David Guston, professore dell’Arizona State University, ha presentato mercoledì 7 luglio in un seminario a invito presso la Fondazione Bassetti, il lavoro del CSPO (Consortium for Science, Policy and Outcomes) e del CSN-ASU (Center for Nanotechnology in Society at Arizona State University). Tra i partecipanti: Ottavia Bassetti, Piero Bassetti, Oscar Biffi (Università di Bergamo), Giuseppe Caravita (Nova/Il Sole 24 Ore), Tommaso Correale Santacroce, Cristina Grasseni, Mario Salerno (Politecnico Milano), Paolo Zanenga (PDMA).
Il CSPO è una rete di individui e istituzioni i cui obiettivi sono quelli di costituire una comunità di studiosi e professionisti, di educare studenti e dirigenti e di coltivare discorsi pubblici incoraggiando la responsabilità dei decisori politici. Il centro è composto da 12 docenti universitari, da uno staff professionale di 9 membri, 4 ricercatori e insegnanti di facoltà, 4 ricercatori post-doc e da 49 studenti laureati e laureandi.
In particolare CSN-ASU ha come obiettivi: ricercare le implicazioni sociali delle nanotecnologie; formare un comunità di studiosi con una nuova comprensione della dimensione sociale della scienza e dell’ingegneria nano (NSE); coinvolgere il pubblico, i decisori politici, gli imprenditori e i ricercatori NSE nei dialoghi, sugli obiettivi e sulle implicazioni della NSE; collaborare coi laboratori NSE per introdurre una maggiore riflessività.
Per Guston, il CSPO dev’essere una risorsa importante a lungo termine per la trasformazione della ricerca scientifica e dell’ingegneria pratica attraverso l’integrazione della dimensione sociale nell’ASU (Arizona State University), ma non solo. Il centro punta a creare un rete globale di studiosi e professionisti che condividano la mission del CSPO e siano formati alle prospettive e alle analisi tecniche che esso sviluppa. Guston afferma: “L’idea è di creare un sistema dove almeno si pensi a quello che stiamo facendo. Non si tratta di controllo, né di predizione, ma di consapevolezza e scelta”.
Nel segno dell’interdipendenza tra tecno-scienza e cambiamento sociale, il CSPO cerca di integrare collaborativamente il punto di vista di scienziati e ingegneri con quelli della dimensione sociale dell’innovazione (etica, legale, politica, economica, ambientale). L’impegno del CSPO consiste nel facilitare la partecipazione di un pubblico diverso e di decisori eterogenei sui temi inerenti alla scienza e alla tecnologia, sviluppandone determinate capacità tra cui l’anticipazione, che riguarda il miglioramento delle abilità individuali e istituzionali allo scopo di identificare, valutare e rispondere ai cambiamenti scientifici, tecnici e sociali più velocemente possibile. Tra le strategie per il raggiungimento dei risultati vi è la scelta di temi di dibattito ispirata alle questioni pratiche (use inspired).
I programmi di ricerca rispondono a queste sei domande:
1. Innovazione responsabile: come possiamo migliorare le decisioni che gli individui, le organizzazione e i governi prendono?
2. Adattabilità e sostenibilità: come possiamo costruire e mantenere buone relazioni con la natura per rispondere ai cambiamenti del pianeta?
3. Scienza, tecnologia e affari globali: come valutiamo, creiamo e deliberiamo sui sistemi conoscitivi e di tecnologici necessari per un mondo globalizzato?
4. Sistemi tecnologici e infrastrutture: come possiamo capire e gestire i sistemi complessi e le strutture che costruiamo?
5. Salute e giustizia sociale: come possono il benessere sociale e la giustizia diventare un elemento centrale per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo?
6. Sicurezza e futuro comune: come possiamo creare un senso condiviso di sicurezza individuale e collettiva in un mondo politicamente e tecnologicamente dinamico e culturalmente diverso?
Guston ha esposto i numerosi programmi di laurea, i corsi di formazione, i programmi di divulgazione e i maggiori progetti di ricerca svolti. In particolare ha discusso della necessità di costruire nuove capacità di capire e governare il potere delle nanotecnologie per mezzo di governance preventiva, valutazione tecnologica in tempo reale, e gruppi di ricerca tematici. La governance preventiva si pone quindi come visione strategica, non come forma di governo. Prevede attività mirate di formazione, divulgazione, previsione, coinvolgimento, integrazione.
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Queste le slide usate da David Guston nella presentazione:
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Qualche immagine dell’incontro: