La creatività, oltre a essere un fattore di innovazione è anche produttrice di sviluppo economico.
La sezione Hamlet del numero di giugno della rivista L’impresa (Sole 24 Ore, ed.Libri Scheiwiller) è dedicato al tema della organizzazione della creatività in azienda.
Nell’articolo di apertura di Andrea Martone, dell’Università Cattaneo, “Creatività alla ricerca di nuove regole” viene analizzato come la personalizzazione della gestione dei collaboratori valorizzi la diversità delle capacità individuali, lasciando spazio a piccoli e grandi contributi creativi.
Paolo Lacci dell ‘Università di Pavia e Vice Presidente del
Gruppo Pride, nell’articolo “Talenti individuali da coccolare” rileva come i talenti individuali vanno gestiti in maniera autonoma per preservare l’unicità e che i gruppi omogenei di lavoratori vanno assecondati in base alla loro specificità professionale. Inoltre si afferma che la società della conoscenza impone la ricerca di nuove modalità gestionali che valorizzino il rapporto individualizzato senza stravolgere la struttura organizzativa dell’azienda.
Eliana Minelli, docente di Organizzazione aziendale presso l’Università Carlo Cattaneo, in “Meno nozioni e più intelligenza emotiva” affronta il tema della creatività in azienda dal punto di vista delle scienze cognitive e ci dice che il quoziente intellettivo si misura esclusivamente in contesti regolamentati e per valutare il potenziale complessivo di una persona occorre tener conto della maturità emotiva. In riferimento ai nostri sistemi formativi, purtroppo non si è ancora trovato il modo di creare le condizioni per insegnare e far sviluppare le competenze creative dei giovani.
Chiara Morelli in “Così Matteo Marzotto gestisce Valentino“, in una intervista all’imprenditore citato nel titolo, fa emergere come il processo di ricerca e selezione dei creativi sia una funzione molto complessa che viene gestita direttamente dai vertici aziendali.
Andrea Camera, partner di Tesi Spa nell’articolo “Creativo, da aggettivo a professione” pone il problema di come il connubio di tecnologia, talento e tolleranza crea ambienti che stimolano la generazione di soluzioni alternative, in un’ottica di cambiamento continuo. La risposta organizzativa alla creatività è la rete, in cui la tradizionale divisione tra lavoro e tempo libero si affievolisce per lasciare spazio a un continuo interscambio tra mondo professionale e mondo personale.
L’ultimo articolo “Come selezionare e gestire i creativi” è di Patrizia De Marchi, responsabile risorse umane Versace, dove si afferma che la capacità di ricombinare dati esterni in modo inconsueto e innovativo, va valutata assieme alle competenze e all’abilità di tradurre le idee in risultati concreti. Inoltre, la gestione del creativo nell’ambito dell’organizzazione è delicata e sono necessarie attenzioni e flessibilità particolari, per trovare un equilibrio tra libertà d’azione e disciplina.
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