Nel precedente item “Chimere e ‘Post human’. Buone intenzioni per le vie dell’inferno?” sono state prese in considerazione alcune ricerche, in atto negli Usa, in cui cellule umane venivano inserite nel corpo di animali. Lo stesso argomento è stato ripreso da Massimo Gaggi, corrispondente del Corriere della Sera a New York, che nell’articolo “Topo con cervello umano, la nuova chimera” si sofferma sull’esperimento su cui lavora lo scienziato californiano Irving Weissman e che consiste nel trapiantare cellule staminali umane nel cervello di un topo.
Ovviamente lo scopo è quello di individuare cure per malattie cerebrali degenerative come l’Alzheimer o il Parkinson.
Ma, al di là delle intenzioni, la possibilità, anche se remota, di produrre animali con caratteristiche, per di più cerebrali, umane non può non destare preoccupazioni.
Così, Jeremy Rifkin dopo aver tentato, senza successo, di brevettare il processo di integrazione tra cellule umane e animali con l’obiettivo di vietare per vent’anni la produzione di chimere da parte di qualunque soggetto che operi sotto il tetto della legislazione americana, afferma:
‘”Gli scienziati continuano a spiegarci che così cercano di curare molte malattie. E’ ora di dirgli che nessuno ha consegnato loro un assegno in bianco”‘.
Anche se il comitato etico di Stanford, l’università in cui opera Weissman, ha messo alcuni paletti, fra cui quello che le cellule umane impiantate non superino l’l% e l’Accademia nazionale delle scienze ha imposto che…
‘l’impianto di cellule umane nel cervello di un topo venga interrotto dopo un certo periodo: l’animale verrà ucciso e la materia cerebrale sezionata per vedere come si sta sviluppando. Se il cervello va assumendo sembianze umane, se si crea una corteccia cerebrale, gli esperimenti dovranno essere definitivamente abbandonati’
… le preoccupazioni non sono state fugate. Tanto più se si pensa che gli unici vincoli alla sperimentazione sono quelli dati dai comitati etici locali, che per i più disparati motivi possono assumere comportamenti differenziati.
‘Così Cynthia Cohen, esperto di bioetica e membro della commissione del governo canadese che ha deciso di vietare la produzione di chimere, cerca di spingere nella stessa direzione anche la Georgetown University di Washington, l’ateneo americano nel quale insegna. Per la Cohen “mescolando gameti dell’uomo e di animali si riduce la dignità umana”‘.
La posizione della Cohen, per un certo aspetto, rimanda alla responsabilità della politica, che non si esaurisce certamente solo nell’imposizione di limiti, nei confronti della ricerca scientifica.
Di fronte ad esperimenti come quello di Williams, che non è l’unico nel suo genere, vale la pena citare il fisico Freeman Dyson che scrive sulla rivista Technology Review:
‘Stiamo andando verso un mondo nel quale le specie non esisteranno più. L’ingegneria genetica ci darà un’esplosione di biodiversità. Disegnare il genoma potrà diventare perfino una nuova forma di arte, una sorta di pittura creativa’.