Quarta intervista della seconda stagione di interviste di Gabriele Giacomini dopo quella già fortunata messa online tra il 2017 e il 2018 e sfociata nel bellissimo libro “Potere Digitale. Come internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia” edito da Meltemi.
L’obiettivo di questo “secondo giro” di interviste è, in primo luogo, analizzare le principali sfide alla cittadinanza poste dalla diffusione pervasiva delle ICT e in secondo luogo, individuare le diverse proposte teoriche e pratiche avanzate da filosofi, giuristi, politologi, nonché le azioni fattuali che sono state messe in campo da istituzioni private, amministrazioni locali e governi statali per la promozione di una cittadinanza digitale autonoma e consapevole, che porti all’elaborazione di un habeas mentem adeguato alle sfide presenti e future di una comunità politica (nel senso di polis) sempre più innervata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. (NdR)
(Sotto il video e il podcast, si trovano la sintesi e l’elenco delle domande.)
Giovanni Ziccardi è professore di Informatica giuridica presso l’Università degli studi di Milano, dove ha fondato un Corso di perfezionamento in “Investigazioni digitali e data protection” e uno in “Informatica giuridica”. Dirige la rivista scientifica “Ciberspazio e Diritto”, collabora con Il Mulino, Doppiozero, il Fatto Quotidiano, il Corriere della Sera e l’Enciclopedia Italiana Treccani. Fra le sue pubblicazioni si segnalano: “Resistance, Liberation Technology and Human Rights in the Digital Age” (Springer 2012), “Internet, controllo e libertà” (Raffaello Cortina 2015) e “Tecnologie per il potere” (Raffaello Cortina 2019).
La tecnologia è capace di modificare il panorama intorno a noi. Tuttavia, spesso non ci si rende conto di ciò perché i cambiamenti, anche se radicali, non sono improvvisi. Dal punto di vista del potere, un primo salto discreto si è avuto con l’11 settembre. Da quel momento, con fini antiterrorismo, si è iniziato a controllare le comunicazioni fra le persone con raccolta “a strascico”. Un secondo salto è stato la diffusione degli smartphone: indossiamo di fatto la tecnologia, elaborando e producendo continuamente dati su noi stessi.
In questo contesto, l’essere umano è visto come una miniera a cielo aperto da cui estrarre dati. I flussi di dati permettono di realizzare servizi estremamente utili, ma offrono anche poteri di controllo. Piattaforme come Amazon offrono servizi personalizzati. In questo senso, la fortuna di Amazon non si basa tanto sulla vendita per corrispondenza quanto sulla capacità di suggerire articoli, di mostrare cosa hanno acquistato persone con gusti simili. I politici, invece, possono non solo conoscere i comportamenti dei loro elettori, ma anche prevedere i desideri, come mostra il caso Cambridge Analytica.
Ultimamente si sta diffondendo l’esigenza di “riappropriarsi” dei propri dati perché siamo in una situazione di sbilanciamento a favore delle piattaforme. Espressione di ciò è il GDPR europeo, una riforma epocale sulla protezione dei dati personali che va nella giusta direzione in quanto cerca di superare la frammentazione finora dominante: è importante fare fronte unico nei confronti di piattaforme che sono soprattutto straniere. Altri ambiti promettenti sono tre: l’antitrust e la concorrenza, il copyright e i diritti dei consumatori e dei contraenti deboli. Insieme al GDPR, agire in questi ambiti permette di realizzare un quadro di tutela giuridica ed economica significativo. Ma finora, nei confronti delle piattaforme, ci sono state soprattutto azioni “spot”: serve invece una politica coerente dell’UE, a partire dalla tassazione delle piattaforme. Obiettivo ideale, come insegna Rodotà, deve essere il rispetto della dignità umana anche su Internet.
Queste le domande poste nell’intervista:
1. min. 01:15 – Secondo te come è cambiata la natura del potere con l’avvento di Internet?
2. min. 04:23 – Che ne pensi del ruolo politico delle grandi company digitali? Sono una risorsa o un pericolo per la democrazia?
3. min. 08:46 – Come la politica sta utilizzando le tecnologie digitali per la propaganda? Quale è il confine fra azioni lecite e illecite?
4. min. 14:20 – Che ne pensi del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea? Quali sono i suoi punti di forza e quali i punti di debolezza?
5. min. 17:55 – Oltre al GDPR, ci sono altri strumenti per limitare la raccolta dei dati personali e la profilazione dei comportamenti?
6. min. 20:50 – Molti esperti si chiedono se ricorrere ad azioni antitrust per bloccare posizioni di dominanza su Internet. Altri pensano che i dati raccolti dalle piattaforme, dipendendo dal “lavoro” degli utenti, dovrebbero essere “retribuiti” o tassati. Che ne pensa di queste due azioni? Sono percorribili? Sono auspicabili?
7. min. 20:23 – I “diritti digitali” di cui si discute da alcuni anni sono molti: oblio, identità digitale, accesso, anonimato, partecipazione eccetera. Quale è il diritto più importante nella società digitale?
8. min. 25:00 – La “rivoluzione digitale” sollecita in molti modi la democrazia. Quale sarà il suo futuro?
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