Il caso Pistorius è lo spunto per un breve saggio di Mauro Carbone che abbiamo pubblicato nel nostro sito agli inizi di dicembre: Pistorius e il rovesciamento del platonismo.
L’argomento è stato ripreso su numero di Nòva24 di novembre nell’articolo di Francesca Cerati L’era del paradigma biologico.
In questo articolo la Cerati raccoglie una serie di riflessioni di Vincenzo Tagliasco, bioingegnere dell’Università di Genova, di cui è prossima la ripubblicazione del testo Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali.
Per Talascio: ‘la fantascienza ha già delineato quasi ogni scenario possibile. Dei sogni o delle prospettive degli esseri artificiali si è praticamente già detto tutto’.
La scienza e l’uso delle tecnologie tendono a rimodellare l’uomo verso una sorta di nuova “mutazione” genetica.
‘Il confine tra naturale e artificiale si fa dunque sempre più labile, e questo investe anche la tecnologia applicata al corpo umano che viene vista non solo per riparare danni fisici, ma per aumentare prestazioni e potenza. ‘Oggi, rispetto a 50 anni fa non è più un’eccezione camminare bene a 80 anni. A livello del genoma non c’è stato alcun cambiamento, eppure è come se fossimo mutati geneticamente’.
Ma questo mutamento è correlato anche alla cultura indotta dalle nuove tecnologie dell’informatica di consumo.
‘Gli adolescenti di oggi hanno nel loro dna l’i-pod, i blog, messanger. La cultura fa ormai parte del vivere fisico, è legata al quotidiano, e in questo senso si può parlare di mutazione’.
Tutto ciò porta all’adozione di un nuovo paradigma biologico.
‘il paradigma informatico-elettronico, che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni, ha raggiunto l’apice; anzi si dice che nel 2018 la legge di Moore cadrà a pezzi. Per questo l’economia mondiale si sta attrezzando per sostituire questo paradigma che ha raggiunto il suo picco con un altro: il paradigma biologico’.
Se ancor oggi scopo primario della medicina è allungare la vita dell’uomo, la prospettiva è quella di accettare la sfida di: ‘individuare un progetto biologico capace di raddrizzare la curva di decadimento delle prestazioni, che si verifica dopo i 55 anni. Si tratta anche di un cambiamento delle strategie “immortalizzanti”: oggi l’obiettivo prevalente della medicina è quella di mantenere in vita l’uomo il più a lungo possibile. Domani sarà il suo potenziamento’
‘Siamo in un momento di passaggio, dagli ultimi fasti delle protesi tradizionali nate dalla meccanica, dall’elettronica e dall’informatica, arriveranno, secondo questa nuova visione, a protesi biologiche. A quel punto sarà difficile riconoscere nell’uomo la parte meccanica, perché saranno macchine chimico-biologiche’.
La prospettiva è decisamente inquietante, una vera e propria bomba biologica grava sull’uomo: ‘Sapremo evitare gli scogli e le insidie della scienza? Sapremo resistere alla tentazione di creare degli ibridi, mezzo carne mezzo macchina, mezzo uomo mezzo bestia, cervelli senza corpo, corpi senza anime, un mondo senza gioie? Siamo ancora in tempo per scegliere. L’avvenire è nelle nostre mani’.
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