Il mondo scientifico come possibile "sovragoverno" e la distanza della collettività dal mondo della scienza sono il doppio filo lungo il quale si snodano i temi nella pagina numero 6 degli Argomenti del sito.
"Ciò che è possibile accadrà" è il primo di essi, ed è composto da domande e risposte.
Propone una molteplicità di sguardi attorno ai termini potere, sapere, velocità, scelte, decisioni, responsabilità, futuro.
Si sviluppa da un articolo di Marina Corradi, pubblicato sul quotidiano Avvenire nel febbraio 2002, in cui possiamo leggere le opinioni del rettore dell’Università Lateranense monsignor Rino Fisichella, del genetista Edoardo Boncinelli, del preside della Pontificia Accademia delle scienze Nicola Cabibbo, e di Ivan Cavicchi, direttore generale di Farmindustria.
È possibile che la comunità scientifica, o una parte di essa, finisca col fare le sue scelte da sola, senza attendere più la politica, senza la legittimazione cioè che viene dall’assenso di chi è stato eletto dai cittadini? Questo è l’interrogativo attorno al quale ruotano le loro risposte.
Le complesse relazioni tra le parole sapere e potere ci vengono proposte quasi in modo esplicativo dal secondo tema della pagina, "Esperimenti & Democrazia: il riso transgenico di Casalino".
Lo scorso 22 ottobre, in un piccolo comune italiano (Casalino, Novara) si è tenuta un’assemblea pubblica dal titolo "Sperimentazioni agroalimentari, le forme partecipative dei cittadini".
Questa iniziativa, in una zona dove il riso è di casa, è nata dal subbuglio provocato dalla coltivazione di un riso molto particolare, modificato geneticamente per resistere all’azione di un erbicida.
Infatti, circa tre anni fa, un contadino locale ha affittato un piccolo terreno all’Istituto di Botanica dell’Università di Piacenza, e il gruppo di ricercatori guidato da Corrado Fogher ha deciso di sperimentarvi, legalmente, la coltivazione transgenica.
Quando a Casalino ha iniziato a circolare la voce del riso transgenico, si è scoperto che nessuno degli abitanti era al corrente dell’esperimento. Nel dibattito del 22 ottobre si è auspicato che la democrazia si aggiorni e si doti di strumenti che siano in grado di rendere i cittadini partecipi delle decisioni.
Il terzo tema della pagina 6 degli Argomenti porta il titolo "La scienza come magia" e si dipana attorno all’articolo di Umberto Eco "Il mago e lo scienziato" (La Repubblica, 10 novembre 2002) e al suo intervento alla Conferenza Scientifica Internazionale tenutasi a Roma il 10 novembre 2002, giornata nazionale per la ricerca sul cancro, presieduta da Umberto Veronesi.
L’intervento di Eco aveva per titolo "La percezione della scienza da parte dell’opinione pubblica e dei media"
La distanza dalle decisioni, la difficoltà di comprendere appieno i possibili risultati delle scelte, la lontananza tra chi sa e chi non sa, inducono a riflettere su come venga percepito lo sviluppo scientifico dalla comunità sociale.
"Vi è talora un pactum sceleris tra scienziato e mass media per cui lo scienziato non può resistere alla tentazione, o crede suo dovere, di comunicare una ricerca in corso, talora anche per ragioni di fund raising, ma ecco che la ricerca viene subito comunicata come scoperta – con conseguente delusione quando ci si accorge che il risultato non è ancora sul piatto."