Nell’articolo Sorpresa, nel mercato è meglio collaborare che competere di Mattia Miani, apparso su Il Riformista del 1°ottobre il termine “innovazione” ricorre solo una volta, in un contesto per altro vago e generico. Il sensazionalismo dei media ci induce spesso a considerare come innovativo ogni prodotto materiale “nuovo”, trascurando l’impatto che tecnologie ormai entrate nell’uso quotidiano e perciò non più innovative, come ormai possiamo considerare internet, possono avere nell’innovare il nostro modo di pensare e di agire.
La rete proprio per il fatto di aumentare la possibilità della condivisione delle risorse consente di sperimentare un recente assunto della teoria dei giochi che afferma come la collaborazione consenta risultati più vantaggiosi della competizione.
“Agli autori di testi di marketing ed economia piacciono le metafore guerresche: competizione, avversari, nemici, vittoria, sconfitta, ecc. Questo vocabolario però dovrà essere sottoposto ad attenta revisione, sembra oramai assodato che le metafore oggi premianti siano quelle incentrare sui principi di collaborazione. Innanzitutto collaborazione tra l’azienda e i suoi clienti e fornitori, attuali e potenziali.”
Nell’articolo di Miani viene poi citato il caso di Goldcorp: “un’azienda mineraria specializzata nell’estrazione di oro, in profonda crisi alla fine degli anni Novanta. In una situazione disperata l’amministratore delegato ebbe il coraggio di fare qualcosa di impensabile: chiamare in aiuto il mondo intero per trovare nuovi giacimenti auriferi all’interno delle proprietà della Goldcorp. Fu lanciata la Goldcorp Challange che mise a disposizione di chiunque volesse partecipare tutti i segreti geologici e industriali delle proprietà aziendali.”
Altro caso di conoscenza condivisa e collaborativa, oltre al più che noto Wikipedia, viene citata la comunità InnoCentive “un sito dove le aziende ripongono domande e ricercatori o appassionati rispondono, guadagnando premi e stima. Il processo è semplice: le compagnie contattano InnoCentive e pubblicano le domande per istituire competizioni di R&S. Gli scienziati si registrano al sito e inviano le soluzioni on-line. Le compagnie valutano le migliori proposte e gli autori di queste vengono ricompensati.”
“Fin dal 1999, oltre una dozzina di aziende farmaceutiche ha abbandonato i propri progetti proprietari di ricerca e sviluppo a favore di collaborazione e supporto a entità come il Snp Consortium e l’Alliance for Cellular Signaling.
Entrambi aggregano progetti di ricerca in ambito genetico e biologico creando database accessibili. Hanno inoltre condiviso risorse provenienti da ambiti profit e non profit senza che vengano avanzate richieste di brevetti su prodotti finali né siano occultate informazioni utili all’introduzione sul mercato di questi nuovi prodotti.”
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