I.
Il dibattito sull’innovazione tecnoscientifica è vissuto e vive ancora della tensione tra il piano del discorso pubblico (la doxa, cioè «l’opinione») e il piano delle conoscenze incarnate nella prassi. Sul primo si confrontano le opinioni e gli interessi, circola l’informazione veicolata dai media, si organizza la domanda politica. Sul secondo si attestano gli avanzamenti della ricerca, si brevettano le innovazioni, si producono i fatti nei quali siamo costretti a vivere. Gli strumenti della scienza, a cominciare dallo «sguardo molecolare» descritto da Helga Nowotny e Giuseppe Testa in Naked Genes: Reinventing the Human in the Molecular Age, manipolano la vita ai livelli più profondi, spalancando possibilità enormi (le ipotesi di Yuval Noah Harari, un uomo che da Sapiens ambisce a farsi Deus) e depositando altrettanto grandi responsabilità. Quale decision making può comporre il conflitto tra le esigenze della democrazia, che si nutre di doxa, e le esigenze della prassi, che si nutre di competenza, cioè del sapere?
Non esiste un “decision making”, esistono uomini che si ascoltano, che si rispettano, che riconoscono le reciproche competenze (talvolta in competizione). Poi esiste la politica “alta” che fa sintesi, che tiene presente i valori umani e anche il benessere e la prosperità. Infine la politica deve fare scelte umane con lo sguardo all’orizzonte.
II.
Come in tutte le rivoluzioni moderne, nell’attuale, dettata dalla tecnoscienza, la persona cambia insieme al suo sistema di relazioni. Quale maggiore evidenza che la pandemia? La sfida del virus è un acceleratore e ci accorgiamo della drammatica sfida di dover vivere in un intorno diverso. Al di là della salute e della sopravvivenza (reggeranno i nostri sistemi sanitari? Reagiranno meglio gli approcci comunitaristi o quelli individualisti?) potremo continuare a riferirci agli stessi modelli di organizzazione del lavoro e della produzione (più o meno forzatamente smart)? Modificate le funzioni (esplosione della domanda di rete, differenza tra disporre di infrastruttura digitale e esserne esclusi), dovremo rivisitare il rapporto con la formazione (servono medici, ma servono anche i saperi per condividere i dati globali in un mondo fattosi piccolo)? Basterà… laurearsi in remoto?
Le relazioni virtuali possono reggere a completamento delle relazioni reali. Integrano, vicariano in emergenza. La testimonianza di vita non è il sapere bensì come applicare il sapere.
III.
L’innovazione è immersa nella potenza, ma orfana di potere; perché esso è la potenza strutturata, legittimata. La potenza senza potere è priva di consapevolezza, quindi irresponsabile. Incontriamo il potere, il modo in cui l’uomo si espande. Ma ora l’uomo non è impegnato nella lotta al contro-potere di altri uomini. In fondo è la prima volta che di fronte al nemico – il virus, e l’estinzione delle specie per effetto dei cambiamenti climatici, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande – l’umanità si presenta solidale. Come uscire dalla frustrazione dell’impotenza?
Solidarietà, lo studio non solo di come combattere un virus bensì di come creare (con quali sistemi e regole) un nuovo equilibrio win-win uomo-natura. Qualche sacrificio sarà necessario e benefico: una società non esclusivamente di diritti ma anche di doveri.
IV.
Per effetto dell’innovazione, il bottom-up e la rete seppelliscono le certezze della gerarchia, della democrazia rappresentativa, del centralismo democratico, dell’assolutismo di mercato. Avanza indubbiamente il populismo, eppure sotto sotto si vedono i segni di una rinnovata domanda di spirito cooperativo, sintonizzato con le opportunità del tipo di innovazione che la situazione richiede: lo sharing come forma differente di uso dei beni (a cominciare dai letti della terapia intensiva), nuove piattaforme digitali come strumento per assumere decisioni collettive, la connessione per dotare di più potere chi è – anche geograficamente – alla periferia. Come governarci al tempo delle connessioni reticolari?
Poche parole, vere, pesate. Esempi semplici e chiari. Combattere efficacemente fake news.
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