica. Con questo input, che ha svolto la funzione di leitmotiv, la conversazione ha coinvolto tematiche già prese in esame da Giuseppe O. Longo (docente di Teoria dell’informazione all’Università di Trieste) nel Seminario in forma di Forum svoltosi l’anno scorso nel sito della Fondazione e da Silvana Barbacci (ricercatrice della Sissa di Trieste) nel saggio “Dal Golem all’intelligenza artificiale: la scienza in teatro per una riflessione esistenziale”. Questo testo ha fornito numerosi spunti che hanno ispirato anche due articoli pubblicati nella sezione Argomenti del sito: l’uno (di Borrello e Correale Santacroce) è centrato sul saggio e ne riprende il titolo, mentre l’altro (di Operto) è intitolato “Robot: il corpo e l’anima” e riguarda l’approccio robotico all’Intelligenza Artificiale.
Il terzo filone è scaturito dall’intervista che Roberto Panzarani (docente di “Processi di Innovazione nelle organizzazioni” all’Università La Sapienza di Roma) ha rilasciato a TILAB (il Centro di Ricerca di Telecom Italia). Il titolo, “Formare significa lavorare a fianco dei ricercatori”, nomina i due cardini attorno a cui si bilancia la questione posta: la formazione mirata all’innovazione e la sua relazione con i ricercatori scientifici e tecnologici. Panzarani segnala come ‘il processo di obsolescenza, che investe inesorabilmente le tecnologie, coinvolge la formazione con una velocità sconosciuta in altre epoche’.
Ad approfondimento del tema, nella sezione Argomenti sono stati pubblicati anche alcuni commenti ai contenuti dell’intervista: dal ruolo del formatore al “talento” dell’innovatore, dalla responsabilità di chi fa formazione alle politiche di rapporto con le esperienze estere.