Due uomini seduti uno di fronte all’altro. Ambedue stringono un lungo coltello in mano. Sono in attesa. Ogni tanto si guardano negli occhi, altrimenti guardano in basso sulle proprie gambe, o il coltello, che tengono un po’ sollevato, senza che tocchi nulla.
Vento.
“Da fuori”, come dalla strada, si sente una voce di richiamo.
V. Arrotino! Arrotino!
I due uomini, Guido e Riccardo, si fanno attenti. La voce pare avvicinarsi.
V. Arrotino! Energia!
I due uomini si alzano e escono spediti dalla parte della voce.
V. Energia! Arrotino!
Silenzio. Vento. Sedie vuote. Dopo una breve attesa i due rientrano. Si siedono. Non hanno più i coltelli.
G. E allora cosa hai comprato alla fine?
R. (eccitato) Guarda
Indossa una specie di corona e un guanto con un indice in più, metallico.
G. (scettico) Un altro gadget!
R. No.
G. Si!
R. E’ una cosa utilissima!
G. (quasi gridando) A cosa serve?
R. E’ un microonde elettromagnetico wireless mosso con il rilevamento dell’attività del mio cervello.
G. …
R. …
G. Significa che lo attivi solo pensando di attivarlo?
R. Esatto. Penso un numero, penso "si" o "no", indico… e questo si attiva di conseguenza per quel che intendo fare.
G. E lo vendono così? In una bancarella?
R. Perché?
G. Perché mi sembra una cosa rischiosa.
R. Macché rischiosa, è bellissimo!
G. Riccardo, guarda che è di quelle cose da non vendere e comprare così come una qualsiasi.
R. In questo hai ragione: non è una cosa qualsiasi. E’ una cosa bellissima!
G. …
R. Pensando "uno" posso cuocere qualunque cosa.
G. Si ma…
R. Non è pericoloso cuocere, giusto? Indico quel che voglio cuocere e in automatico mi fa la cottura standard.
G. …
R. Ma poi posso anche, solamente pensando, attivare certe funzioni del mio computer.
G.…
R. Muovere a distanza piccoli robot.
Si vede una pallina che rotola e fa un giro attorno a loro. Si percepiscono dei tuoni lontani.
G. …
R. Posso anche ricevere musica e qualsiasi tipo di informazione inviata senza fili!
G. Tutto questo lo ammetto, è bellissimo, ma quel dito in più…
Riccardo tira fuori un foglietto. Legge.
R. Pensando il numero nove attivo la sezione Premium… Posso confondere il cervello di chi voglio.
G. Quel che temevo, attento che…
R. Ecco…
G. (con gli occhi riversi) blblbl
R. Oppure alzare la temperatura di cose e persone…
G. (si tiene la testa e barcolla un po’) …
R. (fra se) Devo provare a cuocere un uovo!
G. …
R. Ne hai uno?
G. (sembra essersi un po’ ripreso, ma non essere del tutto presente) Cosa? Ma…
R. Chissà se esplode. (legge il fogliettino) Posso ricevere e fare telefonate soltanto pensando l’immagine di un cellulare che vibra!
G. Riccar…
R. (legge) …
G. Ricc…
R. …
G. Uno due tre…
R. (spensierato) ahaha! Ti piace lo scherzo?
G. Uno due tre?
R. Si, posso farti sentire in testa suoni e parole: ti sto inviando "uno, due" e "tre".
G. R…
R. Ecco, ora non li senti più.
G. (di sollievo) Ah!
R. Se voglio posso farteli sentire anche tutto il giorno! (leggero) Consuma pochissimo.
G. (ride inespressivo) Ahahah.
R. Allora, che te ne pare?
G. … tre.
Riccardo si dondola sulla sedia, questa si rompe e lui cade a terra. Nel momento in cui urta con la schiena, Guido cade anche lui all’indietro e il suo corpo comincia a fumare.
Si sente tuonare il temporale, è vicino.
R. (da terra)…
G. …
R. Guido?
G. …
R. Dai, non far così, non ho fatto apposta…
G. …
R. Mi è… come dire… solo partito un colpo…
G. …
R. Dai, non far così… hai ragione tu, è solo un gadget!
G. …
R. E’ un gadget, è un gadget, la guerra è lontana…
G. …
Riccardo si alza in piedi. Vede Guido a terra immobile e rimane esterrefatto. Quasi di corsa, con il respiro trattenuto e affannato, va al suo fianco e si inginocchia. Lo tocca. Riccardo è stravolto, improvvisamente cambiato.
R. Guido. Non ti ho mai visto… così…
G. …
R. Guido…
G. …
Cade un lampo vicinissimo. Il tuono è improvviso e fortissimo, eppure Riccardo si volta appena.
R. Perché riesco a darti ragione solo ora?
G. …
R.
G.
R.
G.
R. (con la voce mutata) E questo che guardo è ora così vicino a me e non ho più altro nel mio sguardo non più altro nel pensiero che questo… questo è irreparabile e dà significato a tutti i miei gesti passati e futuri… lo voglio portare sempre con me.
Rivolge a sé il dito. Strozza un urlo e uno spasimo. Si stringe con l’altra mano i propri occhi. Sanguinano.
Cadono altri due lampi vicinissimi di spazio e di tempo. Nell’aria profumo di fiori.
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Normalmente alla parola microonde si pensa solo al piccolo forno che molti usano per scaldare i cibi del giorno prima, per la colazione o, qualche volta, per cucinare piatti semplici e dietetici.
Per il wireless invece si pensa subito a telefonini, computer, telecomandi.
La lettura su Nova24 del 21 febbraio dell’articolo di fondo di Marco Magrini “La tortura wireless che cancella la coscienza“, mi ha dato la spinta per la scrittura di questo diablogo.
In effetti ora quando sento parlare di microonde non penso più al fornetto, ma a cose ben più tristi.
L’utilizzo delle scoperte scientifiche è stato anche il tema dello scorso diablogo. Qui ho voluto introdurre però anche un commento negativo verso la diffusione delle armi.
Come commentare il fatto che militari studino metodi sempre più efficaci e tremendi per avere la meglio su chiunque altro? O qualunque altra arma nemica? E’ il suo mestiere, la società in cui vive lo incarica di farlo al meglio. Il suo pensiero è "portare a casa i nostri ragazzi".
Con la tortura invece il discorso è differente?
Nel mio diablogo c’è un filo diretto tra gadget e armi. La vendita delle armi senza controlli accurati sul compratore, la costruzione di armi letali come le mine antiuomo, la passione infantile che penetra nei pori di adulti…
La leggerezza con cui si parla di morti in battaglia, di civili rimasti uccisi, di prigionieri tenuti in fin di vita… Tutto questo mi sembra una diffusa malattia di cecità. Non si vede, non è più possibile vedere con chiarezza l’orrore, perché l’orrore è solo una forma. Sempre più spesso una forma spettacolare.
Quando Italo Calvino parlava della leggerezza nelle sue "Lezioni americane" faceva una bipartizione: "spero innanzitutto d’aver dimostrato che esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca".
Io aggiungerei anche la leggerezza della cecità del pensiero, la leggerezza cieca.
E nel mio diablogo, con lo svelarsi drammatico delle cose cade la cecità del pensiero di Riccardo; il personaggio responsabile decide di non permettere più che altri veli cadano sul suo pensiero; di portare con sé quell’immagine d’orrore per sempre. E la strada che sceglie è la cecità fisica; la cecità fisica per una visione del pensiero.
Il diablogo si apre con un venditore ambulante (spero che anche voi abbiate nella memoria infantile almeno un richiamo di venditore) che fra le varie cose vende "energia". Mi piace pensare che presto la moltiplicazione dei gadget tecnologici venga sostituita da gadget che producono energia: vecchie dinamo migliorate, sistemi basati sull’acqua, sui nostri stessi spostamenti, sulla cinetica eccetera. Si stano affacciando ricerche e invenzioni veramente affascinanti.
Ma il venditore vende anche i giochi pericolosi. Un po’ fra i petardi fuorilegge e la vendita di armi in certi stati Americani.
Verso la fine del dialogo ci sono una serie di battute senza nemmeno i tre puntini. Lì c’è uno spazio senza tempo, senza possibilità di parole o pensiero razionale. E’ il momento del mutamento.
La tematica della leggerezza cieca si collega strettamente alla problematica della responsabilità nello sviluppo della robotica, problematica richiamata recentemente nel nostro sito da Fiorella Operto con l’articolo "Robotica. Una nuova scienza" dove si dice esplicitamente che con lo sviluppo della Robotica, deve diffondersi anche una Roboetica: "…chi si occupa di Roboetica ritiene che occorra al più presto aprire un serio dibattito internazionale, basato su una seria e corretta informazione, che porti alla regolamentazione di questi armamenti non convenzionali, come già avviene per quelli atomici, biologici o chimici".
(E’ proprio la lezione americana di Calvino dedicata alla Leggerezza che si conclude con la famosa frase: “Così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi”)
Qualche risorsa:
Nell’articolo di Marco Magrini si parla di un documento del Pentagono che, per decorrenza dei termini di legge, è diventato di pubblico dominio. Tale documento si può scaricare dal sito Freedom From Covert Harassment.
Uno dei tanti video che si possono trovare in rete sulle armi a microonde: Active Denial Microwave Weapons (simpatiche le risate vero?)
Si veda la voce in Wikipedia Microwave auditory effect.