A un anno dall’inizio del progetto, il team offre un resoconto dei progressi fatti.
Procede e inizia a portare i primi interessanti risultati il progetto ElderTech “Emerging Technologies and vulnerabilities in aged care”, avviato a settembre 2021 dal Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell’Università degli Studi di Milano (UniMi), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali del medesimo Ateneo e la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele (UniSR). Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo nel 2020, con il bando “Ricerca Sociale: Scienza, Tecnologia e Società”, ha a cuore lo studio del rapporto tra l’uso delle Tecnologie Emergenti (Emerging Technologies – ET) nella cura degli anziani (aged care) e la vulnerabilità della popolazione anziana, nelle sue molteplici sfaccettature.
Nell’alveo di ElderTech, Fondazione Giannino Bassetti e Notizie di Politeia ricoprono il ruolo chiave di canali di comunicazione con il pubblico, specialistico e non, permettendo di condividere l’avanzamento del progetto su ampia scala, e di coinvolgere tutti gli stakeholders potenzialmente interessati ai temi della ricerca.
A marzo 2022 si è tenuto il kick-off meeting del progetto, durante il quale la Principal Investigator Virginia Sanchini, insieme a Giorgia Beretta (Project Manager) e Annachiara Fasoli (junior research fellow), ha presentato i risultati fino a quel momento ottenuti a tutto il team di ricerca, comprendente ricercatori e professori di UniMi e di UniSR. Il primo decisivo obiettivo raggiunto è uno studio sistematico della letteratura bioetica che ha consentito di chiarire il concetto etico di vulnerabilità quando riferito alla popolazione anziana, definendone il significato, i fondamenti e gli usi.
La vulnerabilità è infatti una nozione fondamentale all’interno del dibattito bioetico, tradizionale e contemporaneo. Nella letteratura filosofica, sono presenti, in particolare, due accezioni di vulnerabilità. Da un lato, la vulnerabilità intesa come caratteristica della condizione umana in quanto tale e, in questo senso, definita ontologica, perché strettamente legata all’essenza dell’uomo e alla sua costitutiva finitezza, fragilità e mortalità. Dall’altro lato, la vulnerabilità può indicare uno stato dipendente da fattori contingenti (fisici, psicologici, sociali, economici, ecc.), presenti solo in alcuni soggetti, e si parla allora di vulnerabilità situazionale. Analizzando le numerose pubblicazioni di ambito accademico che si occupano di vulnerabilità nell’ambito specifico della cura degli anziani, è stato possibile ricavare una classificazione delle molteplici dimensioni della vulnerabilità, quando riferita a questa fascia della popolazione, tradizionalmente definita vulnerabile. Sono state identificate sei tipologie di vulnerabilità: fisica; psicologica; relazionale; morale; socio-culturale, economica e/o politica; e, infine, esistenziale e spirituale. A queste, si aggiungono ulteriori condizioni che possono caratterizzare, contemporaneamente, più dimensioni della vulnerabilità degli anziani: depressione, solitudine, perdita del controllo, situazione di vita, medicalizzazione, sotto-trattamento del dolore.
Tale lavoro, pubblicato di recente su BMC Medical Ethics, è servito come base teorica essenziale per impostare il lavoro di ricerca sulle nuove tecnologie, impiegate nella cura e nell’assistenza agli anziani.
A questo proposito, l’indagine sulle ET è stata avviata, effettuando, come prima fase di ricerca, un’analisi di mercato volta a mappare le tecnologie attualmente disponibili, specificamente rivolte alla popolazione dei seniors. Per quest’ultimo lavoro, in particolare, è stato realizzato un database in lingua inglese, i cui dati, una volta analizzati, sono stati utilizzati per predisporre tabelle riassuntive e grafici esplicativi.
Lo scopo di tale indagine è stato infatti quello di valutare la distribuzione e la caratterizzazione delle tecnologie e il loro impatto sulla cura degli anziani, esplorando i valori promossi e i potenziali aspetti controversi, relativi al loro utilizzo. Tale disamina può offrire un punto di partenza per svolgere alcune considerazioni sulle funzioni e sulle conseguenze dell’uso delle ET e per riflettere sulle implicazioni etiche della loro implementazione nell’assistenza agli anziani. I risultati di tale ricerca sono stati presentati da Beretta e Fasoli in occasione della 5th International Conference on Ageing & Technology Fair, Active Ageing through Innovation: Learning from the COVID-19 Pandemic, tenutasi a Praga l’8 e il 9 giugno 2022.
Accanto alle analisi di mercato in merito alle ET, di fondamentale importanza risulta anche comprendere che cosa pensino i final users di questi dispositivi, comprendere cioè il punto di vista degli anziani e indagare il nesso tra la loro prospettiva e le diverse dimensioni di vulnerabilità.
Nel corso delle ricerche effettuate nel primo anno di ElderTech, si è scoperto che una buona parte della popolazione che utilizza le ET sono anziani con disturbi cognitivi. Per questo motivo, si è scelto di procedere con una revisione sistematica degli studi qualitativi, sulle percezioni degli anziani, con demenza e/o altri deficit intellettuali, in merito alle ET. Lo scopo è indagare non solo l’impatto etico delle ET, come percepito dagli anziani, ma anche, in linea con lo scopo generale del progetto, analizzare in particolare la relazione tra le tecnologie emergenti e le molteplici vulnerabilità degli anziani (fisica, psicologica, relazionale, ecc.), per indagare se e in che relazione le tecnologie emergenti disegnate e progettate per gli anziani siano in grado di minimizzare alcune vulnerabilità preesistenti o se, al contrario, le peggiorino o addirittura ne creino di nuove, e in che misura.
I risultati preliminari di questo lavoro sono già stati presentati da Virginia Sanchini alla conferenza Enhancing Dialogue to Bridge the Gaps in Bioethics, tenutasi a Varese dal 15 al 17 settembre 2022. Organizzata dall’European Association of Centres of Medical Ethics (EACME), la conferenza è stata occasione di incontro e dibattito tra numerosi ricercatori e ricercatrici, provenienti dai vari centri di ricerca europei, i quali, con i loro interventi, hanno dato spunti importanti per questo progetto. I risultati definitivi della revisione verranno sottoposti per la presentazione alla prossima Conferenza EACME, che si terrà a Varsavia dal 14 al 16 settembre 2023.
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