Se un tema, invece che sulle pagine specialistiche, affiora in un magazine ad alta diffusione, significa che quel tema è ormai maturo per il grande pubblico. Su Lo Specchio, il mensile collegato al quotidiano torinese La Stampa, nel numero di giugno, a firma P.B. è apparso l’articolo Il nanomondo ci salverà.
In questo articolo vengono prese in considerazione le applicazioni dovute alla fotocatalisi del biossido di titanio; applicazioni che riguardano sopratutto prodotti di uso comune, non di meno non meno importanti per la nostra vita quotidiana.
‘Vetri e muri che si auto-puliscono da polvere e smog. Camicie sempre impeccabili, fresche come se fossero appena uscite dalla lavatrice. Odori di frittura, fumo di sigaretta e scarichi di auto neutralizzati. Inquinanti pericolosi come ossidi di azoto e anidride solforosa eliminati dall’aria che respiriamo in città. Ma anche cosmetici che cancellano le rughe come uno stucco miracoloso: finalmente un lifting senza bisturi. Sono le prime applicazioni delle nanotecnologie già entrate nella vita quotidiana. Per adesso circolano soltanto negli
ambienti più sensibili alle ultime novità della ricerca scientifica, ma ormai sono mature per arrivare al grande pubblico.
Nella parte finale si accenna alle possibili applicazioni delle nanotecnologie nel campo più propriamente tecnico-scientifico.
‘La ricerca punta ora a progetti più ambiziosi, che promettono computer ultrapotenti, capsule molecolari per introdurre farmaci anticancro solo nelle cellule malate e non in quelle sane, nanorobot, nanomacchine per produrre energia. Si lavora anche a cavi sottilissimi, centinaia di volte più resistenti dell’acciaio, fatti con nanotubi: alla base c’è una molecola a forma di pallone da calcio costituita da 60 atomi di carbonio: è il fullerene, scoperto da Harold Kroto nel 1986 (Nobel per la chimica dieci anni dopo) osservando una stella con un radiotelescopio’.
Ma le nanotecnologie, come ogni altra innovazione, possono essere percepite dal grande pubblico non solo per i benefici che possono portare, ma anche come fattore di rischio.
La Regione Piemonte (vedi NANOMAT dove vengono sviluppate ricerche promettenti nel campo delle nanotech all’Università e al Politecnico di Torino) ‘ha varato una ricerca sulla percezione delle nanotecnologie da parte dei cittadini. L’obiettivo è una informazione chiara e oggettiva, per evitare che dopo No-Ogm e No-Tav salti fuori anche un movimento No-Nano.’
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