L’ultimo numero dei Quaderni dell’IReR, Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia, raccoglie gli atti del convegno del giugno 2006 dedicato a Innovazione tecnico-scientifica, innovazione della democrazia. Il contributo di apertura, intitolato Governance e innovazione tecnico-scientifica, contiene alcune domande che guidano la riflessione: chi realizza l’innovazione nel mondo moderno? E coloro che la realizzano hanno consapevolezza della propria responsabilità? Come promuovere un’innovazione responsabile? “In una società complessa – scrive Piero Bassetti – non si può pensare che la soluzione del problema debba venire tutta e soltanto dalle istituzioni pubbliche: il potere di modificare la nostra vita […] non ce l’ha più solo il Principe. Non c’è l’ha lo scienziato, né l’imprenditore: abbiamo costruito un sistema in cui si rischia che non l’abbia più nessuno e questa è una situazione pericolosa. Ma questo vuol dire che ce l’abbiamo un po’ tutti e che quindi siamo chiamati a gestirlo nelle istituzioni come un tema che va portato a livello politico, preferibilmente attraverso un processo dal basso” (p. 21).
La riflessione su questi temi, promossa da tempo dalla Fondazione Giannino Bassetti, ha generato sviluppi politici significativi: il tema della democrazia deliberativa è oggi al centro dell’interesse politico, tanto che alla responsabilità dell’innovazione ha fatto esplicito riferimento Giuseppe Adamoli, Presidente della Commissione Speciale per lo Statuto, durante la Seduta del Consiglio Regionale della Lombardia del 3 luglio 2007.
La Regione Lombardia è infatti impegnata nella redazione del nuovo Statuto che dovrebbe essere approvato in prima lettura entro la primavera del 2008. Si tratta di uno strumento che, secondo Adamoli, dovrà possedere una “carica fortemente innovativa”. Se l’innovazione implica decisioni difficili, la politica deve farsi carico di queste decisioni.
Nella sua relazione, Giuseppe Adamoli, richiamando il convegno dell’IReR, parla della sfida che attende la Regione nella fase costituente del nuovo Statuto: “C’è anche un’alta sfida che la nostra Regione deve raccogliere. L’ha indicata Piero Bassetti, il primo Presidente della Regione Lombardia, in un convegno indetto l’anno scorso dall’IRER sul tema “Innovazione tecnico-scientifica, innovazione della democrazia”. Bassetti ha parlato della “responsabilità dell’innovazione” augurandosi che la Lombardia cavalchi fino in fondo questa responsabilità e che si assuma l’impegno, prima tra le Regioni italiane, di regolamentare questa problematica nel proprio Statuto. E’ un tema complesso che richiama in campo il principio di partecipazione delle forze più innovatrici della società anche al procedimento amministrativo e legislativo di cui ho già parlato“.
“Le Regioni – ha inoltre sottolineato Adamoli – sono state introdotte per articolare meglio l’organizzazione politica dello Stato, riducendone la burocrazia e rendendo più prossime al cittadino le decisioni pubbliche, a partire da quelle legislative. Se quest’ultimo obiettivo può dirsi in buona parte raggiunto, con riguardo agli altri indicati l’insoddisfazione è del tutto motivata. Il problema è naturalmente in gran parte di natura politica generale e nazionale. Ma per ciò che riguarda le regole statutarie, elettorali e regolamentari, la nostra responsabilità di “costituenti regionali” è pur sempre rilevante e dobbiamo assumerla pienamente“.
La convergenza tra le parole di Giuseppe Adamoli e il pensiero della Fondazione Bassetti è dunque chiara.
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