Tra aprile e giugno 2017 si è svolto un ciclo di seminari dal titolo “Globalizzazione: tra storia e teoria politica” a cura del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con l’associazione Globus et Locus, la rivista “Glocalism: Journal of Culture, Politics and Innovation” e la Fondazione Giannino Bassetti.
Rendiamo disponibili le riprese e le sintesi dei principali interventi (vedi il programma dell’intero ciclo oppure tutti gli articoli relativi al progetto)
Il seminario di Elia Zaru, ha l’esplicativo titolo “Globofobia e globofilia: interpretazioni a confronto”. Oltre ai video, più in basso, potete trovare la sintesi dell’incontro, la trascrizione e le slide utilizzate.
Sintesi (a cura di Martino Gilli)
La complessità e l’eterogeneità dei processi che compongono il fenomeno della globalizzazione necessitano di un’analisi e una teoria critica che renda conto di questa complessità e di come i suoi effetti differiscano fra diversi gruppi sociali: un posizionamento puramente ideologico a favore della dimensione globale o locale, i due poli opposti che si confrontano nella dialettica della globalizzazione, fallisce in questo compito e finisce per appiattire il dibattito.
Questo errore, sostiene Elia Zaru, è ciò che commettono gli ideologi della globofilia e della globofobia.
Nella sua prospettiva, i primi sostengono “la necessità e positività del globale in tutti i suoi aspetti”. Ciò implica quindi che la globalizzazione comporta maggiore democrazia all’interno degli stati, un aumento tanto della ricchezza quanto dell’equità nella distribuzione mondiale, un arricchimento culturale tramite maggiore diversificazione e infine la nascita di una società civile globale.
Il principale campione di questa visione che Zaru menziona è il noto giornalista Thomas Friedman, autore in particolare di “The Lexus and The Olive Tree” e di “The World Is Flat”- opere nelle quali espone la propria convinzione sull’inevitabile affermarsi del Washington Consensus e delle politiche conseguono anche al di fuori dell’ex blocco occidentale.
Specularmente si collocano i globofobici: la globalizzazione ha tolto sovranità alle nazioni senza legittimizzazione popolare, ha portato ad un impoverimento relativo della classe media all’interno dei paesi occidentali insieme ad una polarizzazione tra paesi ricchi e poveri, infine ha causato un disgregarsi del tradizionale tessuto sociale che si esplica nella crisi di forme di aggregazione come famiglia, comunità e popolo. Peculiarità di questo schieramento ideologico è il suo comprendere esponenti di tradizionalmente opposte fazioni politiche che si ritrovano invece oggi accumunate nel trovare risposte alla globalizzazione e alla crisi del classico posizionamento politico. Gli esempi che portati sono, infatti, da un lato il conservatore americano e ideologo dell’alt-right Pat Buchanan e dall’altro il teologo della “democrazia inclusiva” Takis Fotopulos.
Le slide del seminario:
Il testo del seminario:
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Indice dei dieci seminari:
- Globalizzazione: percorso storico di lunga durata – Patrizia Fazzi, Università degli Studi di Torino
- Stato e globalizzazione – Sabino Cassese, Scuola Normale Superiore, Pisa (con interventi di Piero Bassetti, Valerio Onida e Antonio Padoa Schioppa)
- Globofobia e globofilia: interpretazioni a confronto – Elia Zaru, Università degli Studi di Milano
- Il contratto urbano tra Leviatano e globalizzazione – Paolo Perulli, Università del Piemonte Orientale
- Creolizzare la metodologia. Connettere mondi glocali – Giampietro Gobo, Università degli Studi di Milano
- Immigrazione: riflessioni di etica pubblica – Roberta Sala, Università Vita-Salute San Raffaele
- Globalizzazione e innovazione: quale rapporto? – Francesco Samorè, Fondazione Giannino Bassetti
- La trasformazione dello spazio nell’era della globalizzazione: una doppia relativizzazione? – Marco Caselli, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- A Theory of Global Politics: From the Holocaust to the Present Day – David Held, Durham University
- Presentazione dei paper e conclusioni – Piero Bassetti, Patrizia Fazzi, Francesco Samorè
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