Nei mesi scorsi, il sito è stato caratterizzato dall’intenso utilizzo dei Web Log (“Blog“) e da interazioni col pubblico mediante specifici “Call for Comments”.
Come si ricorderà, il primo spazio web organizzato come Call for Comments è stato quello condotto da Daniele Navarra nel giugno di quest’anno, intitolato “Innovazione, Rischio sociale e Responsabilità politica”. Da allora abbiamo utilizzato questo mezzo di scrittura collettiva per affrontare, in modo concentrato e collaborativo, le tematiche via via più rilevanti nell’evolversi del sito.
Dal 18 settembre al 14 novembre, il sociologo Giuseppe Pellegrini ha condotto il CfC sul progetto “Partecipazione pubblica e governance dell’innovazione (una proposta di sperimentazione istituzionale sul tema delle biotecnologie)“.
Il proponimento di questo CfC è stato di raccogliere commenti rispetto ad un’esperienza altamente innovativa di policy. La Fondazione Bassetti ha infatti ricevuto dalla Regione Lombardia la richiesta di verificare se un’istituzione democratica –nel caso specifico, appunto, la Regione Lombardia– di fronte all’esigenza di prendere decisioni difficili –nel merito e nelle implicazioni politiche e di consenso che possono suscitare– possa migliorare i metodi decisionali e, su questa ipotesi, mettere a punto e suggerire procedure idonee. Tutto ciò chiedendo una partecipazione concreta a varie categorie di soggetti (imprenditori, scienziati, policy maker, associazioni di consumatori, associazioni ambientaliste) coinvolti a diverso titolo sul tema dell’innovazione in campo biotecnologico.
Il CfC dal titolo “No Innovation without Representation (A Parliament of things for the new Technical Democracies)“, avviato il 27 ottobre con la conduzione del sociologo Massimiano Bucchi e tuttora in corso, si connette all’invito a Milano, da parte della Fondazione Bassetti e del Politecnico, del sociologo Bruno Latour. Questo CfC ha svolto cioè la funzione di introdurre, affiancare e sviluppare gli argomenti che Latour ha trattato nel suo saggio “What rules of method for the new socio-scientific experiments?” e che ha discusso a Milano nella lecture che ha tenuto il 17 novembre.
Nel saggio citato, Latour tocca molti dei temi caratteristici del suo pensiero: l’aumentare della partecipazione dei non esperti alla pratica della scienza, lo sfumarsi del confine tra scienza e politica, le nuove forme di rappresentazione dell’innovazione tecnoscientifica, l’emersione delle cosiddette “tribune ibride“ (situazioni di governance dove devono essere presi in considerazione a pari valore sia i rappresentanti delle “cose naturali”, come ad esempio gli eventi metereologici o le scoperte d’ingegneria genetica, sia i rappresentanti della società umana) che dovrebbero condurre a nuove disposizioni politiche.
Oltre ai materiali di corollario e approfondimento al CfC, nel sito sarà pubblicata anche l’intervista a Latour realizzata da Margherita Fronte durante l’intensa giornata milanese.
Un altro CfC, anche questo tuttora in corso, è stato avviato il 31 ottobre a partire dalla Ricerca bibliografica su Innovazione e Responsabilità nella Information Society curata da Leone Montagnini. Una versione in inglese dell’introduzione è stata scritta da Daniele Navarra, il quale insieme a Vittorio Bertolini conduce il CfC con l’intenzione di realizzare una bibliografia in continuo sviluppo, cioè un work in progress, aperto ai contributi del pubblico, che possa svilupparsi all’interno di una comunità culturale.
L’altra forma di comunicazione e scambio con i lettori che si sta sviluppando sempre più nel sito è costituita, come dicevamo all’inizio, dai Blog, modalità di pubblicazione aperta anche ai contributi dei lettori.
Negli ultimi mesi, altri due Blog si sono aggiunti a quelli già presenti nel sito. L’uno, “Kata Gene“, di Massimo Bartoli e Gian Maria Borrello, ha lo scopo di fornire notizie, guide alla lettura e tracce riguardo a innovazioni e applicazioni scientifiche e tecnologiche che possono avere impatto sulla nostra vita. L’altro, “Innovation, Risk and Governance“, di Daniele Navarra, si propone come obiettivo di diventare un punto di aggregazione per ricercatori e docenti provenienti da diversi background culturali, al fine di consolidare un’agenda di ricerca interdisciplinare intorno ai temi del titolo. Il concetto di “innovazione” come elemento fondamentale per il passaggio da modelli sociali, deliberativi ed organizzativi di tipo tradizionale a modelli per una società moderna basata sulla conoscenza e l’informazione, nelle sue implicazioni è applicabile su più livelli: dalle tecnologie informatiche nella pubblica amministrazione alle biotecnologie, offrendo così una “piattaforma aperta” di discussione e scambio di conoscenze.
In questi ultimi mesi, la sezione Argomenti, nucleo del sito, si sta sviluppando sempre più come spazio connettivo dei contributi a firma della Redazione e di diversi autori (collaboratori o lettori coinvolti). Fucina di pensieri per questa sezione sono anche i Blog e i CfC, che in molti casi ne sono le propaggini.
La segnalazione presente in Argomenti relativa al libro di Sheila Jasanoff “Science at the bar“, ad esempio, viene sviluppata nel Blog della Rassegna stampa di Vittorio Bertolini. Il libro della Jasanoff osserva il fenomeno sempre più frequente in cui i magistrati sono chiamati a pronunciarsi su temi quali inquinamento ambientale, biotecnologie, genetica, effetti avversi dei farmaci o adeguatezza delle cure mediche spesso anche in assenza di leggi specifiche. Tali problematiche fanno parte della cosiddetta Scientific Governance: si veda, nella sezione Argomenti, l’intervento con questo titolo, nel quale viene ricordato come secondo Jacques Testart ‘le decisioni politiche non possono trovare un fondamento nella scienza’. Per Testart bisogna rafforzare le procedure di informazione, consultazione e trattativa che garantiscono il funzionamento democratico delle nostre istituzioni. Per far ciò, come sostiene il sociologo Michel Callon, bisogna mobilitare anche le conoscenze dei profani, perché la “competenza specifica” di questi permette una visione libera delle poste in gioco locali. Testart inoltre mette in guardia dal confondere una valutazione di ordine scientifico, con una di tipo politico, o con un giudizio etico.
Nell’esaminare il rapporto “scienza-politica”, possono essere presi in considerazione una pluralità di aspetti, che vanno dal discorso metodologico a quello della prassi con cui nel quotidiano si realizza l’incontro-confronto fra ricercatori e politici: “Attivismo politico e ricerca scientifica” è il titolo di un articolo in Argomenti che prende in esame come pressioni politiche e necessità di scoop spesso producono “cattiva scienza” dai riflessi sociali non trascurabili.
La problematica del rapporto tra scienza e denaro è uno dei temi di un articolo che Matteo Bartocci ha scritto, per il magazine on line “ReS”, componendo il proprio scritto utilizzando la tecnica, cara a Gregory Bateson, del métalogo, cioè un dialogo su un tema dato, svolto avendo come interlocutrice la figlia. Il post in Argomenti intitolato “Raccontare la scienza: Bateson” si apre con un richiamo a questo articolo, per poi passare ad osservare come la valutazione del proprio operato da parte degli scienziati porti inevitabilmente a parlare di responsabilità e capacità di prevedere (il Bateson epistemologo pone alla base dei suoi studi proprio l’impostazione dello sguardo che lo scienziato deve avere). Prevedibile, imprevedibile e improbabile sono perciò i termini che muovono questo post: “l’innovazione è la realizzazione dell’improbabile” è una frase che da sempre la Fondazione Bassetti associa alla propria attività.
Un caso paradigmatico di innovazione, economia, rischio e responsabilità, è preso in esame nel libro “Il primo frutto”, recensito da Margherita Fronte nel post in Argomenti intitolato “Contesa biotech: i semi della discordia“.
Il libro riguarda la vicenda del pomodoro Flavr Savr, primo pomodoro transgenico messo in commercio. La vicenda è ben nota a chi segue il dibattito sul biotech, ma il fatto che a narrarla sia una ricercatrice che ne fu protagonista, Belinda Martineau, aggiunge alla cronaca lo sguardo dell’insider.
Le questioni che ruotano attorno agli Organismi Geneticamente Modificati sono, in questi mesi, al centro di altri contributi nel sito. Oltre alla recensione citata, troviamo, sempre in Argomenti, la segnalazione delle giornate di studio del Pontificio Consiglio per la Pace e la Giustizia (il post si intitola “Chiesa Cattolica e Scienza: libertà di ricerca e responsabilità“), durante le quali sono state tracciate le linee della posizione del Vaticano rispetto agli Ogm. Il post è collegato al Blog di Bertolini, in cui vengono sintetizzate le posizioni del premio Nobel Carlo Rubbia, del Cardinale Ruini e del vescovo Fisichella, nonché della Cimi (Conferenza degli istituti religiosi italiani).
Riguarda gli Ogm anche l’ultimo intervento di novembre in Argomenti, dal titolo “Organismi Geneticamente Modificati: possibili dinamiche di rischio ed innovazione tra locale e globale“, di Daniele Navarra (anche questo in collegamento con il suo Blog). Attraverso una breve rassegna di quelli che si reputano essere i temi più “caldi” intorno al dibattito sull’utilizzo o meno degli OGM, è intenzione di Navarra proporre una prospettiva atta a giudicare rischi e responsabilità di una decisione presa a livello locale rispetto a processi politici, deliberativi ed economici a livello globale, e viceversa.