“Viaggio nell’innovazione” di Roberto Panzarani, edito da Guerini, è stato lo spunto per ascoltare, nella cornice dei Dialoghi di Fondazione Bassetti, quattro racconti emblematici, frutto dell’esperienza di altrettanti viaggiatori d’eccezione: l’autore si è confrontato con Piero Bassetti, Lucia Dal Negro (De-LAB, esperta di business inclusivo e innovazione frugale nei paesi in via di sviluppo) e Fiorenzo Galli (direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci). Da ciascuno è emersa una riflessione peculiare sull’influenza di luoghi e culture su un fenomeno globale come l’innovazione.
Come d’abitudine oltre a offrire una nostra sintesi dell’incontro, rendiamo disponibili ai nostri lettori i video, i Podcast e le fotografie dell’intero evento.
Indice della pagina:
- Video
parte 1:
introduzione di Francesco Samorè, Direttore Generale Fondazione Giannino Bassetti;
intervento di Roberto Panzarani, Presidente Studio Panzarani, autore del libro titolato “Viaggio nell’innovazione. Dentro gli ecosistemi del cambiamento globale” Guerini e Associati Editore
parte 2:
Fiorenzo Galli, Direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano
parte 3:
Lucia Dal Negro, autore del libro titolato “Potere Digitale. Come internet sta cambiando la sfera pubblica e la democrazia” (prefazione di Michele Sorice, Meltemi 2018);
Piero Bassetti, Presidente Fondazione Giannino Bassetti
parte 4:
Gianfelice Rocca, Vicepresidente Fondazione Giannino Bassetti e Presidente Istituto Clinico Humanitas;
Dibattito - Sintesi dell’incontro
- Podcast – ascolta l’audio qui, oppure via Spotify, iTunes, Google Play o Anchor FM
- Alcune fotografie dell’incontro
Sintesi dell’incontro
L’introduzione di Piero Bassetti ha prima ricordato il lungo rapporto “carsico” avuto negli anni dalla Fondazione con Roberto Panzarani e poi evidenziato come ora, a differenza dei primi anni in cui si parlava di problematiche di innovazione, ora le stesse le stiamo vivendo non più come fatti ma come esperienze, per la loro aderenza ai fatti storici.
Con la presentazione dei partecipanti al Dialogo, Francesco Samorè ha sollevato due temi fondamentali per la lettura sia dei fatti dell’innovazione, sia dei fatti storici: la mobilità è il primo dei due, che nella rivolta dei Gilet Gialli francesi vede il suo emergere nei fatti di cronaca e nelle questioni legate alle auto a guida autonoma un aspetto più d’innovazione tecnologica.
Il secondo tema invece è quello della città, della metropoli, del fatto che si parla non più di geografia ma di connettografia, come una evidenza di un pensiero dei luoghi che va completamente rinnovandosi.
Roberto Panzarani, raccoglie soprattutto quest’ultima parte della proposta, specificando come la creazione di ecosistemi sia la vera strada verso la costruzione di innovazione e di conseguenza di produzione di lavoro.
Ha raccontato di come il viaggio d’andare a vedere cosa accade nei luoghi dove accade l’innovazione, investire nella conoscenza delle persone, significhi investire in modo accelerato nell’innovazione. È quello che sta accadendo, ad esempio, nelle grandi aziende o, sottolinea Panzarani, nei grandi parchi tecnologici: la loro funzione è creare un ecosistema dell’innovazione composto da un insieme di aziende interconnesse.
Il passo successivo è la rete di connessioni tra differenti luoghi dell’innovazione.
Panzarani poi evidenzia come il viaggio sia qualcosa di sempre più necessario per entrare in contatto con quella conoscenza che non è raggiungibile “acquistabile” con i mezzi dell’informazione come la navigazione in internet, si tratta di quella che chiama “conoscenza tacita”, sempre più preziosa e accessibile solo con l’incontro in luoghi fisici.
Dopo Panzarani è intervenuto Fiorenzo Galli, che ha chiarito come il potere economico e finanziario ormai non sia più bastante per mantenersi nel mercato, ma sia sempre più necessario avere la capacità di gestire le tecnoscienze: senza il possesso forte delle tecnoscienze non si è più in grado di gestire il proprio futuro.
Da una parte però tale possesso della conoscenza permette l’innovazione, dall’altra crea diseguaglianze.
Galli ha poi proposto una serie di visioni futuristiche ma concrete delle frontiere della scienza, ma al contempo ha messo in guardia: le nuove forntiere tecnologiche non ci danno risposte, ma ci spingono a re-immaginare il nostro quotidiano.
Lucia Dal Negro ha completato il quadro globale offrendo una visione del senso dell’innovazione nei luoghi dove l’innovazione si deve necessariamente confrontare con il concetto di scarsità: nei paesi in via di sviluppo o nelle comunità a basso reddito.
Innovazione frugale, business inclusivo, ci sono modelli che mirano a soluzioni che non siano da considerare impoverimenti di innovazioni che vengono usate nei paesi più ricchi. Si tratta di reinventare un approccio nel processo di design dell’innovazione, in modo da creare qualcosa di endogeno di quelle comunità e lì funzionante. Sono percorsi di co-creazione
e partecipazione che richiedono più tempo, maggiori difficoltà e maggiori rischi ma che alla fine portano a innovazioni dove il consumatore è anche stakeholder del processo.
Prima del dibattito conclusivo, Piero Bassetti ha spostato l’indice sul piano della politica e tornando ad evidenziare come il cambiamento d’epoca sia caratterizzato dalla mobilità. L’innovazione ha mutato lo spazio-tempo in cui ci muoviamo e il discorso si svolge su due aspetti: “chi” viaggia nell’innovazione e di “quale” innovazione si parla.
“chi” significa un problema di repsonsabilità, quale è la comunità che si fa carico dell’innovazione e “quale” innovazione nel senso di qualcosa di dedicato al mondo come è o qualcosa dedicato al mondo come dovrebbe essere?
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