Di chi è stata la responsabilità dei nati focomelici a seguito della somministrazione a donne incinte del talidomide? Chi ha dato il via alla commercializzazione del prodotto pur conoscendone i rischi? Di chi sono le responsabilità dei circa 10 mila casi di malformazioni e di morti precoci?
Nel 1967, in Germania il processo per l’accertamento delle responsabilità, durato 9 anni, si concluse con il verdetto di non colpevolezza personale dei dirigenti della casa farmaceutica Grünenthal, ma con la condanna a risarcire le vittime costituitesi parte lesa.
Oggi una fiction ripercorre le tappe della tragedia del talidomide attraverso la storia una giovane coppia la cui vita viene sconvolta dalla nascita di una figlia focomelica. Ma dopo oltre un anno di attesa, i giudici dalla Corte di Cassazione hanno ancora rinviato la decisione riguardo la messa in onda del film. Nonostante questo, il canale televisivo tedesco ARD ha deciso di trasmettere il 7 e l’8 novembre 2007 il telefilm in due puntate Contergan: Eine einzige Tablette del regista Adolf Winkelmann.
Il laboratorio Grünenthal, che ancora oggi produce talidomide per fini di ricerca (si sta valutando la sua efficacia per la cura dell’eritema nodoso lepromatoso in pazienti affetti da lebbra, della stomatite aftosa associata a infezione da HIV e della GVHD cronica), per mesi si è opposto alla messa in onda del film, prevista già nell’autunno del 2006.
La notizia della messa in onda del film sta facendo il giro dell’Europa: nessuno ha dimenticato i 6.000 casi in Germania, i 400 in Gran Bretagna, i circa 150 in Svezia e gli altrettanti casi in Italia. Le Monde ha pubblicato l’articolo di Lorraine Rossignol La thalidomide continue de faire scandale en Allemagne.
In Italia, in seguito alla cancellazione dell’anteprima del film al RomaFictionFest, l’onorevole Luana Zanella (Verdi) ha presentato un’interrogazione a risposta scritta ai ministri Gentiloni e Turco per chiedere al Governo di sostenere la visione e diffusione della fiction “come importante occasione di informare i cittadini sulla vicenda del talidomide, tragedia per troppo tempo passata sotto silenzio” e di “intraprendere quelle azioni necessarie affinché i diritti di coloro che furono colpiti dalla sciagura del talidomide siano finalmente risarciti e possano usufruire del dovuto sostegno come già avviene negli altri paesi europei”. In Italia, i Thalidomidici si sono organizzati in associazione Tai, Associazione Thalidomidici Italiani Onlus.
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