All’interno dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza (Va) è attiva dal 2000, sotto la guida del prof. Dipak R. Pant, l'”Unità di studi interdisciplinari per l’economia sostenibile“, un luogo operativo dove lo sviluppo economico è inteso soltanto come una delle chiavi di accesso a un miglioramento responsabile e complessivo delle condizioni di vita delle comunità. L’accento è infatti posto sull’interdisciplinarietà poiché soltanto attraverso un’analisi complessiva di una situazione è possibile proporre direzioni di sviluppo che realmente ambiscano al raggiungimento degli scenari auspicati. Il metodo antropologico è considerato quello che meglio si presta ad amalgamare l’economia e le ricerche di tipo sociologico all’interno di un progetto di ricerca e di sviluppo complessivo.
L’attività del centro si sviluppa principalmente attraverso tre canali, tra loro strettamente interconnessi:
– Field survey and scenario planning school;
– Progetto bussola;
– Place-brand strategy;
– Extreme lands Program.
La “Field survey and scenario planning school” consiste in missioni, cui partecipano ricercatori e studenti dell’università, finalizzate allo studio di una realtà regionale e all’elaborazione di piani di sviluppo locali ispirati alla “eco2innovazione”, ovvero all’innovazione economica ed ecologica socialmente compatibile. Quattro missioni sono state sinora condotte nell’area hymalaiana tra il 2002 e il 2005, mentre altre missioni sono state condotte in Armenia (2005), in Usa (2006) e in Venezuela (2007). I dati raccolti in loco derivano in primo luogo dall’osservazione diretta delle condizioni di vita e di lavoro nonché della qualità dei servizi, in secondo luogo dalle indagini statistiche già disponibili, in terzo luogo da un’intensa attività di indagine presso “informatori privilegiati”, quali amministratori locali, responsabili di società e associazioni, semplici lavoratori e utenti.
L’elaborazione dei dati dà luogo innanzi tutto a una descrizione complessa della realtà, e quindi permette l’elaborazione di scenari possibili per l’avvenire. Questi ultimi, però, non sono mai intesi come previsioni, bensì come un ventaglio di possibilità, come una “bussola” in modo che la comunità locale possa orientare consapevolmente le azioni necessarie al proprio sviluppo.
E’ proprio il “Progetto bussola” la sezione dell’Unità incaricata di elaborare gli strumenti per ottenere un’analisi realistica, una scenarizzazione credibile e una formulazione strategica efficace e sostenibile.
“Place-brand strategy” è invece la strategia locale adottata. Essa è basata sulle qualità e sulle potenzialità regionali: si ritiene qui che una buona organizzazione locale e una relativa autonomia economica siano il punto di partenza per poter operare su un mercato che per molti versi è globalizzato. L’autonomia, nell’ottica della “sostenibilità olistica”, non significa chiusura verso l’esterno e non è limitata al lato economico: disponibilità all’apprendimento, efficienza delle strutture educative (scuole, musei, biblioteche) ne sono infatti aspetti fondamentali. Al contrario, una accentuata dipendenza materiale e identitaria dall’esterno tende a produrre uno sviluppo non sostenibile, che conduce inevitabilmente, a medio termine, a una maggiore povertà morale ed economica.
Il quarto canale operativo dell’Unità è l'”Extreme lands program”, un forum internazionale e interdisciplinare per la condivisione degli studi e delle strategie di sviluppo dedicato alle aree geograficamente marginali e caratterizzate da condizioni di complessità morfologica, quali steppe, deserti, altipiani, zone artiche.
I rapporti completi delle missioni compiute dall’Unità in Asia e nelle Americhe (scaricabili in pdf dal sito dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc) dimostrano tuttavia quanto la ricerca in aree distanti e marginali sia utile, da un punto di vista non solo didattico, ma anche concreto, operativo, per imparare a disegnare, attraverso scenari di sviluppo possibili, il futuro di qualsiasi comunità. Delle nostre, innanzi tutto.
Rapporti delle missioni completate sinora dall’"Unità di studi interdisciplinari per l’economia sostenibile" nell’ambito dell’"Extreme lands program":
– Mérida, Venezuela, 2007;
– Stati Uniti, 2006;
– Shirak, Armenia, 2005;
– Nepal e Sikkim (India), 2002-2005.