Le biotecnologie sono un caso emblematico delle trasformazioni recenti (e per certi versi travolgenti) che hanno investito la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica nelle società contemporanee.
Massimiano Bucchi e Federico Neresini nel libro “Cellule e Cittadini, biotecnologie nello spazio pubblico” (Sironi, Milano, 2006) affrontano il tema del rapporto tra i cittadini europei e le biotecnologie non dando nulla per scontato. Italiani ed europei sono davvero ostili alle biotecnologie? Quanto hanno contribuito i media a marcare la contrapposizione tra biotecnologie biomediche e agroalimentari? Come è possibile in questi casi integrare competenze scientifiche e partecipazione pubblica? A cominciare da queste domande analizzano, con contributi di sociologi, psicologi sociali, biologi e studiosi del diritto, il dibattito sulle biotecnologie, ricostruendo da un lato gli orientamenti dell’opinione pubblica e l’atteggiamento dei media, e ripercorrendo dall’altro la storia della legislazione e le esperienze di coinvolgimento del pubblico nei processi decisionali.
Mettendo in discussione stereotipi ancora radicati, gli autori approfondiscono le ragioni del senso comune e della sua presunta diffidenza, indicando la partecipazione dei cittadini su questi temi come uno dei principali terreni di sfida per la scienza e la democrazia.
“Cellule e Cittadini, biotecnologie nello spazio pubblico” (Sironi, Milano, 2006) a cura di Massimiano Bucchi e Federico Neresini.
Contributi di Valeria Arzenton, Martin Bauer, Andrea Lorenzet, Giuseppe Pellegrini, Mariachiara Tallacchini, Giuseppe Testa, Brian Wynne.