Il termine “design” è sempre più spesso collegato ad attività che comportano l’esperienza quotidiana di un individuo o di una comunità di persone.
L’idea che il design sia collegato necessariamente a un oggetto o alla sua estetica sembra che debba, forse fortunatamente, diventare un modo passato di usare il termine. Invece si fa strada sempre più il concetto che il design sia il disegno progettuale di un processo che mira a definire un vivere della persona e della società.
In questo senso si può intuire come il lavoro del designer possa e debba interloquire con i termini di responsabilità e governance.
Se il designer deve fare un progetto che porterà alla realizzazione di un oggetto, di un luogo, di una comunicazione, di un “processo”, conscio che il suo “disegno” avrà una ricaduta sulla vita quotidiana di un certo numero di persone, allora dovrà parlare con le persone che hanno la responsabilità della governance dell’ambito dove il progetto andrà a collocarsi, e responsabilità sua sarà capire ed esplorare il più possibile le variabili messe in gioco dal suo progetto.
Sulla scorta di pensieri come questi mi preme segnalare il milanese Public Design Festival 2011, ideato e realizzato da Esterni. E’ un festival internazionale che parla di design degli spazi pubblici, costruito fondamentalmente su un Call for Project in cui si chiede di concorrere con progetti site specific destinati ad alcune aree pubbliche, centrali e periferiche, di Milano.
Trovo estremamente importante l’idea di un call internazionale di design sulla città Milano. Se si pensa alla sua storia come capitale del design, ora come una delle capitali del design, si può intuire il significato culturale e politico dell’azione.
Esterni si definisce come “un gruppo di persone con base a Milano che sviluppa interventi, progetti culturali e di comunicazione negli spazi pubblici delle città” (in tutto il mondo) e definisce il significato di Design Pubblico come “un altro modo di vivere la città / un design attento alle idee e ai servizi per i cittadini / un progetto collettivo / una forma di resistenza alla desertificazione urbanistica e culturale / un modo per riscoprire il potenziale socializzante della città / una lettura alternativa dei luoghi comuni / una pratica di utopia nello spazio pubblico”.
Public Design Festival è alla terza edizione; quattro sono le zone di Milano scelte quest’anno:
Garibaldi: il grande spazio inutilizzato del Cavalcavia Bussa
Lambrate: gli spazi ora poco vivibili della Stazione e il più grande spazio aperto-coperto della città in via Rubattino, sotto il ponte della Tangenziale
Porta Romana: gli spazi aperti della Cascina Cuccagna, cascina agricola del ‘700 nel cuore della città di Milano
Stazione Cadorna: il piazzale, punto nevralgico della città, luogo di incontro tra il pubblico del Salone del Mobile e i cittadini milanesi