Una riflessione tra bioetica, comunicazione pubblica e partecipazione.
(Condividiamo con questo post il report dell’incontro del 27 febbraio 2017, i video, le slides, il paper, il podcast e le fotografie.)
Dalla salute alle tecnoscienze e dalla medicina alla politica: la fiducia nei saperi esperti è in progressiva diminuzione. Si tratta di un fenomeno globale, che si intreccia attraverso un sistema di relazioni complesse con il tema della comunicazione pubblica, della partecipazione, delle narrazioni individuali e collettive e del potere. Come districarci tra le maglie di questo intreccio? E come orientarci per adottare un approccio responsabile al tema della fiducia nei saperi tecno-scientifici?
Ne abbiamo parlato con Silvia Camporesi – Lecturer in Bioethics & Society al Department of Social Science, Health & Medicine del King’s College London e Director of the Bioethics & Society Master’s programme sempre al King’s College London – che a partire dai risultati del simposio internazionale “Investigating Trust in Expert Knowledge”, confluiti in una special issue sul Journal of Bioethical Inquiry, ha tenuto un seminario presso la Fondazione Giannino Bassetti il 27 febbraio 2017. Diversi i sistemi di fiducia analizzati nei vari contributi del simposio e portati da Camporesi per introdurre la discussione, come quelli connessi al rapporto tra i pazienti con dolore cronico e i medici, alla diagnosi e al trattamento del diabete gestazionale e alle varie forme di rifiuto delle vaccinazioni.
Filo conduttore della discussione è stato proprio un ragionamento sulla necessità di adottare un approccio critico alla fiducia nei saperi esperti in medicina e di metterne in discussione la concezione dicotomica secondo cui fiducia e sfiducia sono necessariamente antitetiche. Quello che emerge dai vari casi studio, infatti, è che la fiducia è relazionale ed è mediata dai punti di accesso alla conoscenza. Ma non è tutto. Perché le riflessioni del simposio vanno oltre e confutano la convinzione piuttosto diffusa secondo cui la fiducia assoluta nei saperi esperti di medicina e tecnoscienza sia necessariamente positiva. Essa potrebbe infatti avere l’effetto di alimentare le asimmetrie epistemiche già di per sé intrinseche alla medicina e dare vita a vere e proprie “ingiustizie epistemiche”, secondo cui alcuni individui, o categorie di individui, sono discriminati nella produzione di conoscenza, come nel caso dei pazienti con dolore cronico, la cui narrazione è spesso marginalizzata.
Ne consegue che una ricerca acritica, o non sufficientemente critica, semplicemente volta a garantire e ed assicurare la fiducia nella scienza, nella tecnologia o nella medicina può diventare anch’essa parte integrante del problema del rigetto dell’expertise. Si tratta di un punto di partenza fondamentale per adottare strategie consapevoli e condivise negli ambiti della comunicazione e della partecipazione pubblica nell’ambito medico e tecnoscientifico.
I VIDEO
Per comodità abbiamo suddiviso le riprese in quattro parti.
Le prime due sono la lecture, la terza e la quarta riportano il dibattito.
LE SLIDES
IL PAPER
LE FOTOGRAFIE
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