Pubblichiamo uno stralcio dalla conversazione con Fabrizio Barca, Dirigente generale e Consigliere ministeriale presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si è svolta lunedì 19 novembre 2007, nell’Aula Seminari del Dipartimento Studi Sociali e Politici dell’Università degli Studi di Milano. Si tratta dell’inizio dell’incontro, il momento in cui Barca definisce che cosa intenderà per “innovazione” durante il suo intervento.
Ponendolo in relazione alla definizione che invece dà Piero Bassetti (vedi), da cui proviene lo slogan che appare sotto l’intestazione della nostra homepage, qui a seguire inseriamo il testo del video.
Lo proponiamo ai nostri visitatori per chiedere pareri, commenti e… chissà, qualche altra definizione di Innovazione.
“La parola chiave del pomeriggio che mi date l’occasione di avere con voi è innovazione. Lasciatemi esplicitare il concetto di innovazione che ho in mente quando userò questo termine: l’innovazione di cui parlo è l’innovazione radicale, non quella incrementale, caratterizzata (con Lanes e Seravalli) da quattro requisiti: la discontinuità, l’intenzionalità, l’interazione fra più soggetti (l’innovazione non è un’operazione autoreferenziale, è cogenerazione), e quindi, come conseguenza di questi tre tratti, la dipendenza dal contesto. Per questi suoi requisiti l’innovazione è un problema sia di conoscenze sia di interessi.
E’ un problema di conoscenze perché, per definizione, le conoscenze necessarie all’innovazione non sono e non possono essere tutte disponibili all’inizio del processo innovativo, ergo devono essere acquisite da una pluralità di soggetti e ricombinate attraverso un processo che avviene in condizioni di incertezza radicale. Questa incertezza crea una tensione fra la necessità di fissare obiettivi al processo innovativo e l’impossibilità di definire compiutamente questi obiettivi, impossibilità contenuta nella natura radicale dell’incertezza. Sull’altro piano, l’innovazione incontra ostacoli negli interessi che sono beneficiati dall’opposto dell’innovazione, cioè dalla conservazione.
Ne consegue – e chiudo questo preambolo, rivelatore dei miei a priori – che l’innovazione richiede un disegno organizzativo che da un lato favorisca il processo di rivelazione delle conoscenze e di loro combinazione e risolva la tensione fra necessità di fissare obiettivi e impossibilità di definirli, e dall’altro raccolga consenso, perché altrimenti l’innovazione verrà fermata. Entrambi questi requisiti dell’organizzazione – rivelazione delle conoscenze e consenso – richiedono flessibilità.” (Fabrizio Barca, 2007)
La conversazione con Fabrizio Barca si è svolta nell’ambito del Laboratorio sull’Innovazione Responsabile nella Pubblica Amministrazione (LabInRes PA), progetto che nasce dalla convinzione che l’innovazione nella e della pubblica amministrazione – intesa come cambiamento nelle strutture, nei processi, nelle relazioni, nell’allocazione e uso di vecchie e nuove risorse – costituisca un elemento imprescindibile per avere politiche pubbliche più efficaci e mercati più efficienti.
Il progetto, oltre ad incontri e conversazioni, prevede anche lo sviluppo di un Call for Comment aperto a tutti i visitatori di questo sito. Se vuoi partecipare clicca qui.
Per leggere l’intero intervento della conversazione, clicca qui.
Per vedere le riprese dell’intero incontro, clicca qui (sito del CTU – Università degli Studi di Milano)
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