‘Il filosofo tedesco Feuerbach disse che l’uomo è ciò che mangia. Bene, la regola sta cambiando e, a quanto pare, l’uomo diventa sempre più ciò che non mangia. E allora parliamo anche noi di cosa ci riserva il futuro dell’alimentazione, perché Â fra il 2015 e il 2030 – almeno 100 milioni di persone al mondo inizieranno a nutrirsi prevalentemente di pillole, con sapore e proprietà nutritive predeterminate in relazione al gusto personale e alle prescrizioni di dietologi”.
Questo incipit parrebbe essere tratto da una di quelle cronache di costume che tra il serio e il faceto vogliono metterci in guardia contro un futuro dominato da certe esagerazioni tecnologiche. E’ stato invece tratto dall’articolo (serio) I menu del futuro saranno a base di pillole nutrienti apparso, a firma di Vito Di Bari, su il Sole 24 Ore del 13 novembre.
L’articolo è serio in quanto, anche se in modo abbastanza sintetico, da dati ormai acquisiti alla ricerca scientifica.
‘Il primo passo significativo è stato fatto da un team di ricercatori della Stanford University, che ha identificato un nuovo ormone controlla-fame. Si chiama obestatina e spegne l’appetito. Il professor Steve Bloom dell’Imperial College di Londra ha dichiarato che la ricerca sull’obestatina ci consentirà di controllare l’appetito a nostro piacimento entro il 2015’.
Ma non solo.
‘Anzi, molto peggio che così, perché nel giro di una decina d’anni, inizieremo a ricevere nutrimento mediante sostanze nutrienti trasportate direttamente nelle cellule da nanorobot medici, che miglioreranno il sistema digestivo ed elimineranno il bisogno di mangiare. Per nutrirci indosseremo un indumento nutriente che avrà la forma di una cintura e sarà caricato con milioni di nanorobot di sostanze-cuscinetto, che forniranno (e lasceranno) il corpo attraverso la pelle’.
I nostri posteri godranno, probabilmente, di una miglior salute di noi, ma avranno lo svantaggio di non apprezzare Rabelais né, tanto meno, un film delizioso come Il pranzo di Babette