Tra aprile e giugno 2017 si è svolto un ciclo di seminari dal titolo “Globalizzazione: tra storia e teoria politica” a cura del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’associazione Globus et Locus, la rivista “Glocalism: Journal of Culture, Politics and Innovation” e la Fondazione Giannino Bassetti.
Rendiamo disponibili le riprese e le sintesi dei principali interventi (vedi il programma dell’intero ciclo oppure tutti gli articoli relativi al progetto)
Come luogo per il seminario di Sabino Cassese è stata scelta la prestigiosa Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano. Al tavolo degli oratori hanno affiancato la laecture personalità quali Piero Bassetti, Valerio Onida e Antonio Padoa Schioppa.
Le riprese sono state suddivise in quattro parti per facilitare la loro visione (è possibile scorrerle con le frecce laterali o con le barre poste sotto i video):
- parti 1 e 2 lecture di Sabino Cassese
- parte 3 interventi di Piero Bassetti, Valerio Onida e Antonio Padoa Schioppa
- parte 3 risposte di Antonio Cassese
- Globalizzazione: percorso storico di lunga durata – Patrizia Fazzi, Università degli Studi di Torino
- Stato e globalizzazione – Sabino Cassese, Scuola Normale Superiore, Pisa (con interventi di Piero Bassetti, Valerio Onida e Antonio Padoa Schioppa)
- Globofobia e globofilia: interpretazioni a confronto – Elia Zaru, Università degli Studi di Milano
- Il contratto urbano tra Leviatano e globalizzazione – Paolo Perulli, Università del Piemonte Orientale
- Creolizzare la metodologia. Connettere mondi glocali – Giampietro Gobo, Università degli Studi di Milano
- Immigrazione: riflessioni di etica pubblica – Roberta Sala, Università Vita-Salute San Raffaele
- Globalizzazione e innovazione: quale rapporto? – Francesco Samorè, Fondazione Giannino Bassetti
- La trasformazione dello spazio nell’era della globalizzazione: una doppia relativizzazione? – Marco Caselli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- A Theory of Global Politics: From the Holocaust to the Present Day – David Held, Durham University
- Presentazione dei paper e conclusioni – Piero Bassetti, Patrizia Fazzi, Francesco Samorè
Sintesi (a cura di Martino Gilli)
Qual è il ruolo dello stato nazionale nel contemporaneo mondo globalizzato? Quello “minimal” sviluppatosi negli anni ’80 e ’90 nel Regno Unito e negli Stati Uniti o quello di nuovo preponderante che vorrebbero rilevanti attori sulla scena politica, spaziando su tutto l’arco ideologico, da Donald Trump a Melenchon?
Sabino Cassese offre un’articolata risposta che diventa fondamentale guida in una scena internazionale forse mai così complessa da leggere.
Innanzitutto l’autorevole politologo delinea con precisione il contesto in cui gli stati-nazione si trovano oggi ad operare.
In particolare, per prima cosa, Cassese argomenta come sia più corretto parlare di “globalizzazioni” (al plurale) considerata l’eterogeneità del gran numero di campi regolatori dove l’attività dello stato ha ceduto, almeno parzialmente, il passo a istituzioni intergovernative o sovranazionali: dalla sanità al commercio fino alla gestione degli oceani.
Fatta questa distinzione terminologica, Cassese sottolinea anche come le globalizzazioni in atto coinvolgano anche, se non soprattutto, la società civile (in senso lato, hegeliano) piuttosto che esclusivamente l’alienazione di poteri statali a organi internazionali. Il risultato diventa la denazionalizzazione di procedure nate storicamente all’interno degli stati stessi.
Inoltre evidenzia quanto sia un errore metodologico applicare ai nuovi istituti nati con la globalizzazione categorie nate nel contesto di singoli stati, dal momento che il contemporaneo ordine mondiale, secondo Cassese, ricorda piuttosto i grandi imperi compositi della modernità europea, pur in assenza di un centro- di un “ordine giuridico dominante”.
Delineate quindi le opportune precisazioni, diventa dunque chiaro come la risposta alla domanda iniziale si trovi nella duplicità del ruolo che i paesi oggi possono svolgere nello scenario della globalizzazione. Ovvero, da un lato cedono parte della propria sovranità a organizzazioni sovranazionali e dall’altro invece acquistano, proprio in questa nuova cornice, maggiore stabilità e la possibilità di esercitare potere e influenza anche su argomenti un tempo ingovernabili tramite concentrate azioni internazionali. Infatti, l’ONU promuove e si impegna a mantenere l’attuale composizione dagli stati-nazione e questi ultimi possono, ad esempio nella lotta al riscaldamento globale, cooperare su temi che travalicano gli artificiali confini tra paesi.
Tuttavia, argomenta infine Cassese, c’è bisogno di una forte riorganizzazione interna degli stati stessi, tanto concettuale quanto pratica, per cogliere appieno le opportunità offerte dalla globalizzazione minimizzandone al contempo i rischi.
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Indice dei dieci seminari:
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