Clay Shirky nel suo talk “How cognitive surplus will change the world” tenuto nel giugno di quest’anno al TED, fa un racconto molto interessante di come possano funzionare dinamiche di coesione per la produzione di conoscenza sulla base di due elementi: la possibilità data dagli strumenti quali internet e mobile e la generosità nell’agire di un gran numero di persone focalizzate.
Porta sostanzialmente tre esempi: quello di Ushahidi, il cui nome significa “testimone” o “testimonianza” in swahili, il LOLcats e lo studio fatto su incentivi motivazionali realizzato in 10 asili di Haifa, Israele.
Ushahidi è un software nato per permettere di monitorare una qualsiasi crisi utilizzando le informazioni fornite dai cittadini tramite un device mobile (un telefono cellulare) e viene georeferenziata. I LOLcats sono una sorta di moda del web dove tutti propongono immagini di “gatti carini”. La ricerca sul campo in Haifa evidenzia come le dinamiche sociali vengono modificate da incentivi che variano la dinamica motivazionale degli individui.
Non racconto nello specifico le tre storie invitandovi invece ad ascoltare il breve talk (inserito qui in fondo alla pagina) o a leggere la trascrizione in tre lingue che il sito offre.
Il motivo per cui segnalo il talk è quello di riportare una delle ormai numerose testimonianze di come il supporto tecnico della connettività di internet affiancata a dispositivi di facile utilizzo se sommata a un coinvolgimento virtuoso possa essere veramente efficace. Questa risorsa Shirky la chiama cognitive surplus. E il filo rosso delle tre storie è in questa frase: “And it’s those two things together — ancient human motivation and the modern tools to allow that motivation to be joined up in large-scale efforts — that are the new design resource. And using cognitive surplus we’re starting to see truly incredible experiments in scientific, literary, artistic, political efforts. Designing.”
Se è entusiasmante vedere come il cognitive surplus possa funzionare per un proposito civico, è anche abbastanza evidente come ci si cominci anche a chiedere come progettare eventi che lo utilizzino.
E infatti di questo talk sono venuto a conoscenza tramite il sito Ibridazioni di Gianandrea Giacoma, che si occupa di design motivazionale e di interaction design.
Giacoma ne critica l’eccessiva ideologia, ma ne sottolinea la veridicità di fondo. Nel suo articolo fa notare come gli “utenti” sono diventati ormai “sistemi psicologici e sociali”, parti di “un artefatto non più solo cognitivo ma anche motivazionale, simbolico, sociale”.
E di fronte alle drammatiche diatribe locali sulla libertà di stampa, in una società italiana che si ritrae come composta solo da arrivisti e affamati di potere, mi sembra che allargando lo sguardo si possa scorgere qualche segnale di speranza.
(fotografia: Shirky Reacts #3 di kandinski da Flickr)