Tra aprile e giugno 2017 si è svolto un ciclo di seminari dal titolo “Globalizzazione: tra storia e teoria politica” a cura del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’associazione Globus et Locus, la rivista “Glocalism: Journal of Culture, Politics and Innovation” e la Fondazione Giannino Bassetti.
Rendiamo disponibili le riprese e le sintesi dei principali interventi (vedi il programma dell’intero ciclo oppure tutti gli articoli relativi al progetto)
Il seminario di Francesco Samorè, dal titolo “Globalizzazione e innovazione: quale rapporto?”, si concentra sugli aspetti critici del governo dei fenomeni in cui il progresso tecnico-scientifico si trova alla base del fenomeno della globalizzazione contemporanea.
Sintesi (a cura di Martino Gilli)
Se innovazione è “realizzare l’improbabile”, per sua natura tenderà a mandare in crisi le istituzioni esistenti- siano esse sociali, economiche o politiche- spiega Francesco Samorè. Ciò diventa ancora più vero nella misura in cui il progresso tecnico-scientifico è alla base del fenomeno della globalizzazione contemporanea.
In particolare, una delle più rilevanti conseguenze si esplica nel mutamento dell’identità dell’individuo contemporaneo. Se infatti da un lato- usando le parole di Giorgio Rumi- “il passato si allontana e il futuro ci schiaccia, riducendo il presente a ben poca cosa”, dall’altro il sociologo Zygmunt Bauman ha proposto di abbandonare l’idea del radicamento in un luogo specifico e di abbracciare invece, nell’ottica di un mondo globalizzato, l’immagine dell’àncora, che può essere gettata e tolta senza legarci permanentemente al locale.
L’innovazione, sottolinea Samorè, costringe a ripensare l’organizzazione stessa delle società che ne sono protagoniste. Rifacendosi al pensiero di John Dewey, evidenzia infatti come le società tecnologiche siano caratterizzate da una forte difficoltà a trovare soluzioni nell’ambito delle istituzioni esistenti.
Tale portata rivoluzionaria ci obbliga a ripensare il rapporto con il rischio, tanto a livello di politiche globali – e qui Samorè espone le posizioni di Henry Kissinger sulle equazioni di rischio degli armamenti nucleari – quanto a livello economico – e qui si inserisce il lavoro di Ulrich Beck sul nuovo capitalismo: la gestione e la riduzione del rischio non possono più passare dall’applicazione di modelli presenti a scenari futuri.
I processi di produzione stessi si riorganizzano grazie alla digitalizzazione, dando origine a un’economia basata sulla domanda dove è possibile la personalizzazione del prodotto, in netta antitesi al modello fordista-taylorista che guidò una delle prime grandi produzioni di beni di consumo di massa, quella della Ford T.
È dunque evidente come, al di là di ogni connotazione morale del progresso tecnologico, gestire responsabilmente l’innovazione sia il grande compito della società immersa nella quarta rivoluzione industriale.
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Indice dei dieci seminari:
- Globalizzazione: percorso storico di lunga durata – Patrizia Fazzi, Università degli Studi di Torino
- Stato e globalizzazione – Sabino Cassese, Scuola Normale Superiore, Pisa (con interventi di Piero Bassetti, Valerio Onida e Antonio Padoa Schioppa)
- Globofobia e globofilia: interpretazioni a confronto – Elia Zaru, Università degli Studi di Milano
- Il contratto urbano tra Leviatano e globalizzazione – Paolo Perulli, Università del Piemonte Orientale
- Creolizzare la metodologia. Connettere mondi glocali – Giampietro Gobo, Università degli Studi di Milano
- Immigrazione: riflessioni di etica pubblica – Roberta Sala, Università Vita-Salute San Raffaele
- Globalizzazione e innovazione: quale rapporto? – Francesco Samorè, Fondazione Giannino Bassetti
- La trasformazione dello spazio nell’era della globalizzazione: una doppia relativizzazione? – Marco Caselli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- A Theory of Global Politics: From the Holocaust to the Present Day – David Held, Durham University
- Presentazione dei paper e conclusioni – Piero Bassetti, Patrizia Fazzi, Francesco Samorè
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