Nella sezione Argomenti è riportato un interessante contributo “OGM e informazione” di Gianni Pastore, Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca su Alimenti e Nutrizione di Roma, relativo al Call for Comments “Partecipazione pubblica e governance dell’innovazione”.
A corollario dell’intervento di Pastore, è opportuno segnalare l’articolo di Giuliano Zincone “Ogm ed energia nucleare”, apparso su Il Corriere della Sera del 7 marzo.
Lo scritto di Pastore e l’articolo di Zincone hanno in comune la tesi che i prodotti della tecnologia non vanno demonizzati ideologicamente, ma valutati, sia nei benefici che nelle loro componenti di rischio, secondo riscontri scientifici precisi. Se qualche Ogm fa male alla salute, scrive Zincone:
‘non c’è bisogno di polemiche: gli spacciatori di veleni meritano la galera e i loro prodotti, ovviamente, devono essere banditi’.
Essenziale, per Zincone, è la distinzione fra componente scientifica e valutazione economica politica.
‘Gli estremisti si battono contro gli Ogm perché temono che essi arricchiscano le multinazionali che ne detengono i brevetti. Ma allora bisogna sconfiggere l’esosità dei brevetti, invece di rubare la polenta ai poveri’.
Altro punto in comune fra Pastore e Zincone è la critica alle concezioni che contrappongono l’artificiale ad una natura che dovrebbe essere intangibile.
Scrive infatti Zincone:
‘L’agricoltura è sempre stata una utile violenza dell’uomo sull’impassibile Natura. Ieri con la semina e con l’innesto, con il concime e il verderame, con lo zolfo e la calce’.
L’articolo di Zincone, come si evince dal titolo, tratta anche delle centrali nucleari.
Anche in questo caso, per l’editorialista del Corriere, occorre confrontarsi con la concretezza dei fatti. Se la vicenda di Chernobyl ha determinato un trauma collettivo, occorre ricordare, però, che fu:
‘provocata dalla scadente tecnologia sovietica. Fu una vera catastrofe, che provocò massicce evacuazioni, spaventi planetari ed epidemie serie, ma non letali. In quell’esplosione morirono 31 persone, e altre 17 furono uccise dalle conseguenze del disastro. Totale, 48 vittime, fino ad oggi. Troppe, certo. Ma, proprio nei giorni di Chernobyl, il crollo di una diga sterminò duemila persone, nello Sri Lanka. E nel 1984, a Bhopal (India), l’incendio d’una centrale chimica ammazzò 6.954 innocenti’.