Segnaliamo il mondo in espansione dei siti che si occupano di didattica e robotica.
Perché?
Dal sito Scuola di Robotica: “Perché cambierà il nostro modo di fare scienza e forse la nostra visione di noi stessi.” … “Perché esistono problemi che l’umanità potrà affrontare soltanto mediante l’impiego di robot.” … “Perché la Robotica è uno dei principali business del futuro, come dimostra il massiccio impegno finanziario in attività di Ricerca e Sviluppo dei paesi più industrializzati, Giappone in testa.”
Ma anche (dal sito Amicorobot, rete di scuole per la robotica): “Sembra esistere un preciso rapporto tra nuove tecnologie e nuove pedagogie. Anche se si tratta di un rapporto complesso, e non solo strumentale, la prospettiva più semplice, adottabile in prima istanza, è quella di vedere le nuove tecnologie come strumenti per dare concretezza alle nuove pedagogie.” … “Se nell’epoca della robotica industriale era ragionevole considerare determinate conoscenze come specialistiche e riservarle ad indirizzi e percorsi di formazione particolari, nell’era della robotica domestica è necessario che almeno una parte di queste conoscenze entrino a far parte di quel sapere di base che cerca di dare a tutti gli strumenti per comprendere e orientarsi nella vita quotidiana.” (Roberto Didoni)
D’altra parte la vicenda di Oscar Pistorius sta mettendo in evidenza come ormai l’integrazione uomo-robot sia sempre meno da considerarsi fantascienza. Così non è un caso se nel blog del sito Ciaorobot i post di questo periodo vertano proprio sui temi handicap, protesi, doping… dove a fianco del già citato Pistorius, si parla anche dell’atleta Stefano Lippi e di Aimee Mullins, atleta, attrice e testimonial di moda.
In sostanza, sembra evidente che l’evolversi della robotica, la sua calata nel quotidiano, stia ponendo domande sempre più pressanti su un futuro ormai molto vicino, rinnovando le questioni del rapporto tra scienza e responsabilità.
Dal sito roboethics.org: “Robotics is rapidly becoming one of the leading fields of science and technology, so that very soon humanity is going to coexist with a totally new class of technological artifacts: robots. It will be an event rich in ethical, social and economic problems.
‘Roboethics is an applied ethics whose objective is to develop scientific/cultural/technical tools that can be shared by different social groups and believes. These tools aim to promote and encourage the development of Robotics for the advancement of human society and individuals, and to help preventing its misuse against humankind.’ (Veruggio, 2002)”
E così negli ultimi anni si è riacceso il dibattito sulle famose leggi della robotica, formulate nel 1942 da Isaac Asimov e ora quanto mai percepite come necessarie.
Ma, dice sempre Gianmarco Veruggio citato da Fiorella Operto, “oggi non siamo in grado di mettere le tre leggi nel cervello di un robot. Stiamo costruendo macchine sempre più potenti, ma non possiamo garantire che non vengano utilizzate male. E in futuro potrebbe esserci il rischio che il dibattito su questi temi sia manipolato da estremisti e fanatici, con strumentalizzazioni politiche”
Dall’articolo “L’etica delle macchine” di Luca Caridà nel sito Jeckill. Comunicare la scienza (SISSA): “L’evoluzione delle tecnologie robotiche condurrà verosimilmente alla produzione di macchine in grado di interagire a livello sempre maggiore con l’ambiente circostante. Esse potranno sviluppare la capacità di decidere quale azione intraprendere in relazione alle condizioni con cui dovranno confrontarsi.
Ci si deve dunque interrogare su quale debba essere considerata la responsabilità del singolo robot in merito alle proprie azioni e alle loro conseguenze, nel momento in cui la macchina passerà dall’essere uno strumento gestito da un essere umano a costituire un soggetto in grado di sollevare problemi etici e legali.”
Tra il 10 e il 14 aprile 2007 si è svolta a Roma, presso l’Università Angelica, l’International Conference on Robotics and Automation 2007 (ICRA). Quest’anno il suo titolo è stato “Ubiquitous Robotics” ovvero “la capillare presenza degli automi nella nostra società e la grande possibilità di applicazioni nei campi più diversi” (materiale stampa e video si trova presso il sito della Prisma).