Per la seconda copertina dobbiamo prima presentare il luogo e poi il tema affrontato.
Spatial non è il migliore dei metamondi possibili, ma è quello che al momento si propone con il più semplice approccio a chi non ha alcuna esperienza di ambienti virtuali, risultando particolarmente adatto a esporre materiali – fotografie, video, opere d’arte – e realizzare conferenze. È un mondo virtuale digitale con aspetto tridimensionale, visitabile in tempo reale da più persone contemporaneamente, offrendo loro la possibilità di dialogare, per scritto o a voce, di proiettare la loro personalità in avatar più o meno modellabili e di interagire con la realtà circostante.
In effetti per gli appassionati, ad esempio per coloro che dal 2003 frequentano Second Life, può sembrare quasi un giochino, ma fa parte di una costellazione di nuovi metaversi nati sulla spinta del picco d’interesse creato dal Metaverso di Meta lanciato nel 2021. Ciascuno di essi, differenziandosi per focus o aspetto, ha puntato sulla creazione di una comunità.
È l’ambiente dove abbiamo pensato fosse migliore il rapporto tra la complessità della tecnologia, i contenuti che vogliamo inserirvi e l’esperienza che il visitatore farà.
Siamo coscienti che entrando troverete molte proposte di giochi e curiosi ambienti da visitare (una delle caratteristiche di Spatial è di avere molti spazi tutti separati fra loro, anziché un unico universo di luoghi connessi fra loro), ma vi sono anche molti musei, gallerie, mostre.
La galleria di Fondazione Bassetti viene pensata come un luogo digitale dove poter parlare dei contenuti presentati. Visitandola da soli si possono esplorare i vari contenuti spostandosi dalla galleria al sito e viceversa, visitandola in compagnia si possono anche commentare i contenuti, dialogare e ascoltare oltre che leggere.
L’intenzione è infatti incontrarsi più volte, sia in modo leggero, giusto per trovarsi, altre volte magari in occasione di un incontro con un esperto o con uno speacker che introduce il tema.
Il tema della nostra seconda copertina sono le discipline STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics) in ottica di genere.
Abbiamo incrociato l’argomento più volte, negli anni più recenti con la presentazione del libro “Curarsi nel futuro” di Angela Simone e Valentina Fossati e poi ancor più esplicitamente parlando di “Per soli uomini. Il maschilismo dei dati dalla ricerca scientifica al design” di Emanuela Grigliè e Guido Romeo fino al ciclo di Monza “Essenze di scienza” e all’intervista con la stessa Grigliè disponibile in anteprima nella galleria in Spatial.
In parallelo molti contributi sulle discipline STEAM che, pur non essendo direttamente costruiti in quest’ottica, lungo questa sensibilità si rivelano.
Ad esempio, le interviste su Arte e responsabilità di Jonathan Hankins o la recente serie di dialoghi su Responsabilità e Intelligenza Artificiale a cura di Manuela Ravasio.