Su Le Scienze di settembre 2009 è stato pubblicato un interessante articolo di Lucia Bianchi e Pietro Liò dal titolo “Scienze forensi e DNA”.
Gli autori si pongono il problema della mancanza di un quadro giuridico internazionale armonico per le banche dati del DNA.
Il diffondersi delle nuove tecniche di rilevamento del DNA, più veloci ed economiche, portano infatti al diffondersi della pratica della raccolta massiva, ponendo così all’evidenza problematiche che fino ad ora si percepivano come distanti e poco chiare.
L’utilizzo delle informazioni provenienti dai database internazionali del DNA sta risultando sempre più strategico e risolutivo nella valutazione della colpevolezza o innocenza di un individuo coinvolto in un crimine. Ma le differenti leggi sulla privacy nei diversi paesi, le tecniche di raccolta, di organizzazione e di gestione dei dati, i differenti investimenti, possono creare falle e incompatibilità impreviste nel momento in cui due banche dati si trovassero a scambiare informazioni.
Anche l’utilizzo dei dati per scopi medici, come in caso di operazioni urgenti o cure a seguito di un incidente, o per la realizzazione e somministrazione di farmaci personalizzati, mettono in luce la necessità di armonia fra le forme e le norme di tutte le banche dati.
Da qui la necessità di armonizzare tutto il percorso: dalle scelte per la raccolta dei dati, al formato, agli accordi sulla privacy e sulla gestione dei dati forniti a terzi.
L’articolo traccia un quadro delle scelte politiche e scientifiche riguardo all’istituzione delle banche dati nazionali e le differenze tra diversi accordi internazionali. Offre una cronologia breve e approfondimenti sulla situazione europea e italiana, e fa il punto sulle leggi sulla privacy genetica.
L’articolo quindi si rivela interessante anche che perché mostra in modo evidente la complessità della problematica, dove si perdono i confini tra aspetti strettamente tecnici e scientifici, norme e pratiche forensi, abitudini e tendenze sociali, scelte politiche ed economiche. Una complessità comune a tutte le problematiche messe in gioco dalle nuove tecnologie e dalle nuove frontiere del sapere.
Nel sito di Le scienze leggiamo anche: “Aggiornamento: un’importante novità è stata introdotta di recente con la Legge 30 giugno 2009, n. 85 con cui viene dato recepimento al Trattato di Prüm. Entro l’estate 2010, a cura della polizia o della polizia giudiziaria, dovrà essere completata la mappatura dei profili del DNA relativi ai soggetti indicati ai sensi dell’art.9. In Italia da oggi potrà diventare operativo, grazie alla copertura finanziaria stanziata (ex art.25), un unico archivio nazionale dei profili biologici.”
(photo: Extractions – by gravitywave from Flickr)