Martedì 8 aprile presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Piazzale Aldo Moro a Roma verrà presentato il “Manifesto per un’Europa di progresso” (ore 11.00, Sala Convegni).
Si tratta di un contributo che un folto gruppo di scienziati italiani, alcuni di loro con incarichi istituzionali rilevanti, hanno inteso dare per un concreto rilancio del sogno degli Stati Uniti d’Europa, proprio nel momento di maggior difficoltà della sua realizzazione.
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English version
Promoters
Il Manifesto origina dalle preoccupazioni che gli scienziati valutano nei riguardi di un processo d’integrazione delle nazioni europee in profonda crisi.
Dalla consapevolezza che la piena estensione dei confini oltre i limiti nazionali rischi d’interrompersi bruscamente a causa delle inadeguatezze strategiche di chi fino ad ora ha condotto questo progetto.
Dalla constatazione che le opportunità di reale progresso per i cittadini europei, in ambito di sviluppo civile, economico, democratico, culturale, pacifico, non possano prescindere dalla realizzazione di un’Europa dei popoli.
Scienza, sapere e nuova conoscenza tendono a svilupparsi in modo naturale e hanno da sempre oltrepassato qualunque limite geografico, artificiale o mentale che si sia provato loro ad imporre.
Gli scienziati intendono testimoniare la straordinarietà di questa “natura” che poi altro non è che la natura stessa dell’essere umano, consapevoli che lo sviluppo e la diffusione del pensiero critico, che è proprio della scienza, possa contribuire ad ampliare l’esercizio effettivo dei diritti e della partecipazione democratica.
Il riferimento esplicito va ad altri storici Manifesti, quali quello di Einstein e Nicolai; e quello di Spinelli, Colorni e Rossi.
Ricordando che nella prima metà dell’Ottocento riunioni di scienziati italiani contribuirono alla realizzazione concreta dell’unità d’Italia, si propongono di dare un contributo per una realizzazione piena dell’unione politica dell’Europa, di un’Europa dei popoli.
La stesura del Manifesto ha visto per ora coinvolti, a parte pochissime eccezioni, i soli scienziati italiani. L’obiettivo è di estendere rapidamente questa iniziativa in tutta Europa, provando ad avviare un movimento che possa sollecitare l’intera società continentale.
Saranno presenti alla conferenza stampa dell’8 aprile:
– Luigi Nicolais (Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche)
– Carlo Bernardini (Professore Emerito di Fisica presso Università di Roma “La Sapienza”)
– Giovanni Bignami (Presidente dell’Istituto Nazionale di AstroFisica)
– Marcello Buiatti (Università di Firenze)
– Cristiano Castelfranchi (Università Luiss, Uninettuno e ISTC-CNR)
– Vincenzo Cavasinni (Università di Pisa e INFN)
– Remo Ceserani (Università di Bologna e Stanford University, CA)
– Tullio De Mauro (Università di Roma “La Sapienza”)
– Fabiola Gianotti (CERN di Ginevra)
– Pietro Greco (Giornalista e scrittore)
– Rino Falcone (CNR Roma, Direttore Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione)
– Annibale Mottana (Università di Roma 3 e accademico dei Lincei)
– Pietro Nastasi (Università di Palermo)
– Giulio Peruzzi (Università degli studi di Padova)
– Caterina Petrillo (Università degli studi di Perugia)
– Settimo Termini (Università di Palermo)
– Glauco Tocchini-Valentini (National Academy of Sciences, CNR-EMMA-Infrafrontier-IMPC, Monte Rotondo, Roma)
– Guido Tonelli (CERN, Ginevra e Università di Pisa)
Questo è il link per firmare il manifesto: http://www.osservatorio-ricerca.it/sondaggi/foreurope2014/registrazione_survey.php
MANIFESTO PER UN’EUROPA DI PROGRESSO
Il mondo è in rapida trasformazione. Società ed economia della conoscenza hanno profondamente ridisegnato equilibri ritenuti consolidati. Aree geografiche depresse hanno conquistato, in tempi storicamente irrisori, potenziali enormi di sviluppo e crescita. Conoscenza, cultura e innovazione rappresentano più che mai il traino decisivo verso il futuro.
All’opposto l’Occidente, e alcuni aspetti del suo modello di sviluppo, sono entrati in una crisi profonda. L’Europa, in particolare, risulta investita da gravissimi e apparentemente irresolubili problemi: disoccupazione, crisi del tessuto produttivo, riduzione sostanziale del welfare. A pochi anni dalla sua formale consacrazione, con la nascita ufficiale della moneta comune, l’Europa rischia di deflagrare come sogno di una comunità di cittadine e cittadini che avevano ambito ad una nuova Nazione comune: più ampia non solo geograficamente, quanto nello spazio dei diritti, dei valori e delle opportunità. Lo storico americano Walter Laqueur ha parlato della “fine del sogno europeo”.
Le responsabilità sono diverse e distribuite e investono certamente l’eccessiva timidezza nel processo di costituzione politica del soggetto europeo: la responsabilità di presentare questo orizzonte politico, culturale e sociale con le sole fattezze della severità dei “conti in ordine”. L’Europa dei mercanti e dei banchieri, della restrizione e del rigore: una sorta di gendarme che impone limiti spesso insensati, piuttosto che sostegno nell’ampliare prospettive di visuale sugli sviluppi del futuro.
Proprio a causa di ciò, assistiamo, in corrispondenza della crisi, ad un’impressionante crescita di egoismi locali, di particolarismi e di veri e propri nazionalismi. Fenomeni spesso intenzionalmente organizzati per sfruttare malesseri veri, e reali stati di sofferenza, ma che rischiano di produrre reazioni esattamente opposte a quanto oggi servirebbe alle popolazioni d’Europa.
Come scienziate e scienziati di questo continente – consapevoli che esiste un nesso inscindibile tra scienza e democrazia – sentiamo quindi la necessità di metterci in gioco. Di ribadire che il processo di costruzione degli Stati Uniti d’Europa è la più importante opportunità che ci è concessa dalla Storia. Che società ed economia della conoscenza -essenziali per il processo di reale evoluzione civile, pacifica, economica e culturale- si alimentano di comunità coese e collaborative, di comunicazioni intense e produttive e di uno spirito critico che permei strati sempre più vasti della società.
L’unica risposta possibile alla crisi incombente è allora la costruzione dell’Europa dei popoli, di un’Europa di Progresso! Realizzata sulla base dei principi di libertà, democrazia, conoscenza e solidarietà.
Nutriamo la stessa speranza con cui Albert Einstein e Georg Friedrich Nicolai nel “Manifesto agli Europei” del 1914 richiamarono alla ragione i popoli europei contro la sventura della guerra, e con cui Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi ispirarono l’idea d’Europa nel loro “Manifesto di Ventotene” del 1943. Le stesse idee che ebbero indipendentemente fautori illustri anche in tutti i Paesi d’Europa.
Vogliamo riprendere ed estendere all’Europa lo spirito che nel 1839 portò gli scienziati italiani a organizzare la loro prima riunione e a inaugurare il Risorgimento di una nazione divisa.
Vogliamo organizzare a Pisa la “Prima riunione degli scienziati Europei” e proporvi di firmare questo appello che è il nostro “Manifesto per un’Europa di Progresso”.
English version
MANIFESTO FOR A EUROPE OF PROGRESS
The world is changing rapidly. The status quo, once considered established, has been greatly redesigned by society and the economy of knowledge. Economically depressed areas have acquired, in short time, great potential of development and growth. Knowledge, culture and innovation represent today, more than ever, the push toward the future.
To the contrary, the West and some aspects of its development model, have entered into a deep crisis. In particular, Europe appears to be not only affected by serious problems, such as unemployment, crisis in productivity and substantial reduction in welfare, but it is also apparently incapable of solving them. After only a few years from the official birth of the common currency, there is now the danger that the dream of a Europe made of people devoted to the idea, not only of a new larger Nation, but one also more open to civil rights, intrinsic human values and widespread opportunities, will be shattered. Walter Laqueur, the American historian, has spoken about “the end of the European dream”.
The responsibilities for this situation are many and varied including, to be sure, the excessive timidity in facing the process of creating a European political entity. The future should be built on the basis of political, cultural and social horizons rather than adhering to the bookkeeper’s aspiration to keep “accounts in order”. Hence, we have now a Europe of merchants and bankers, of limitations and inflexibility, a sort of gendarme that imposes often-foolish rules rather than widen horizons and promote future development.
Because of this, we are witnessing, in connection with the present crisis, an alarming growth of provincial egotisms, based on narrow self-interests, if not real outright nationalism. These phenomena often are intentionally created for exploiting real unhappiness and suffering, with the risk of causing reactions that would be directly opposed to what Europe needs.
We, women and men of science of this continent, are aware of the existence of an indissoluble connection between science and democracy and we feel the necessity to take the challenge and to speak out. To emphasize that the building of the United States of Europe is the most important opportunity that History can give to us. That society and economy of knowledge – essential for the process of real civil evolution, an evolution that is peaceable, economic and cultural – that thrive on cohesive communities that work together, that share intense and productive interrelations equipped with a critical sensibility that reach ever larger segments of society.
The only possible answer to the imminent crisis is hence the building of a Europe of the people, of a Europe of Progress! Achieved on the basis of principles of freedom, democracy, knowledge and solidarity.
We harbor the same hope with which in 1914, Albert Einstein and George Friedrich Nicolai, in the “Manifesto to the Europeans”, called to reason the European people against the misfortune of the war. Later, Altiero Spinelli, Eugenio Colorni and Ernest Rossi, in 1943, in their “Manifesto of Ventotene” inspired the idea of a united Europe.
Now, independently, illustrious supporters in all European countries produced the same ideas. What we want is to recapture and to extend to all Europe the spirit that in 1839 brought the Italian scientists to organize their own first assembly to inaugurate the Risorgimento — The Revival — of a divided nation.
We propose to organize in Pisa (where the first meeting of the Italian scientists was held) “The first meeting of the European scientists”, although also other European cities are possible. We ask you then to subscribe to this document, which is our “Manifesto for a Europe of Progress”.
Promotori (*) e Primi firmatari – Promoters (*) and First Signatories:
Ugo AMALDI (CERN, Ginevra)
Giovanni BACHELET (Università di Roma “La Sapienza”)
Giorgio BELLETTINI (Università di Pisa e INFN)
Carlo BERNARDINI (*) (Università di Roma “La Sapienza”)
Sergio BERTOLUCCI (Direttore di ricerca, CERN, Ginevra)
Vittorio BIDOLI (INFN, Roma)
Giovanni BIGNAMI (Presidente Istituto Nazionale di AstroFisica – INAF)
Marcello BUIATTI (Università di Firenze)
Cristiano CASTELFRANCHI (Università Luiss, Uninettuno e ISTC-CNR)
Vincenzo CAVASINNI (*) (Università di Pisa e INFN)
Remo CESERANI (Università di Bologna e Stanford University, CA)
Emilia CHIANCONE (Presidente Accademia dei Quaranta)
Paolo DARIO (Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa)
Tullio DE MAURO (Università di Roma “La Sapienza”)
Luigi DI LELLA (CERN, Ginevra)
Rino FALCONE (*) (CNR Roma, Direttore Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione)
Stefano FANTONI (Presidente Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca)
Sergio FERRARI (già vice direttore ENEA)
Ferdinando FERRONI (Presidente Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN)
Fabiola GIANOTTI (CERN, Ginevra)
Mariano GIAQUINTA (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Pietro GRECO (*)(Giornalista e scrittore, Roma)
Angelo GUERRAGGIO (Università Bocconi)
Fiorella KOSTORIS (Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca)
Francesco LENCI (*) (CNR Pisa e Pugwash Conferences for Science and World Affairs)
Giorgio LETTA (Vice Presidente Accademia dei Quaranta)
Lucio LUZZATTO (Istituto Toscano Tumori)
Tommaso MACCACARO (INAF)
Lamberto MAFFEI (Presidente Accademia dei Lincei)
Italo MANNELLI (Scuola Normale Superiore, Pisa e accademico dei Lincei)
Giovanni MARCHESINI (Università degli studi di Padova)
Ignazio MARINO (Thomas Jefferson University, Sindaco di Roma)
Annibale MOTTANA (Università di Roma 3 e accademico dei Lincei)
Paolo NANNIPIERI (*) (Università di Firenze)
Pietro NASTASI (*) (Università di Palermo)
Luigi NICOLAIS (Presidente Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR)
Giorgio PARISI (Università di Roma “La Sapienza”, accademico dei Lincei)
Maurizio PERSICO (Università di Pisa)
Giulio PERUZZI(*) (Università degli studi di Padova)
Caterina PETRILLO (Università degli studi di Perugia)
Pascal PLAZA (CNRS e Ecole Normale Supérieure, Paris)
Claudio PUCCIANI (*) (Vice Presidente Associazione Caffè della Scienza – Livorno)
Michael PUTSCH (CNR Genova, Direttore Istituto di Biofisica)
Carlo Alberto REDI (Università di Pavia)
Giorgio SALVINI (Università di Roma “La Sapienza”, già Presidente dell’Accademia dei Lincei)
Vittorio SILVESTRINI (Presidente della Fondazione IDIS – Città della Scienza, Napoli)
Settimo TERMINI (*) (Università di Palermo)
Glauco TOCCHINI-VALENTINI (National Academy of Sciences, CNR-EMMA-Infrafrontier-IMPC, Monte Rotondo, Roma)
Guido TONELLI (CERN, Ginevra e Università di Pisa)
Enric TRILLAS (Emeritus Researcher European Centre for Soft Computing, già Presidente CSIC, Spagna)
Fiorenzo UGOLINI (Università di Firenze)
Nicla VASSALLO (Università di Genova)
Virginia VOLTERRA (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione – CNR)
Elena VOLTERRANI (*) (Provincia di Pisa e INFN)
John WALSH (INFN)
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