«Oltre lo specchio, la vecchia strumentazione di gestione del potere, le sue usurate redini, non tengono più. È un Piero Bassetti scoppiettante quello che riscrive sessant’anni dopo “Le Redini del potere” un pensiero lucido e innervato nei nostri tempi» – Alessandro Venturi, il Sole 24 Ore
Per la prima volta nella sua interezza il genere umano fronteggia problemi globali: combattere un virus pandemico, arrivare alla sopravvivenza ecologica del pianeta, convivere con l’algoritmo. Il mondo ci presenta il conto e minaccia di buttarci fuori: è in questo preciso momento storico che l’uomo è chiamato a cambiare il proprio ruolo di abitante della Terra. E può farlo attraverso l’innovazione, capace di realizzare l’improbabile, ma soprattutto attraverso la gestione del potere che deriva dalle nuove conoscenze.
Una volta raggiunto “l’oltre”, una volta attraversato lo specchio di Alice, non si può sfuggire alla domanda politica sul governo dell’innovazione: quali sono le finalità globali per l’agire umano? Esistono nuove forme di cooperazione per sopravvivere alla competizione? L’autore ci invita a riflettere, partendo da una drammatica dichiarazione di impotenza ma, allo stesso tempo, riconoscendo una nuova inedita solidarietà.
Dal retro di copertina:
“In un mondo glocal, dove (quasi) tutto ha il privilegio della mobilità, a cominciare dall’informazione, le categorie progettuali fondamentali, scompaginate, ci obbligano a pensare l’epoca nuova. Ma se il vecchio assetto tramonta, non è forse altrettanto vero che le cose più interessanti, oggi, le facciamo nel reame del «non sapere»?”
L’innovazione è una forza politica. Dopo il trionfo dell’algoritmo, dopo il potere ai social, dopo la rivoluzione delle scienze della vita e della fisica quantistica, stringiamo tra le mani un potere orfano di potenza. Ci eravamo abituati a dire: ciò che non funziona non vale. Eppure l’inanità valoriale di ciò che «potentemente» troviamo continua ad alimentare il nichilismo. Come Alice, abbiamo spiccato il balzo oltre lo specchio, per approdare nel paese delle meraviglie. Ma qui la vecchia strumentazione di gestione del potere, le sue usurate redini, non tengono più. A chi vada attribuita la funzione di sostituirle è un interrogativo al quale non ci si può sottrarre. In un mondo trasformato dall’innovazione e dal glocalismo, l’emergere di nuove soggettività e la formazione delle loro volontà politiche interrogano la capacità, da parte delle istituzioni, di trasformarsi conciliando valori e fini: attingendo a mezzi molto diversi da quando furono concepite. Allora l’esercizio provocatorio della ragione non è materia da indovini, ma da classi dirigenti responsabili predisposte alla visione del futuro.
Indice:
Introduzione
Quando svolta un’epoca
Capitolo 1
Innovazione e rivoluzione: il mondo è cambiato
Capitolo 2
Tempo zero, velocità infinita: i fatti di un’epoca nuova
Capitolo 3
Nuova epoca, nuova politica?
Capitolo 4
Per non essere disarcionati dalla storia
Capitolo 5
Svelamento
Capitolo 6
Ribaltare il vecchio schema
Capitolo 7
Soggetti della nostra storia. Italicità e civilizzazioni
Capitolo 8
Città al servizio del globale
Capitolo 9
Sfida all’horror vacui. Armare la barca per il nuovo bordo
Bibliografia