‘Queste intrusioni dell’Europarlamento in questioni puramente scientifiche, per di più con toni tanto perentori, spingono l’eurodeputato Ds Massimo Carraro a dire che “siamo di fronte a un precedente pericoloso e che a forza di seguire Liese si rischia di tornare a Lysenko”‘.
Questa citazione è stata tratta da un articolo di Anna Meldolesi apparso su Il Riformista del 10 ottobre con il titolo “Lo zar della bioetica che comanda a Bruxelles”.
L’articolo in questione tratta del dibattito in corso al Parlamento europeo relativo al finanziamento della ricerca sulle cellule staminali; in pratica sull’utilizzo o meno degli embrioni sovrannumerari criocongelati. Si tratta di una problematica oltremodo controversa, dove al di là del merito scientifico, intervengono considerazioni di natura sociale, morale, filosofica e religiosa. Una problematica che in sè stessa esula dai temi di questa rassegna stampa.
In questa sede, perciò non interessa tanto approfondire il discorso bioetico, ma vedere come il politico si pone di fronte ai problemi della ricerca scientifica in generale.
Se per un verso è legittimo che i politici si interroghino sui risvolti etici delle loro decisioni, è per lo meno discutibile che queste si possano giustificare riferendosi ad una oggettività scientifica che molte volte non esiste.
In particolare, l’articolo citato mette in risalto come il relatore designato dal PPE, Peter Liese, abbia introdotto nel testo originiario, predisposto dal Commissario alla ricerca Busquin, emendamenti in cui la ragione scientifica, con tutti i suoi distinguo e le sue incertezze, viene strumentalizzata in funzione della ragione politica.
‘Uno degli emendamenti di Liese afferma che “non esiste alcun argomento convincente a sostegno dell’affermazione secondo la quale le cellule staminali già esistenti non sono sufficienti per portare avanti la ricerca”‘
Leggiamo ancora nell’articolo della Meldolesi:
‘Che dire per esempio del tentativo di ghettizzare lo studio delle staminali embrionali sottoponendo i relativi progetti di ricerca alla valutazione di un organismo ad hoc in cui almeno il 50% dei membri sia estraneo alla ricerca sulle staminali embrionali? Per non parlare della richiesta che i singoli progetti vengano finanziati solo se gli scienziati hanno raggiunto un accordo indiscusso – ma nella scienza non si smette mai di discutere – sul fatto che non esistono strade alternative’.
Per quanto riguarda, come si legge all’inizio di questo item, il riferimento a Lysenko, il genetista che, al tempo di Stalin, affossò la genetica russa volendo assoggettarla alle teorie del materialismo dialettico, è decisamente troppo forte. Infatti Liese vuole solo proibire alcune linee di ricerca sulle cellule staminali, e non mandare gli scienziati dissidenti in qualche gulag. Tuttavia –a mio parere– l’intrusione della politica nel dibattito scientifico non fa bene nè alla scienza, nè alla politica.
Vedi, nel sito FGB il dibattito “Conflitti di interesse nella scienza: parliamone“, collegato al Percorso omonimo.
Si veda anche, sul sito dell’Enel, “Lysenko, scienziato staliniano“