Fondazione Giannino Bassetti per l’Anno della Cultura italiana negli Stati Uniti.
Italian Design: realizing the improbable, innovating with beauty.
San Francisco, 21-27 June 2013.
Towards a new economy of beauty. Milan meets San Francisco.
Artisanship, Technology, Design – From Taylorism to taylor made.
Il 28 Febbraio 2013 a Roma, presso la Farnesina, il Ministro degli esteri Giulio Terzi ha presentato l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti insieme al Segretario di Stato statunitense John Kerry. Nell’occasione Terzi ha voluto sottolineare che:
«…il filo conduttore dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti è rappresentato dal tema ricerca, scoperta e innovazione: l’obiettivo consiste infatti nel presentare l’Italia come Paese all’avanguardia nella modernità innovativa, nella scienza e nelle produzioni di qualità, che trae la sua attuale eccellenza dalle radici profonde di una cultura millenaria e che in ogni passaggio di mutazione nel sapere appare sempre capace di cogliere le sfide del presente e del futuro» (www.esteri.it).
In questa cornice il il Ministero degli Affari Esteri ha affidato a Fondazione Giannino Bassetti, che promuove da quindici anni la responsabilità nell’innovazione, il compito di dare vita a una settimana di incontro e confronto tra le punte avanzate del modo di produrre italiano e la tecnologia della Silicon Valley, per una nuova – globale – economia della bellezza:
dal 21 al 27 giugno 2013 «Fondazione Giannino Bassetti presents in San Francisco and the Bay the culture, the beauty and the innovation of made in Italy Design. A symposium, an exhibit through the history of Italian Design, a performance on its origins, a debate on the culture of high tech design» (dal programma ufficiale dell’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti).
Collaborano, insieme all’Istituto di cultura italiana a San Francisco, enti e istituzioni (il cui numero è in costante crescita) dall’Italia e negli Stati Uniti.
Il mito rinascimentale della creazione di nuovi mondi legò letteratura, arte e politica; il passaggio all’età moderna, «è frutto dell’arte e della volontà umane. In ogni caso, si tratta di un mondo creato dall’uomo e di cui l’opera d’arte è il simbolo» (Giuseppe Mazzotta). L’eredità delle botteghe artigiane rinascimentali è ancora sotto i nostri occhi: nei nomi delle vie di Milano – gli Armorari e Spadari che forgiavano armi da guerra, coltelli da tavola e aghi per l’imperatore Carlo V – come tra i nostri mobilieri e setaioli.
E furono le botteghe artigiane, nel secolo appena trascorso, a realizzare le idee di architetti e ingegneri politecnici, sposarle con i nuovi materiali, dar vita al design di cui Milano e la Lombardia sono ancora il centro. Continuiamo a essere riconosciuti per la nostra attitudine culturale a comprendere e rappresentare come, più dell’oggetto in sè, conti la sua relazione con la persona. È poietico ciò che potenzia l’uomo.
Immersi in questa tradizione secolare, ma con i piedi ben piantati nel presente, abbiamo imparato a riconoscere – accanto all’innovazione tecnoscientifica – quella poiesis intensive, che coniuga creatività e tecnologia e continua a caratterizzare un modo italico di presentarsi sulla scena.
Questa è una condizione necessaria – ma non sufficiente – per fronteggiare la rivoluzione produttiva che, avanzando dagli Stati Uniti, propone l’invenzione del mondo dei prossimi decenni. È in corso una trasformazione profonda della manifattura e del ruolo dei nuovi artigiani. Un artigianato declinato al futuro, con inedite esigenze tecnologiche, di reputazione e finanziarie.
Assistiamo a un rapporto rinnovato tra atomi e bit:
«Proprio come il web ha democratizzato l’innovazione nei bit, una nuova classe di tecnologie per la prototipizzazione rapida – dalle stampanti 3D ai laser cutter, o laser da taglio – sta democratizzando l’innovazione degli atomi (…) A dispetto del fascino che i monitor esercitano su di noi, viviamo ancora nel mondo reale. Il cibo che mangiamo, le nostre case, i vestiti che indossiamo, le macchine che guidiamo. Le nostre città e i nostri giardini, gli uffici e i cortili sul retro. Sono tutti atomi, non bit.» (Chris Anderson)
Fondazione Giannino Bassetti ha raccolto la sfida, e da tempo lavora per suggerire a Milano e all’Italia di imboccare con ancor più convinzione la strada verso l’economia della bellezza. Non per replicare lo statu quo, bensì per intravedere uno scenario oltre il contingente, un improbabile da realizzare (l’immagine che, per noi, meglio rappresenta l’innovazione).
Attraverso diverse modalità espressive – talks, mostre, lectures – a San Francisco ci accingiamo a «mettere in scena» le diverse forme di creatività e innovazione (Italia e Silicon Valley) per raccontare artigianato e design come nuovi nomi del lavoro: la lezione dello stile e quella della tecnica a servizio di una cultura del fare aggiornata alle opportunità del XXI secolo.
Promuoviamo il confronto tra intellettuali italiani e statunitensi; tra «botteghe» artigiane e laboratori di makers; tra sistemi di interessi, imprese, reti di attori sulle due sponde dell’Oceano.
Qui il calendario ufficiale dell’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti.