Dal 6 aprile, la piattaforma Open Innovation, creata da Regione Lombardia per supportare lo sviluppo degli ecosistemi dell’innovazione lombarda, ospita una consultazione pubblica dedicata all’innovazione responsabile.
La piattaforma ospita diverse “discussioni” tra cui, moderata da Fondazione Giannino Bassetti, quella dal titolo #Responsible R&I, che ha preso le mosse dal workshop tenutosi lo scorso 6 aprile presso Palazzo Lombardia.
(In fondo a questa pagina il breve video utilizzato per introdurre l’incontro)
Con la legge “Lombardia è ricerca e innovazione”, che introduce il concetto di innovazione responsabile fin dal primo articolo, si è aperta infatti la strada a una riflessione condivisa su temi oggi al centro del dibattito comunitario.
Quattro etichette – quattro tag – sono state proposte per inquadrare gli interventi e la discussione e sciogliere la matassa di un dibattito tanto complesso:
– Alert: nel 2012 Fukuyama, ne “L’uomo oltre l’uomo” ragionava sull’impatto sociale e storico delle biotecnologie, richiamando due opere precedenti e ben note: Il Mondo Nuovo (1932, Huxley) e 1984 (scritto nel 1948 da Orwell). Due visioni inquietanti del futuro, due letture “apocalittiche” dell’innovazione, la cui emersione è un fatto storico che può generare attese, ma anche paura; non esclusa la paura di reinventare, nell’ambito delle relazioni sociali e, quindi, politiche.
– Presa in carico: l’innovazione non la chiamiamo, accade dove meno te la aspetti. Prenderla in carico in termini collettivi, di relazione, è necessario; significa ragionare sul fine e non solo sui mezzi. Muoviamo dal rapporto tra conoscenza e potere, tra conoscenza, istituzioni e governance. Mettiamo in discussione assetti consolidati. Dove siamo oggi?
– Opportunità: Innovazione Responsabile, nato come concetto eterodosso, è andato istituzionalizzandosi. La Responsible Research and Innovation si è affermata in Europa, negli Stati Uniti e oltre. In particolare, è divenuta cardine nelle attuali politiche della ricerca e dell’innovazione dell’UE. Horizon 2020 dedica intere linee di finanziamento (Science with and for society, ma non solo) a progetti che esplorino la pratica della RRI a più livelli; e la rende un tema trasversale per tutti i settori della ricerca e innovazione applicata, sia in ambito industriale sia per la piccola e media impresa.
– Strumenti: attraverso i quali l’innovazione genera soluzioni. Abbiamo ascoltato Carlo Ratti, ci ha mostrato come la sensoristica abbia cambiato la gestione del traffico a Singapore; allo stesso modo, l’intelligenza collettiva – anche prima dell’immissione di tecnologia – aveva generato… la rotonda! Bottom up e topdown come chiave interpretativa di innovazioni tra loro diverse (basti pensare alle tre “O” del commissario EU Carlos Moedas: Open Innovation, Open Science, Open to the World). Sempre ragionando di strumenti, dal punto di vista regionale, la legge “Lombardia è Ricerca e innovazione” introduce la Responsabilità nell’innovazione e il Foro per la ricerca e l’innovazione, un organismo indipendente che:
– contribuisce ad alimentare il dibattito pubblico sull’impatto sul tessuto socio-economico degli avanzamenti tecnoscientifici;
– definisce ambiti e metodi di partecipazione pubblica relativamente agli avanzamenti tecno-scientifici;
– valuta e monitora i mutamenti di sensibilità e opinione della società rispetto a tematiche tecno-scientifiche;
– si confronta con le istituzioni per la ricerca e l’innovazione nazionali e internazionali.
La sfida da cogliere, come abbiamo sottolineato in un post di introduzione al workshop, è quella di «intendere l’attività innovativa e le politiche dell’innovazione come un processo creativo».
L’innovazione, intesa come la “realizzazione dell’improbabile”, genera incertezze, mette in discussione assetti consolidati e introduce elementi di trasformazione che richiedono nuovi profili di responsabilità e nuove relazioni tra i vari attori sociali. Se siamo pronti ad accettare che la storia sia scritta dall’innovazione, in un rapporto nuovo fra conoscenza e potere; se abbiamo imparato a non considerare l’innovazione un fine in sé… la domanda diventa: abbiamo un’idea di istituzioni che possano occuparsi di questo, democraticamente?
La community “Responsible R&I”, inaugurata sul portale Open Innovation è uno strumento a disposizione per chi voglia riflettere su un’innovazione che non punti al solo produrre, ma anche al convivere meglio.
Per partecipare attivamente basta farsi riconoscere registrandosi al portale anche attraverso i propri account social.
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