( Aggiornato il: 20 aprile 2020. Per le segnalazioni scrivere a: anticovid19@fondazionebassetti.org )
Dare risposte concrete ai bisogni emersi con la pandemia. Dalla stampa 3D di valvole per i respiratori, a sistemi per tracciare in tempo reale i contagi, dalla produzione di protezioni per prevenire il contagio, alla simulazione del ripiegamento proteico per sviluppare nuove molecole antivirali.
In queste settimane dolorose e senza precedenti, sono tanti i cittadini e i professionisti che stanno mettendo al servizio dell’umanità intera il proprio tempo e le proprie competenze. Con il risultato che la citizen science, l’innovazione bottom-up e un approccio collaborativo alla ricerca all’innovazione stanno dando un importante contributo per aumentare – e accelerare – la nostra capacità di rispondere all’emergenza sanitaria scatenata dal COVID-19.
Nel rumore generale che investe i media e social di tutto il pianeta, sono numerose le persone e le comunità che, spontaneamente, si sono organizzate – e si stanno organizzando – per unire le forze e combattere la pandemia. Per dare spazio, e sperabilmente aiuto, a queste iniziative, tentiamo di seguito di raccontarne alcune, augurandoci di contribuire ad intercettare bisogni e competenze, e metterli in rete.
Questi i progetti linkati e descritti in questa pagina: 3D Printing Unite for COVID-19, Open Ventilator Project, OpenAir, UBORA design competition 2020, Czechia sews face masks, Coronaselfcheck, Fold.it, vari software open source, Nextstrain, GISAID, Maschere Decathlon, Vicinoesicuro, Arduino Milano User Group & Wearables, ItalyMakers. Ma anche: ShapeMode, 3D4MED, ZoraBots, Milano Ventilatore Meccanico. L’elenco può crescere: aspettiamo le vostre segnalazioni!
In fondo all’articolo segnaliamo alcuni appuntamenti online per lo sviluppo di iniziative e progetti bottom up in riposta ai bisogni legati alla pandemia.
La stampa 3D è certamente una delle tecnologie protagoniste delle iniziative bottom-up anti COVID-19.
Ha fatto il giro del mondo la notizia delle valvole per respiratori, stampate in 3D all’ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, una delle più colpite dalla pandemia. Grazie a un fruttuoso incontro tra una giornalista (Nunzia Vallini, Giornale di Brescia), un maker milanese (Massimo Temporelli, FabLab Milano) e un imprenditore (Cristian Fracassi, di Isinnova), i pezzi necessari ai macchinari della terapia intensiva sono stati prodotti direttamente in ospedale. A questa esperienza ha fatto eco il forum “3D Printing Unite for COVID-19“, in cui makers di tutto il mondo condividono idee e soluzioni per rispondere all’emergenza (dalla produzione di valvole per respiratori alla conversione di maschere subacquee in ventilatori polmonari). E un’importante iniziativa open source internazionale, Open Ventilator Project, con quartier generale in Irlanda, che risponde sempre alla carenza di ventilatori, è descritta anche da Forbes. (Torna all’indice)
Sempre per rispondere alla scarsità di respiratori, João Nascimento, uno studente portoghese iscritto all’Università di Harvard, ha lanciato OpenAir. Il progetto – che ha l’obiettivo, anche proprio attraverso la stampa 3D, di trovare nuovi modi, veloci, accessibili e open source, di produrre l’equipaggiamento medico necessario – ha raccolto in meno di 24 ore l’adesione di 500 persone. L’iniziativa è in particolare rivolta ad esperti del settore, ma è aperta a chiunque voglia dare un contributo. (Torna all’indice)
Il progetto UBORA, che ormai da diversi anni applica un approccio open-source e bottom-up all’ingegneria biomedica, ha lanciato l’UBORA design competition 2020, con il titolo “Open source medical technologies for integral management of COVID-19 pandemia and infectious disease outbreaks”. (Torna all’indice)
Intanto, sui social network, sono invece nati svariati gruppi per sostenere l’autoproduzione, ad esempio, di mascherine. In Repubblica Ceca, il gruppo Facebook “Czechia sews face masks” è diventato virale, raggiungendo 24 mila membri in due giorni, ma la lista di community e tutorial attivi in tal senso potrebbe essere lunghissima. (Torna all’indice)
Anche chi non ha particolari competenze mediche o ingegneristiche può dare il proprio contributo alla battaglia contro la pandemia. Ad esempio, partecipando a Coronaselfcheck, una piattaforma che ha l’obiettivo di aiutare a tracciare in tempo reale i dati di diffusione del COVID -19 attraverso un self check personale. “I dati sono completamente anonimi e ceduti a enti governativi e sanitari con l’unico scopo di contribuire attivamente a limitare e controllare il contagio”.
Lo stesso si può dire per fold.it, un sito già attivo nel coinvolgere i cittadini nella simulazione del ripiegamento proteico. Da ormai qualche settimana, scaricando la app Foldit, gli utenti, “giocando”, possono aiutare i ricercatori a trovare nuovi farmaci antivirali che potrebbero fermare il coronavirus. Le soluzioni più promettenti saranno testate all’Institute for Protein Design dell’Università di Washington. Restando nell’ambito del ripiegamento proteico, un altro contributo che i cittadini possono dare consiste nella messa a disposizione di capacità computazionale dal proprio computer, scaricando e avviando folding@home. (Torna all’indice)
Infine, molti sono anche i software open source per la condivisione di dati utili alla ricerca. Alcuni degli strumenti disponibili e del loro ruolo nella lotta al coronavirus sono descritti su questo articolo di Wired. In particolare, Nextstrain è un’applicazione open source che serve a tracciare l’evoluzione di virus e batteri, mentre GISAID è una piattaforma – open access e gratuita – che promuove la condivisione delle sequenze genomiche di virus come quelli dell’influenza, dell’aviaria e del COVID-19. (Torna all’indice)
Una rete di medici, makers e in generale persone impegnate nell’attivazione dei territori si è mobilitata, partendo dalla provincia di Sondrio, ma raccogliendo adesioni anche a Milano, per fornire a una residenza anziani in provincia di Sondrio maschere decathlon convertite in maschere per l’ossigeno. I primi test hanno dato risultati positivi, quindi la comunità sta proseguendo nel lavoro e si sta organizzando su quattro aspetti:
1) Bisogni: chi ha richieste di mettere in funzione il sistema (ospedali, residenze anziani)
2) Maschere: chi tra privati cittadini e organizzazioni ha disponibilità di maschere
3) Stampa componenti: chi è in grado di produrre pezzi e componenti con stampa 3d o altre tecnologie
4) Rapporti con istituzioni: Croce Rossa (per trasporti), Sindaci, associazioni, reti di volontariato…
Presto maggiori info e link per contatti.
Sempre nell’ambito della attivissima rete di makers segnaliamo ItalyMaker, progetto per la creazione di una rete di Laboratori basati sulla tecnologia delle stampanti 3D, che attraverso la sua pagina Facebook è centro di raccolta idee, materiali e produzione per aiutare su molteplici fronti ad affrontare e combattere la pandemia.
Anche sul fronte della prevenzione, non mancano le iniziative di innovazione sociale per combattere l’epidemia, come Vicinoesicuro. Nato a Reggio Emilia, il progetto si sta estendendo in tutta Italia: completamente gratuito, offre una mappa navigabile di tutte le attività che effettuano consegne a domicilio: negozi, bar, ristoranti, edicole, lavanderie e altro ancora. (Torna all’indice)
Andrea Tarantino, cartolaio milanese, è ricorso al 3D printing per produrre, per sé stesso e per gli altri commercianti, una maschera protettiva in plexiglass, in grado di proteggere dal rischio di contagio da COVID-19. Per produrre una maschera, con una stampante non professionale, e a partire da un foglio di acetilene, ci vogliono sei ore. Non poco, ma quanto basta per rifornire i commercianti del quartiere (Affori).
Proprio per cercare di fare luce su quanto sta succedendo e ragionare sui processi che partono dai bisogni e sulle opportunità e criticità legate all’innovazione bottom-up – quali risorse, piattaforme, repository, licenze e certificazioni, – la comunità di maker, e in particolare l’Arduino Milano User Group & Wearables, si è data appuntamento il 21 aprile 2020 alle 19. Nella seconda parte dell’incontro sarà introdotto il ciclo Webinar dedicato a chi vuole imparare a usare Arduino. Qui ulteriori informazioni.
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Impresa e accademia al servizio di ospedali e cittadini
Anche se non siamo più nell’ambito della citizen science in senso stretto, di seguito vogliamo segnalare alcune iniziative che hanno preso forma grazie al tempestivo impegno di enti di ricerca e/o imprese innovative. Valvole di ventilazione stampate in 3D sono state fornite ad esempio da ShapeMode all’ospedale di Legnano. Salvatore Saldano, Chief Technology Officer della sart-up, ha trovato in rete il modello della valvola, messo a disposizione in open source da un ingegnere polacco e così è partita la produzione.
Sempre per rispondere alla necessità di fornire pezzi di ricambio per respiratori, sistemi di ventilazione e caschi Cpap, un’importante collaborazione si muove anche a Pavia. Il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università (e in particolare il Laboratorio clinico di stampa 3D4MED dell’Università di Pavia, guidato da Ferdinando Auricchio e Stefania Marconi) e il Policlinico San Matteo stanno infatti valutando i primi modelli prodotti con l’additive manufacturing. E per una produzione su più larga scala, potrebbero intervenire anche aziende già partner del laboratorio dell’Università pavese. (Torna all’indice)
Come segnalato sulla piattaforma patient’s innovation, l’azienda belga ZoraBots, sta invece lavorando per mettere a disposizione – gratuitamente – uno stock di robot giacenti nei propri magazzini, che potrebbero aiutare gli anziani costretti a casa senza visite a connettersi tramite Facebook messenger.
Tornando in Italia, è in corso un crowdfunding per il progetto Milano Ventilatore Meccanico, promosso da Cristiano Galbiati, professore ordinario del GSSI (Gran Sasso Science Institute) e alla Princeton University. L’obiettivo è quello di sviluppare un nuovo device, semplice e sicuro, conforme alle linee guida HRMA, che sia replicabile su larga scala in tempi brevi. (Torna all’indice)
L’idea è di continuare – anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane – a raccogliere storie ed esperienze di citizen science, innovazione bottom-up e ricerca collaborativa, che stanno contribuendo a rispondere all’emergenza COVID-19. Grazie agli amici della Fondazione, che certamente hanno voce in capitolo e competenze da spendere, speriamo di arricchire questo post con ulteriori progetti e buone pratiche da condividere.
Aspettiamo dunque le vostre segnalazioni a: anticovid19@fondazionebassetti.org
Prossimi appuntamenti
Anche gli appuntamenti (seminari, hackathon, dialoghi, etc.) sulle iniziative dal basso che possono essere utili per fare fronte all’emergenza sono tantissime. Di seguito ne segnaliamo alcune:
– 21 Aprile
Living Labs and the Maker community’s response to the COVID-19 crisis di European Network of Living Labs.
– 21 Aprile
Arduino Milano User Group & Wearables
– 24 Aprile
COVID Webinar #2: All Hands on Deck! Citizen Science and Serious Games Tackle Covid-19
– 24/25/26 Aprile
Pan-European Hackathon #EUvsVirus
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Image: remix from Novel Coronavirus SARS-CoV-2 by NIH Image Gallery
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